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JohnKPosted: 11/2/2009, 18:59
Analisi del racconto ''Rosso Malpelo'' di Giovanni Verga


Suddivisione in sequenze
-Nuclei Narrativi
· Descrizione di Malpelo
· Malpelo e la famiglia
· La morte del padre di Malpelo
· Malpelo nella cava e il rapporto con i colleghi
· Malpelo e Ranocchio
· La morte di Ranocchio
· L'episodio dell'evaso
· La madre e la sorella non vogliono più Malpelo a casa
· Malpelo non viene più ritrovato dopo essere andato negli antri della miniera
-Sequenze
Prevalgono sicuramente le sequenze narrative, anche se è molto forte la componente descrittiva, pressoché assenti sequenze dialogiche ( espresse con il discorso indiretto libero ), ci sono alcune sequenze riflessive.

- Personaggi secondari
-Ranocchio è l'amico più caro di Malpelo;
-la madre e la sorella di Malpelo che si ricordano di lui solo per la paga che deve portare a casa ed in seguito neppure più per quella;
-Mastro Misciu, Bestia : il padre di Malpelo, l'unico familiare che lo comprendeva ( è morto, il suo personaggio vive solo nei ricordi di Malpelo)
-lo sciancato ( zio Mommu), uno dei manovali;
-i compagni di lavoro di Malpelo che lo emarginano e lo deridono;
-il Grigio, l’asino da soma della cava, personaggio molto simbolico;
-il carcerato.

Tecniche di rappresentazione
Verga utilizza un discorso indiretto libero, riferendo i discorsi e i pensieri dei personaggi indirettamente, ma riportandone le stesse parole. Questa tecnica da immediatezza al racconto, conferendo crudo realismo alla scena (in linea con i modi del Verismo verghiano).
L’autore adopera, inoltre, uno stile denotativo, riportando fatti e situazioni in modo oggettivo, nonostante la crudezza, spesso delle stesse. Tuttavia è possibile individuare alcune similitudini (per es. come un can rognoso oppure come fan le bestie sue pari), volte ad assimilare il personaggio di Rosso Malpelo ad un animale o a una delle bestie da soma della cava.
Verga si serve di un linguaggio risultato dalla fusione di lingua italiana ed espressioni, elementi sintattici, locuzioni, immagini e similitudini mutuati dalla parlata regionale siciliana. Il lessico è costituito da vocaboli italiani o derivati dal dialetto, oltre a pochi termini veramente dialettali ( in particolare appellativi e soprannomi per es. Zio Mommu, Mastro Misciu). Viene impiegato il lessico della miniera, oltre a termini riferibili all’area semantica delle sensazioni di dolore e di disagio, ma anche nomi vezzeggiativi e dispregiativi ( usati in modo offensivo nei confronti di Malpelo, per es. occhiacci grigi). Nel testo prevalgono per la quasi totalità periodi piuttosto lunghi, composti da proposizioni verbali collegate per coordinazione. Viene fatto largo uso di congiunzioni copulative, la struttura delle frasi rispecchia così la parlata popolare.

Contestualizzazione
La Novella è chiaramente ispirata ai canoni veristi che conobbero larga diffusione, in particolare, nella seconda metà dell’Ottocento.
La conversione letteraria di Verga al Verismo si può datare al 1874, l'anno in cui fu pubblicata una novella intitolata Nedda, definita dall'autore un "bozzetto siciliano". L'ambiente non è più urbano ma rurale; la storia non è più ambientata al Nord ma in Sicilia; i protagonisti sono umili contadini. La protagonista della vicenda è una donna, la sua situazione è tragica e concreta, non astratta e sentimentale.

Da quel momento in poi la Sicilia contadina con la sua antica cultura fu al centro del lavoro dello scrittore catanese, nella novella di Rosso Malpelo ritroviamo, infatti, tutti questi aspetti.
L’opera di Verga va inquadrata soprattutto da un punto di vista socio – economico – politico, per comprendere appieno le sue tematiche: è il periodo della rapida industrializzazione, in un paese fondamentalmente agricolo. Nel sud corrisponde alla crisi agraria ed all’inizio dell’emigrazione. Verga è un intellettuale meridionale che mostra questi disagi: esprime l’estraneità della cultura meridionale alla industrializzazione del nord. Questo gli consente di vedere limiti e contraddizioni del tanto decantato progresso: perdita di valori umani, sopraffazione, corsa all’arricchimento sulla pelle degli altri. Nella conclusione: la "disperata rassegnazione" di Malpelo sembra essere la stessa di Verga; l’autore da al personaggio la sua stessa sfiducia sulla possibilità di cambiare la condizione umana (determinata dalla legge della sopravvivenza del più forte), il suo scetticismo nei confronti di ogni possibilità di progresso, si è "vinti" proprio nel tentativo di progredire.

Genere
E’ una novella d’ambiente, ma anche novella sociale, rappresenta la vita e il comportamento del personaggio che le dà il titolo.



Fonte: Skuola Tiscali
Autore: Classika

Fabula // Intreccio
La fabula e l'intreccio in questa novella non coincidono, presentano spesso sfasature e una manipolazione dell’ordine cronologico dei fatti. La narrazione presenta un ordine artificiale che modifica la successione dei fatti sul piano logico-cronologico, anticipando ciò che verrebbe dopo, mediante l’uso di espedienti analessi e prolessi (nel finale).

Struttura
Non è facile ricondurre la novella ad una vera e propria struttura narrativa, poiché si tratta di aggregazione di fatti che non si succedono cronologicamente, tuttavia, a mio parere è possibile individuare le seguenti fasi:
· un’introduzione, in cui viene presentato il personaggio;
· una situazione iniziale, in cui si inquadra l’ambiente e alcuni altri personaggi;
· tre eventi complicanti: il ritrovamento della scarpa del padre, la morte del grigio, la malattia di Ranocchio; ognuno di questi è seguito da uno
· sviluppo della situazione a seguito della rottura dell’equilibrio: il ritrovamento del cadavere del padre, le visite alla carcassa dell’asino e “l’amicizia” con Ranocchio, la complicazione della malattia e la morte;
· il ripristino di un equilibrio, dopo la morte di Ranocchio;
· una soluzione finale e la conclusione: la scelta del lavoro pericoloso e la scomparsa nella miniera, le dicerie e le credenze dei ragazzi.

Ambiente
La miniera dove lavora Malpelo è il luogo principale in cui si svolge la storia e con i suoi antri bui e tenebrosi riflette l'esistenza del povero Malpelo, costretto a lavorare sotto terra e nel buio, un po' come vive la sua vita, è per questo che lui avrebbe desiderato fortemente lavorare all'aperto. Naturalmente la miniera di sabbia è un'ipotetica miniera siciliana perché molte delle novelle del catanese Verga sono ambientate nell'isola.

Tempo
Il contesto storico in cui si svolge la novella è indefinito, non troviamo, infatti, indicazioni testuali dell’epoca in cui si svolge la vicenda, ma si può immaginare che esso sia quello della società contadina e dei piccoli lavoratori siciliani, avente come sfondo una società tipica dell'800.
Anche il tempo della narrazione è indefinito, non lo possiamo dedurre attraverso elementi presenti nel testo, ma solo intuire attraverso parole del tipo una volta, una sera, un tempo…. Il narratore
riprende alcuni fatti significativi della vita del protagonista e li narra, sconvolgendo l’ordine naturale degli eventi, tramite l’uso di espedienti come ellissi e sommari, oltre a digressione (il breve accenno alla morte di suo padre) e prolessi (l’anticipazione nel finale della sua fine nella miniera).

Voce Narrante
Il narratore, esterno alla vicenda, è un osservatore impassibile e oggettivo (a focalizzazione esterna) e si limita a registrare i fatti, proprio per questo la crudità dei fatti narrati è resa per intero al lettore, essendo, infatti, assente qualsiasi tipo di commento o intervento del narratore.

Personaggi
Rosso Malpelo è il protagonista dell'omonima novella, egli viene presentato, dal narratore con una caratterizzazione diretta e viene approfondita in seguito, indirettamente, la sua figura attraverso altri personaggi (per es. il rapporto con Ranocchio). Il narratore ne da una caratterizzazione fisica ( brutto ceffo, sempre cencioso e sporco di sabbia), psicologica (torvo, ringhioso e selvatico) e sociale (emarginato e vilipeso da tutti). Lo si può definire come un personaggio statico, nonostante forse si avverta in lui il seme di un cambiamento interiore. E’ una persona emarginata e denigrata dalla società in cui vive, chiamato così a causa dei capelli rossi che, secondo le superstizioni dell’epoca, erano riconducibili alla sua presunta malignità e cattiveria. Cresce con questa convinzione Malpelo: subisce la violenza sia alla cava che in famiglia, dalla madre (che "non aveva mai avuta una carezza da lui, e quindi non gliene faceva mai") e dalla sorella ( che, nel dubbio che Malpelo sottraesse qualche soldo dalla paga "gli faceva la ricevuta a scapaccioni"); ben tre morti scandiscono la sua "educazione sentimentale" (al centro, fra quella del padre e quella di Ranocchio, la morte più significativa: quella del Grigio); così, non può far altro che divenire "saggio" e rovesciare sui più deboli (Ranocchio e il Grigio), a fine "pedagogico", la violenza che riceve dai più forti. Nonostante questo Malpelo avverte, anche se confusamente, che c’è la possibilità di un mondo diverso, al di fuori di quello in cui vive lui; desidera, pur non comprendendolo appieno, un mondo fondato sull’amore (e non sulla violenza): quel mondo che gli evocano i calzoni di fustagno o le scarpe del padre ("gli pareva che fossero dolci e lisci come le mani del babbo, che solevano accarezzargli i capelli "), o il pensiero che si potrebbe lavorare diversamente (come il manovale "cantando sui ponti, in alto, in mezzo all’azzurro del cielo, col sole sulla schiena "; o come "il contadino, che passa la vita fra i campi, in mezzo al verde, sotto i folti carrubbi, e il mare turchino là in fondo, e il canto degli uccelli sulla testa"), o ancora il paradiso di cui gli parla Ranocchio ("dove vanno a stare i morti che sono stati buoni, e non hanno dato dispiaceri ai loro genitori"), infine il pianto della madre di Ranocchio per il figlio morente (e qui Malpelo ha bisogno di un alibi, per continuare ad accettare il proprio mondo: la madre di Ranocchio piangeva perché "il suo figliolo era sempre stato debole e malaticcio, e l’aveva tenuto come quei marmocchi che non si slattano mai. Egli invece era stato sano e robusto, ed era malpelo, e sua madre non aveva mai pianto per lui, perchè non aveva mai avuto timore di perderlo."). Malpelo è una delle vittime di una società chiusa ai cambiamenti, perciò le credenze sono più importanti delle persone e relegano chi certi difetti ad uno stato di emarginazione.