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°*(W)hiki*°Posted: 4/1/2010, 13:02
Quel pomeriggio di martedi Alfred avrebbe lavorato a casa. Il suo lavoro glielo consentiva. Coincideva col giorno delle pulizie. Sarebbe arrivata Magda. Non aveva scelto il giorno a caso.
L’ultima volta che l’aveva vista per pagarle l’assegno ne era rimasto colpito. Aveva il fascino particolare di una bionda di trentacinque anni con gli occhi marroni. Era in minigonna e indossava una camicetta sbottonata in modo da rendere ben visibile il reggiseno. Perché? si era domandato. In più aveva lasciata socchiusa la porta del bagno dove di solito si cambiava. Lui certo non ne aveva approfittato. Non era un uomo scorretto. Ma perché lasciare la porta socchiusa mentre ci si spoglia? Poi era uscita dal bagno indossando un grembiulino nero, ben sagomato alla vita e lungo i fianchi, che le arrivava solo a mezza coscia e un paio di scarpine di vernice rossa con tacco medio. Si
Domandava anche perché mai una ragazza così bella e colta si guadagnava la vita facendo la colf? Mentre era assorto in queste considerazioni sentì il rumore della chiave nella serratura.

- Che sorpresa! - disse lei - oggi è a casa?
- Si, lavoro a casa, ma non ci disturberemo. Io sono nello studio -.
Magda andò in bagno, ma non si mise il grembiulino. Indossò una cortissima minigonna a pieghe, scarpe di vernice rossa con tacchi medi e una maglietta che lasciava scoperto l’ombelico. Si diresse
verso lo studio.
- Oggi - annunciò la ragazza - debbo pulire i vetri. Comincerei dallo studio.
- Prego, si organizzi come meglio crede tanto io lavoro al computer- disse Alfred domandandosi perché mai per pulire i vetri bisognasse vestirsi così sexy.
- Bene, vado a prendere la scala - concluse Magda con un sorriso.
Alfred la guardò uscire dallo studio. Era emozionato.

La ragazza tornò con la scala e la sistemò davanti alla finestra. Prese il detergente spray, il pulivetro a ‘t’ e salì. Alfred distolse lo sguardo dal computer. Ora poteva guardarla con calma senza essere visto. Fissava dal basso quelle lunghe e levigatissime gambe nude. A ogni gradino la visione di quella splendida nudità femminile si ampliava. ‘Forse è senza mutandine’ disse tra di sé. Sentiva il pene reagire a tanta emozione. Magda arrivò in cima alla scala, divaricò leggermente le gambe e cominciò a spruzzare il detergente. Tra le natiche della ragazza c’era solo una sottile striscia di stoffa.

- Provi a guardare - disse Magda senza girarsi - Le pare pulito bene?
- Oh! è perfetto.- rispose Alfred, avvicinandosi alla scala per guardare meglio quei glutei scolpiti che coronavano due gambe…come dire? …libidinose. La stava toccando con gli occhi.
Magda andò a lavare i vetri delle altre stanze. Alfred rimase al computer. Ma non riusciva a lavorare.
- Ho finito - era la voce della ragazza - Lei c’è anche martedì prossimo?
Alfred alzò gli occhi dal computer. Eccola davanti a lui. La desiderava.
- Certo anche martedì prossimo lavorerò a casa.
La ragazza si cambiò lasciando la porta del bagno socchiusa, salutò il suo datore di lavoro e uscì.
Era contenta. Aveva notato che le guardava il sedere. Era sicura che Alfred aveva passato tutto il pomeriggio davanti al computer senza combinare nulla e infine ammirava la sua correttezza.
Un uomo deve saper soffrire un po’. Lei andava a servizio solo da uomini scapoli che, durante il colloquio, si rivelassero interessanti, colti ed educati. Le piaceva penetrare nell’intimità delle loro case e sedurli in breve tempo.

Alfred contava i giorni. Passavano lenti, ma inesorabilmente fu di nuovo martedì.
Suonò il campanello. ‘E’ lei!’ pensò con un tuffo al cuore. Andò ad aprire.
- Buongiorno, come va? - disse Magda con un sorriso che evidenziava dei denti bellissimi.
Si era accorciata un po’i capelli. Aveva un delizioso caschetto che la ringiovaniva di cinque anni..
- Oggi - disse la ragazza con serietà - debbo scopare, lavare e passare la cera e pulire la moquette in camera da letto. Comincerei dalla cucina, poi farei il soggiorno… -.
- Benissimo - commentò Alfred - io sono in studio. Se ha bisogno mi chiami -
Ma non riusciva a lavorare. Pensava alla bocca di Magda che diceva: ‘oggi debbo scopare’. Il tempo passava e non sapeva cosa fare.
- Venga a vedere!-. Era la voce di lei, finalmente. Si alzò attraversò il corridoio e si affacciò in soggiorno.

Era lo spettacolo più bello della sua vita. Non aveva mai visto nulla di simile. Lei, Magda con le scarpine di vernice rossa, gattoni per terra, completamente nuda che passava lo straccio sul pavimento. Si spostava sulle ginocchia con movimenti flessuosi, da ghepardo. Le sue poppe ondeggiavano al ritmo del braccio che stendeva cera brillante sul pavimento. Ad Alfred mancò il respiro. Perse il controllo. Si spostò per guardarla dal dietro. Così chinata era l’ideale per vederle contemporaneamente la duplice ricchezza femminile. ‘Che figa!’ pensò. Alfred non era un uomo volgare, ma il suo pene era lungo e duro e a volte gli mancavano le parole giuste per esprimere le proprie sensazioni.
- Cosa gliene pare? - chiese con gran naturalezza la ragazza guardando Alfred negli occhi.
- Ah! E’ bellissimo…mi sembra tutto così splendido.
- Grazie. Resta la moquette della camera da letto. La chiamerò quando ho finito.

Alfred tornò al suo computer. Non poteva essere vero, pensava. Una colf che lavora nuda sotto gli occhi del datore di lavoro? E che colf! Che gambe! Che glutei! E quelle tette? E la bocca che dice: ‘oggi debbo scopare…’. L’erezione non gli dava tregua.
- Venga a vedere - Finalmente la voce di lei.
Si diresse in camera da letto. Entrò. Era troppo! Non l’aveva mai letto in nessun libro, ne’ visto in un film… Magda era sdraiata, nuda come prima, con la schiena sulla moquette. Aveva le gambe sollevate verso il cielo, dritte, quasi a novanta gradi rispetto al corpo. Alfred vedeva tutto perché Magda le teneva ben divaricate.
- Perdonami, sto facendo un po’ di stretching - era passata al ‘tu’.-. I medici dicono che fa bene sia a chi fa lavori manuali sia agli intellettuali. Dovresti provare -. Concluse con un bel sorriso portandosi una mano tra le gambe.

Alfred si tolse la camicia, le scarpe, le calze, i pantaloni e finalmente le mutande. Il suo pene vibrò liberamente senza costrizioni. Si adagiò vicino a Magda. Le accarezzò il viso, appoggiò la bocca su quella di lei. Le labbra della ragazza si schiusero. Si scambiarono l’umida passione delle lingue.
- Adesso - sospirò Magda.
Alfred la penetrò, con dolcezza la penetrò. Aveva vent’anni più di lei. Era felice.
- Sei la ragazza più dolce del modo - le sussurrò mentre l’attrito dei genitali provocava intense scintille di piacere per entrambi.
- Alfred tesoro… di più, più forte.. così - Nel corpo di Magda esplose il piacere finale.
Seguirono alcuni istanti di silenzio.
- Bene, penso che ci meritamo una doccia - disse Alfred - cosa ne pensi?
- Oh, certo sono stata sui pavimenti tutto il giorno - rispose Magda.
- Lo so che ti sei impolverata le tette - continuò Alfred - Dai, andiamo sotto la doccia che te le insapono.
Alfred, il vecchio scapolo, sapeva che il momento era magico.