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Cronaca di un incontro mai avvenuto

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THE DARK LORD
view post Posted on 17/1/2009, 16:36




Come tutti gli autori di racconti erotici amo ricevere commenti da parte di lettori e lettrici, questo mi stimola a continuare a scrivere. I commenti ricevuti finora sono sempre stati lusinghieri ma quello che ho ricevuto da parte di Cristy una lettrice laziale di 28 anni, era talmente entusiasta da indurmi a rispondere cercando di fare in modo che la corrispondenza continuasse.
Con mia grande gioia questo è avvenuto e lettera dopo lettera la nostra corrispondenza si è fatta sempre più intima fino a confidarmi le sue preferenze in fatto di uomini, di sesso, mi disse della sua convivenza con un ragazzo “meraviglioso”, da parte mia ho fatto lo stesso. Mi chiedevo a cosa questa nostra intimità ci avrebbe portato. Questo fino a qualche giorno fa, poi . . .
Quella mattina feci letteralmente un balzo sulla sedia, la mia amicizia con Cristy, la mia sconosciuta corrispondente correva il rischio di essere guastata da una sua richiesta inopportuna: Nella MAIL del 15 Luglio diceva:
“Proposta oscena: sarò in albergo, a Torino, il 22. Tu cosa hai da fare? Dimmi di si e ti comunicherò l’indirizzo dell’ albergo, mi piace pensare che potresti esserci.”
Più in là nella stessa Mail aggiungeva:
.” Con la scusa di andare a trovare una mia compagna di università io parto un giorno prima. Vorrei conoscerti e visto che abiti non molto lontano, perché non ci vediamo?”
Mi vidi crollare letteralmente il mondo addosso, la mia amica aveva violato la promessa che ci eravamo scambiati di rispettare quell’anonimato che ci permetteva di fare uno all’altra delle confidenze intime, anche piccanti, di dirci tutto quello che un uomo e una donna possono dirsi. . .
Temetti che mi avesse individuato e c’era andata vicino in quanto risiedo da tempo ad una sessantina di chilometri da Torino, città che conosco molto bene.
Buttai giù una rispostaccia dicendo fra le altre cose che ero sposato e non intendevo tradire mia moglie al che lei rispose il giorno stesso:
“ Sveglia Jadis, siamo nel 21° secolo lo sai? Se non ci sarai, prima di ripartire per Modane con il gruppo di amici che arriverà nel tardo pomeriggio, farò un giro al Valentino... ti sembra abbastanza romantico e... neutro come territorio?”
Risposi ribadendo quello che avevo scritto e spedii la lettera, ma anche dopo non ero tranquillo, rimaneva la tentazione . . .

Quel giovedì, 22 Luglio, era una giornata che prometteva di essere molto calda, malgrado fossero appena le 9.30 il sole picchiava già forte. Al riparo dell’ombra delle mura presso il ponte levatoio che scavalca il finto fossato del Borgo Medioevale scrutavo fra le persone che si avvicinavano, cercando di individuare la mia sconosciuta.
Non ci eravamo detto null’altro che il luogo e l’ora dell’appuntamento confidando che ci saremmo riconosciuti dall’immagine che in quelle settimane di fitta corrispondenza si era formata nella nostra mente.
Anche se non l’avevo mai vista neanche in fotografia, si era descritta alta, bruna, capelli lunghi, occhi verde scuro . . . null’altro! Una figura leggera apparve in lontananza, prima di distinguere i suoi lineamenti capii che era lei, me lo dicevano i battiti del mio cuore che sobbalzava come se volesse sfuggire dal mio petto.
Stranamente cominciai a calmarmi mentre la figura si faceva via via più definita, i capelli nerissimi cadevano morbidamente sulle sue spalle, l’altezza inconsueta per una donna italiana la faceva spiccare fra le altre figure femminili Come paralizzato, non riuscivo a muovermi mentre la donna muovendo piano lo sguardo cercava di riconoscere fra i vari sfaccendati l’uomo al quale aveva dato appuntamento. Quando stava per oltrepassarmi, feci un passo:
- Cristy. . . Ripetei il suo nome due volte perché alla prima uscì dalla mia gola un suono strozzato. Lei si fermò, guardandomi con sorpresa, poi mi sorrise.
- Jadis . . . sei tu? Disse Iadis, pronunciando la J all’italiana come fosse una i. Non sapevo cosa rispondere, rimasi imbambolato, paralizzato, incantato dai suoi stupendi occhi verde cupo che illuminavano il suo viso.
Era bella? In quel momento non avrei saputo rispondere, come quando rimani abbagliato dai fari di una macchina e non riesci a distinguere null’altro che quelle luci. Così era l’effetto che mi facevano gli occhi di Cristy, doveva essere bella e molto, a giudicare dagli sguardi che gli gettavano i passanti uomini. Finalmente riuscii a scuotermi, presi la mano che mi tendeva e farfugliai:
- Sono contento di incontrarti . . . Poi: Possiamo darci un bacio?
Lei atteggiò le labbra in un sorriso franco, aperto che mise in mostra una dentatura bianchissima.
- Certamente! Disse avanzando. Ci demmo un bacio su entrambe le guance, la sua pelle aveva un profumo delicato, di muschio che ricordava il profumo di un bosco in primavera.
Fece un passo indietro guardandomi attentamente.
- Non ti immaginavo così . . .
- Lo so, forse mi pensavi calvo vista la mia età.
Sorrise ironicamente, mi piacque subito, sapevo che si avvicinava alla trentina ma non dimostrava più di 24^25 anni, l’aspetto era giovane e fresco. Arrossii sotto il suo sguardo, non gli avevo detto esattamente la mia età perchè sapevo di non dimostrare i miei anni, almeno non tutti e non volevo che li scoprisse, non subito.
- Non mi avevi detto dei baffi . . . Tirai un sospiro di sollievo, risposi qualcosa, non so cosa, eravamo in mezzo al ponticello, la gente passando ci sfiorava, ci urtava ma non ci facevamo caso, ero incantato e mio malgrado soggiogato dalla sua persona.
Ci incamminammo, dopo qualche passo lei si appoggiò al mio braccio, non sapevo quello che mi stava succedendo, parlavo senza sapere realmente quello che dicevo, lei mi rispondeva mostrando di non far caso agli strafalcioni che sicuramente pronunciavo. La guardavo incantato, lei si volse verso di me. Mio dio, quegli occhi! Non riuscivo a staccare il mio sguardo, non capivo neanche dove stavo andando, dove la stavo portando . . .
Fu lei a fermarsi, realizzai che eravamo al termine del Valentino, voltammo su corso Vittorio, attraversammo . . .
- Dove mi porti Jadis? Mi aveva fatto fermare, mi guardai attorno senza rendermi conto dov’ero.
- Pensavo . . . il Museo Egizio, sai, vicino c’è la Pinacoteca . . .
- Allora per di qua. Mi accorsi che Cristy conosceva Torino forse meglio di me, La seguii sentendomi come quando diciottenne avevo dato appuntamento ad una ragazza del mio quartiere e quando mi era apparsa vestita e truccata, non la riconobbi tanto era bella e come allora dicevo frasi senza molto senso che la ragazza ascoltava con gentile indulgenza.
Facemmo il biglietto e entrammo nel museo. Di tutti i visitatori, eravamo gli unici che vagavano per le sale non prestando nessuna attenzione ai reperti che rendevano quel museo famoso in tutto il mondo, secondo solo al museo del Cairo.
Mi ero alquanto ripreso e ora la nostra conversazione scorreva fluida e piacevole credo per entrambi, quando uscimmo il sole era a picco, pranzammo in un ristorante che sapeva di antico, Cristy mangiò pochissimo, io non ricordo cosa presi, ma chiacchierammo, chiacchierammo, osai prenderle la mano, lei me la strinse sorridendomi dolcemente e non la lasciò più.
Fuori continuammo a chiacchierare, mi parlò del suo lavoro, di come amasse la letteratura, dei corsi che intendeva frequentare, era lei che mi guidava come se questa fosse la sua città, poi dopo non so quanto tempo si fermò.
- Io sto qui . . . dobbiamo salutarci, il treno dei miei amici arriva alle 18 . . . Eravamo davanti all’hotel XXXX ricordai che me lo aveva comunicato. Guardai l’orologio.
- Bé . . . allora . . . Mi sentivo sciocco, Cristy era venuta per me e io . . . mi tese la guancia per il bacio di commiato, la guardai entrare nella hall. Mi ero già incamminato quando la sua voce mi fece ritornare sui miei passi.
- Senti Jadis . . .
Lo aveva quasi sussurrato con gli occhi chini, quando fui vicino li sollevò piantandoli decisamente nei miei.
- Ho ancora tempo, se vuoi puoi salire . . . non ho mai consumato nulla dal frigo delle camere degli alberghi, forse puoi aiutarmi . . . posso offrirti qualcosa?
Cara meravigliosa Cristy, ancora una volta avevi fatto il primo passo! La seguii all’interno, nell’attraversare l’atrio salutò sorridendo alcune persone ma non si fermò, sull’ascensore allungò la mano stringendomi il braccio.
- Stai bene Jadis? Sei pallido sai? Non vi era nessuna ironia nella sua voce, solo gentilezza.
- Non è nulla, il caldo . . .
Mi precedette lungo il corridoio, si fermò davanti ad una porta, l’aprì, appena entrati tirai un sospiro di sollievo che non sfuggì alla ragazza.
- Va meglio ora? O hai ancora paura che qualcuno ci veda insieme e lo dica a tua moglie? Arrossii talmente che lei non volle infierire, aprì lo sportello del frigorifero mostrandomi la fila delle bottiglie di ogni tipo.
- Serviti pure, io prendo quello che prendi tu, torno subito!
Scomparve nel bagno, girai gli occhi attorno, la camera era come tutte le camere d’albergo solo un poco più lussuosa, il letto matrimoniale, gli abat jours anonimi, lo scrittoio con buste e lettere, l’armadio, due sedie . . .
Trovai i bicchieri, presi dal frigo una bottiglia, la stappai, solo dopo mi accorsi che stavo versando degli aperitivi, mi diedi dell’imbecille. Cristy non rimase a lungo assente, quando ritornò notai in lei qualcosa di diverso.
Un condizionatore ronzava discretamente il che permetteva di tenere la finestra chiusa, Cristy l’aprì per accostare le persiane, il suo sporgersi fece salire il vestito fin sopra la piega delle ginocchia.
Realizzai che di diverso c’erano le sue movenze, il languore che ricordai avevano le donne che avevano deciso di . . . So di non essere modesto, ma negli anni passati erano quelle movenze, quel languore che mi dicevano che potevo osare e che mi avevano permesso molte volte di gustare della loro intimità.
Nella stanza vi era una piacevole fresca penombra, Cristy venne verso di me, tolse dalle mie mani i bicchieri che posò su una mensola poi si avvicinò ancora . . .
- A me piace bere dopo . . . e tu?
Un profumo fresco, pulito, emanava dalla sua persona, ora che era vicina sentivo anche la delicata fragranza dei suoi capelli, gli occhi che fissavano i miei avevano acquistato una profondità nella quale mi stavo perdendo.
Capivo che anche lei era emozionata, il suo respiro come il mio si era fatto più rapido. Socchiuse la bocca e quando vide che guardavo le sue labbra, chiuse gli occhi, le mie mani la sfiorarono appena e fu nelle mie braccia.
Sentii contro il petto la soda pienezza dei suoi seni e attraverso la stoffa della mia camicia il prepotente turgore dei suoi capezzoli. Cercavo di padroneggiarmi ma non ci riuscivo, le labbra che sfioravo erano morbide, aspettai che le schiudesse per premere le mie e . . .
Non vi è nulla di più intimo del bacio, neanche l’atto sessuale è così intimo, nel bacio vi è la fusione di due esseri, il dono di noi stessi, con il bacio si ritorna al tempo in cui l’unico modo per conoscere una cosa é portarla alla bocca . . .
Anche per Cristy doveva essere così perché appena la mia lingua accarezzò l’interno delle sue labbra, rispose al richiamo facendomi sentire la morbida carezza della sua lingua poi . . .
Non fu il contatto del suo corpo ne quando le mie mani dalle sue spalle si spostarono sulla sua schiena scesero aperte sposando la curva delle sue reni fino ai glutei sodi, carnosi e la strinsi a me, non fu questo a provocare la mia erezione.
Fu la sua bocca a provocarla, furono le labbra che muoveva rotando leggermente il viso; aprii larga la bocca lasciando che la mia lingua fosse aspirata e accarezzata dalla sua, fu questo a provocare in me una erezione subitanea e prepotente.
Sotto la seta del suo vestito avevo percepito il lieve rilievo dei suoi indumenti intimi, spostai piano le mani giù, all’inizio delle cosce, Cristy sporse il grembo cercando il mio, sentì il turgore della mia emozione e si strofinò languidamente, poi lasciò sfuggire nella mia bocca come un lamento e con uno sforzo si scostò.
Ci guardammo come smarriti, entrambi respiravamo forte tanta era la nostra emozione. Cristy spostò lo sguardo sulla gobba oscena dei miei pantaloni e si voltò.
- Sei ancora in tempo Jadis, puoi ancora andartene! Disse.
La sua figura si stagliava contro la finestra in un controluce che faceva brillare i capelli corvini che solleticarono la mia guancia quando posai le labbra sul suo collo. Lei si scostò quasi volesse sfuggirmi.
- Non mi piacciono le cose affrettate, per questo ho preso la camera per due persone dicendo che il mio compagno sarebbe arrivato oggi. . . Però fai ancora in tempo ad andare Jadis.
- Non posso andarmene Cristy, ti desidero troppo ma . . . il treno?
- Ti ho detto una bugia, i miei amici arrivano domani, quindi . . .
- Cara meravigliosa Cristy
Quando posai nuovamente le labbra sul suo collo lei reclinò il capo sulla mia spalla e mentre prendevo fra le labbra il lobo del suo orecchio le mie mani risalirono ai suoi seni. aveva un petto piacevolmente sodo, orgoglio della donna che in una lettera mi aveva confidato di non voler rinunciare al suo lieve sovrappeso per il timore di perdere l’elasticità dei suoi seni.
La ringraziai mentalmente mentre muovendo adagio le mani ne saggiavo la compattezza, il mio corpo incollato al suo percepiva i movimenti quasi impercettibili che la donna faceva strusciandosi contro di me, mossi il bacino per fargli sentire la durezza del mio desiderio contro i glutei piacevolmente prominenti, lei si strusciò apertamente finché non sentì il membro nell’avvallamento delle sue natiche.
Allora voltò il capo e mentre le nostre bocche si univano, le lingue si cercavano, si lambivano, le mie dita giocarono con l’inizio della sua scollatura prima di iniziare a sbottonare il vestito intero che portava.
Non ero più avvezzo a questo tipo di operazioni, le mie dita tremavano, incespicavano mentre disfacevo il primo bottone, il secondo , , , La bocca di Cristy che si era staccata dalla mia si atteggiò in un sorrisetto ironico che malgrado fossi dietro di lei vidi con mio grande imbarazzo.
- Oh Cristy, Cristy . . . Alitai contro il suo collo.
Le mie mani che ora avevano acquistato sicurezza disfacendo veloci i bottoni incontrarono le sue intente a slacciare la cintura che chiudeva il suo vestito, poi ancora due bottoni e . . .
Vidi riflesso nel vetro della finestra l’aprirsi dell’indumento, mi scostai e il più delicatamente possibile lo sfilai agevolato dalla ragazza che fece scattare i poussoirs che trattenevano le spalline. Cristy lo prese posandolo sulla sedia accanto al letto, quindi si sedette su di esso.
Sorrideva Cristy mentre alzando il viso mi vide chinare, reclinò docilmente il capo mentre ne baciavo il collo all’attaccatura della spalla e le mie mani scendevano sulla sua schiena. Slacciare un reggiseno è sempre stata per me un’operazione difficile soprattutto se i bottoni sono due; fortunatamente fui facilitato perché si trattava di gancetti che cedettero subito.
Si adagiò sui gomiti fissandomi intensamente mentre liberavo i suoi seni ma quando feci per chinarmi su di essi respinse il mio capo sussurrandomi:
- Amore . . . spogliati, cosa aspetti?
Un uomo che si spoglia, offre sempre uno spettacolo alquanto goffo, non per la camicia che mi levai rapidamente come la canottiera, ma per i pantaloni che per toglierli dovevo prima sfilare le scarpe, mi sedetti quindi su una delle sedie e mi chinai slacciandole quindi feci scendere i jeans insieme ai boxers che lasciai a terra, quando mi alzai Cristy stava ammainando le mutandine lungo delle gambe da sogno, sentendomi avvicinare sollevò lo sguardo.
- E’ come lo hai descritto nel racconto sai?
Guardava il pene che non aveva perso la sua rigidità e che alla vista di tanta bellezza oscillava lievemente per le pulsioni del mio sangue, fui felice che non mostrasse di notare la leggera pinguedine che mi faceva temere di non piacergli.
Mi guardò abbassarmi per togliere le sue scarpe e sbarazzarla del suo ultimo indumento. Quando mi alzai, Cristy prese in mano il membro ammirandolo estasiata.
- E’ grande esclamò, davvero grande, proprio come lo descrivi nei tuoi racconti! Cristy lo teneva fra le mani e nella sua mente forse iniziava a farsi strada il pensiero di quanto quel membro l’avrebbe fatta godere, l’avrebbe riempita e pensava con quanta abilità l’avrei potuto usare con lei consapevole della mia esperienza.
In Cristy il desiderio iniziava a crescere sempre più prorompente, lo capivo dai suoi sospiri, da come i suoi seni si alzavano e si abbassavano mossi dal respiro diventato più veloce, capivo che la sua mente era invasa dal desiderio del piacere e il suo corpo iniziava a trasmettere i primi segni.
Alzò gli occhi e li puntò diritti nei miei, quasi volesse leggermi dentro, non vi era in noi alcuna vergogna nel mostrarci nudi, se all’inizio c’era stata una parvenza di pudore ora era caduta insieme ai nostri indumenti, vi era solo la voglia, tanta voglia, il desiderio di scoprire a vicenda i nostri corpi, assaggiarne il sapore, scrutare e frugare ogni lembo della nostra pelle per donarci un piacere che volevamo immenso e reciproco.
Esistevamo solo noi, chiusi dentro quella stanza, che già iniziava ad assorbire i nostri primi sospiri, gli unici spettatori erano le mura e l’arredamento, nessuno avrebbe mai saputo quello che stavamo per compiere, mia moglie mi pensava in visita in ospedale, ci sentivamo liberi di dar sfogo a tutte le nostre fantasie, preoccupandoci solo di darci piacere, questo era quello che gli occhi di Cristy mi volevano trasmettere e lo capii molto bene quando il gioco ebbe inizio.
Cristy mi afferrò le natiche e mi attirò a sé, con un filo di voce quasi sospirando esclamò:
- Ora sei mio voglio godere del tuo piacere. . .
Il mio membro non oscillava più, era duro all’inverosimile, eretto e prepotente davanti al suo viso, il glande scoperto e luccicante, un rado ciuffo di peli ricopriva i testicoli.
Si avvicinò, mentre in piedi di fronte a lei la guardavo, portò il membro dolcemente alla bocca e iniziò col baciarlo sulla punta del glande, lo leccò leggermente quasi a volerne assaggiare il sapore, capivo che lo faceva in modo troppo delicato per il desiderio che sicuramente ardeva in lei, mi accorsi che si stava trattenendo forse temendo che un bocchino troppo irruento avrebbe smorzato la mia voglia.
Non riuscì a controllarsi a lungo, i suoi baci si fecero più caldi, si spostarono sui testicoli e dopo averli leccati sapientemente, li prese in bocca ad uno ad uno succhiandoli, la sua lingua li lambì tutto attorno, me li sentii risucchiare nella sua calda cavità, la sua mano non aveva lasciato il membro pulsante, lo menava adagio facendo scivolare su e giù la pelle bagnata dai suoi baci, con la mano libera mi toccava freneticamente le natiche, me le stringeva, mi sentii tirare sempre più verso di lei quasi mi volesse inghiottire completamente, non mi resi conto che aveva accolto nella sua bocca tutto il membro, lo picchiettava con la lingua, la faceva scorrere per tutta la sua lunghezza per poi riprenderlo, scendendo fino alla sua base, sentivo il glande premere la sua gola, lo suggeva, vi faceva scorrere la lingua per poi ingoiarlo nuovamente.
Stavo perdendo il controllo tanto erano forti le emozioni che provavo, mi sembrava che la sua lingua fosse ovunque, passava dall’asta durissima che sembrava sul punto di esplodere, ai testicoli gonfi, per poi insinuarsi delicatamente ma in modo deciso, proprio in quel punto che per i più è tabù, faceva compiere alla lingua calda e morbida dei piccoli cerchi, sentivo fremere le sue labbra contro le pareti delle mie natiche. . . Oh il piacere che mi stava dando questa ragazza sconosciuta!
Il mio corpo era percorso da un brivido di piacere mai provato prima, cercai i suoi occhi, lei alzò per un attimo il viso regalandomi un caldo sorriso malizioso, la guardavo con stupore, Cristy era così naturale in quello che faceva, non c’era ombra di vergogna, fece uscire un sussurro dalla sua bocca mentre solo per un attimo le sue labbra si staccarono dalla mia parte intima per dire con un filo di voce:
- Dimmi solo se ti piace e se vuoi che continui, dimmelo tu . . .
- Si . . . oh siiii! ! !
Il suo ardire mi fece ricordare la confidenza che mi scrisse in una delle sue lettere, era vero! Non mi diede il tempo di rispondere, mi sorrise teneramente vedendo il mio stupore, leggendo nei miei occhi il piacere che mi stava regalando.
Scese dal letto e si inginocchiò davanti a me il membro marmoreo sparì in un lampo nella sua bocca bollente, giocò un po con i risucchi, la lingua accarezzò nuovamente tutta l’asta sempre totalmente immersa, non so come facesse, sentivo le sue labbra a contatto del mio pube mentre giocavano delicatamente con i testicoli, poi lo lasciò scivolare fuori, passò la lingua sulla corona del glande poi sul meato e, infine ne fece un boccone solo facendosi arrivare la cappella in gola, da delirio! Nuovamente sentii il calore delle sue mani afferrarmi le natiche, me le accarezzò delicatamente poi il taglio della sua mano entrò nel loro solco, altri brividi invasero il mio corpo insieme ad un misto di stupore.
Mi stringeva a sé con foga, non potevo muovermi, ero prigioniero delle sensazioni che mi stava facendo provare in quel momento, era lei la padrona del gioco, era lei la padrona del mio piacere. La sentivo gemere piano, mentre l’andirivieni della sua lingua produceva quel rumorino tanto strano ma alquanto eccitante, sapeva bene l’effetto che produceva su di me il tocco delle sue mani e della sua lingua, aveva capito che se il gioco fosse continuato non mi sarebbe più stato possibile trattenermi, e ora procedeva lenta e regolare, mi teneva costantemente sull’orlo dell’orgasmo senza mai permettermi di esplodere, una dolce tortura in cui era davvero esperta, concentrata sulle mie reazioni, sugli spasmi del mio corpo e sul mio respiro.
Dopo un po’ non né potevo più, mi sentivo eccitato da stare male, non potevo aspettare, la volevo, la desideravo troppo, ora non volevo più la sua bocca, non mi bastava più, volevo possederla ora, subito, presi li viso di Cristy tra le mie mani, lei mi puntò i suoi occhioni quasi divertita ad interrogarmi, lo sapeva benissimo che non sarei resistito oltre, lo sentiva dalle pulsazioni del membro diventato di marmo, era come se lei volesse sfidarmi, non so, fu questa la sensazione che ebbi.
Si lasciò rialzare, cercai la sua bocca volevo assaporare il suo sapore unito al mio, volevo bere il desiderio dalle sue labbra, sentirla gemere e sospirare dentro la mia bocca, ma…mi respinse. Languidamente il viso di Cristy scivolò verso il mio petto, la lingua iniziò a scorrere sulla pelle del busto, nel suo cammino si soffermò intorno ai capezzoli li leccò entrambi, li succhiò, li titillò con la punta tesa, quasi fosse un piccolo membro, li mordicchiò con i denti, le sue labbra sempre più calde incollate al mio petto, le sue mani accarezzavano la mia schiena, sentivo le sue unghie graffiarmela, ero in estasi ma capii che anche per Cristsy il momento era giunto, non poteva più aspettare, il desiderio era troppo forte, la dolce tortura si stava trasformando quasi in rabbia per la voglia di arrivare all’apice del piacere e cosi la spinsi dolcemente sul letto.
Lei si allungò e subito aprì larghe le gambe sollevandole aperte pronta ad accogliermi. Appena fui fra di esse mi chinai su di lei, Cristy aveva una bocca straordinariamente morbida, mosse la lingua in modo talmente lascivo succhiando le mie labbra in un modo così sconvolgente che fremetti immaginando cosa sarebbe accaduto se avesse solo per poco continuato il suo stupendo bocchino.
Mi staccai a malincuore spostandomi sul suo petto. Non avevo mai visto dei capezzoli così turgidi e eccitati, mi abbassai leccandoli avidamente, li presi in bocca suggendoli adagio, cielo come mi piaceva sentire sotto la lingua e fra le labbra quelle cosine talmente tese che appena aprendo larga la bocca su un seno la mia lingua li picchiettò, ebbi la gioia di vedere il viso della bella illuminarsi e dalla sua bocca levarsi dei lamenti dolci come delle invocazioni.
Durò poco perché l’impazienza di Cristy le fece allungare una mano al mio pene, mi sentii tirare, poi percepii sotto il glande l’umida tepore del suo sesso e la carezza delle labbra che separava . . . Fu allora che mi resi conto che le sollecitazioni della bocca di quella meravigliosa creatura mi avevano portato ad un tale grado di eccitazione che non sarei stato in grado di varcare la soglia del suo ventre senza . . . no, non poteva essere!
Mi sottrassi a quel conturbante contatto percorrendo con la bocca aperto, con la lingua guizzante il suo addome lasciando una scia di saliva, poi il suo ventre . . .
- Lo volevo dentro, lo volevo! Rimproverò la bella.
Ma appena capì le mie intenzioni, spinse il mio capo verso quella che era la mia meta e dove lei ora desiderava la mia devozione. Il profumo del suo sesso precedette il mio contatto con esso, Baciai la sua vulva come prima avevo baciato la sua bocca, le mani sui miei capelli mi premettero su di essa, mi immersi, immersi la lingua e come un assetato bevetti la sua eccitazione, la assaporai sapendo che non mi sarei mai saziato.
Le mani di Cristy lasciarono il mio capo per agganciare le gambe alla piega delle ginocchia attirandole a se aperte ai lati del suo busto, mi sollevai.
Cielo com’era bella la fica di Cristy, un frutto aperto dalla polpa scintillante di umori e di saliva che lasciava vedere l’apertura della vagina aperta al mio omaggio, come in tutte le brune, le labbra che bordavano il bel sesso, scure in cima sfumavano in un rosa acceso che metteva in risalto la carne sottostante. Il clitoride risaltava al vertice delle belle labbrette, gonfio e eccitato.
- Ho voglia . . . ho voglia! Implorò la ragazza.
La sua espressione era di attesa e di dolce sofferenza, gli eburnei suoi seni inquadrati dalle ginocchia che la ragazza continuava a premere contro il busto ne facevano risaltare la compattezza ed erano straordinariamente tentanti con i capezzoli innaturalmente tesi e irti.
- Oh Jadis . . . Jadis . . .
Non la feci aspettare oltre ma fu sul clitoride che le mie labbra si chiusero e la mia lingua . . . Le parole non basterebbero a descrivere quello che provavo e la gioia che esprimeva la mia bella sconosciuta, come descrivere i movimenti che faceva, le ondulazioni che imprimeva al bacino, i lamenti che uscivano dalla sua bocca, i gridolini che udii allorquando presi a suggere la cara protuberanza . . .
Quando immersi nuovamente la bocca nella sua fica aperta la trovai abbondantemente bagnata di succhi che leccai avidamente, che cercai immergendo la lingua nell’apertura vaginale, ritirandola, immergendola ancora e ancora, le mie labbra, il mio naso, i miei baffi intrisi di amorosi profumi la frugavo con passione.
Cristy in delirio si muoveva disordinatamente sollevando il bacino, ondulandolo languidamente e quando respingendo maggiormente le sue cosce seguii il rivolo che colava fra i glutei aperti, si immobilizzò.
- Lo sai che mi piaaace . . . oh si amore . . . siiiiii! ! !
La mia lingua aveva raggiunto le increspature del suo buchino esplorandone le pieghine che lo contornavano, rendendole viscide della mia saliva, poi con la punta saggiai la consistenza della sua rosellina che la ragazza teneva inconsciamente contratta, la mia mano salì al suo sesso premendo il clitoride con piccoli gesti circolari, Cristy si lamentò più forte ed ebbi la gioia di immergere la punta nel suo buchetto che subito si rilassò abbastanza da permettermi di immergerla maggiormente.
- Amore . . . oh amore, amore . . .
Il gradimento della bella lo sentivo negli umori che colando sulla mia lingua mi permettevano di spingerla maggiormente, di muoverla, di farla andare avanti e indietro, la bocca e il mio mento premuto fra le sue natiche . . .
La mia lingua fece a ritroso in cammino percorso prima, la sua fica ora era piena dei succhi che bevetti golosamente la bocca incollata al sesso in calore, immergendomi nell’apertura vaginale per quanto lo permetteva la mia lingua, Cristy cercò di respingermi tirando i miei capelli ma io resistetti finché la mano mi premette nuovamente abbandonandosi alla mia bocca.
Furono momenti esaltanti, percorsi più volte il bel sesso suggendo le labbra brune, fino al clitoride che picchiettai di sotto in su facendo sussultare la bella, accompagnato dai suoi lamenti ininterrotti facendogli salire ad uno ad uno i gradini del piacere ma fu quando serrando fra le labbra la cresta gonfia, la succhiai che scatenai il suo orgasmo, sollevò alto il bacino permettendo al mio dito di immergersi nei suoi glutei muovendolo dentro e fuori.
Gridò Cristy, ebbe degli scatti inconsulti, serrando e rilassando l’ano attorno al mio dito, mi insultò rimproverandomi con voce acuta:
- Non volevo così . . . volevo il tuo cazzo . . . lo volevo . . . lo volevo . . . oh siiii ! ! !
E per me sempre una gioia far venire una donna leccandola, fui ricompensato dal fiotto del piacere di Cristy che innondò la mia bocca e che lappai con infinita voluttà finché la ragazza spossata si abbandonò esausta anche se le contrazioni della sua vagina continuarono ancora . . . Quando si fu chetata ritirai il dito ancora immerso nel bel culo e mi alzai.
-. Ora me lo darai il tuo cazzo?
Sorrideva provocandomi, le sue guance accese dicevano dell’emozione che ancora provava, non riuscivo a credere che fosse nuovamente pronta come se il suo godimento non fosse avvenuto. Chinandomi coprii la sua bocca con la mia, lei mosse la lingua alla ricerca del sapore che avevo colto fra le sue cosce, lo fece muovendo languidamente il busto; erano irti i capezzoli che strusciava contro il mio petto lamentandosi piano per le sensazioni che trasmettevano al suo corpo, ancora una volta la sua mano si strinse attorno al mio pene attirandomi.
Dire che entrai in lei non sarebbe esatto, la sua vagina era talmente dilatata che scivolai in lei aprendo una fica bagnata all’inverosimile. Le mani dietro le mie natiche mi attirarono in fondo fino a farmi percepire l’inizio del suo utero che il glande respingeva. Mi sollevai appena le sue mani si fecero leggere estrassi il pene fin quasi ad uscire dal suo grembo e affondai beandomi dell’espressione della ragazza, ammirando il bel corpo riverso, il tremolio dei suoi seni, la sua fica serrata al mio membro come una bocca salivante e . . .
La mia carne appariva enorme in confronto con la vulva che allargava accolta dal ventre della bella che si lasciò sfuggire un lungo gemito di approvazione. Cristy stesa sul letto tiene ancora le cosce spalancate, guardo il bel seno e il corpo sobbalzante per i colpi violenti che le porto. Pare estraniarsi dalla mia presenza, sta godendo e tutto il resto sembra non ha senso per lei, è concentrata sulle proprie sensazioni, ascolta gli stimoli che si convertono in piacere, la sua vagina circonda il membro che la penetra, si adatta alle sue dimensioni, le piccole labbra seguono il contorno del pene che si muove in lei, il suo viso inizia a dimostrare un profondo piacere ed è sempre più bello.
E’ ad occhi chiusi che assorbe ogni mia spinta, ora il suo corpo in estasi è pronta ad accettare tutto. La spingo leggermente di lato, cielo come mi attira il suo culo, senza uscire da lei continuo a penetrarla, Cristy volge il viso a guardarmi, i suoi occhi sono velati dal piacere, con un sospiro mi incita a continuare, oso stuzzicare il suo buchino, il mio dito lo massaggia piano finchè la bella si rilassa e il suo affondare viene accolto da un gemito di sorpresa misto a piacere. . .
Capisco che è pronta, estraggo il pene grondante e lo struscio più volte fra l’ano e la vagina, il movimento accolto da un gridolino di piacere esprime l’approvazione della ragazza, nello spingere in avanti il bacino capisco che Cristy è decisa a sentire proprio lì il mio membro, si gira carponi in un muto invito. E’ in quella posizione che mi immergo nuovamente nella sua vagina che lo inghiotte con un rumore bagnato . . .
- Non hai capito che lo voglio nel culo? Grida quasi.
Il suo appello che è anche il mio desiderio mi incita a penetrarla con violenza, voglio che sia pronta quando deciderò di accontentarla, i miei colpi divenuti selvaggi la sbattono quasi distesa sul letto. Cristy solleva il sedere in un chiaro invito, capisco il suo messaggio e solo allora decido di accontentarla.
Esco dalla morbida guaina della sua vagina e guido il pene appena più in alto e puntandolo sull’ano intriso dei suoi succhi spingo delicatamente il cazzo grondante, poi non cogliendo cenni di protesta della bella, con una spinta decisa entro in lei. Le sue urla dapprima di spavento per il corpo estraneo che l’allarga empiendo le sue viscere si trasformano presto in grida di vero piacere, capisco che per lei non è la prima volta e che riesce a godere infinitamente quando è presa in quel posto, sembra impazzita, perde completamente il controllo di sé .il suo viso alterato dal piacere e i suoi gemiti prolungati allo stringersi spasmodico del suo sfintere mi dicono del suo orgasmo.
Anche al mio cervello, sta giungendo impetuoso l’orgasmo ma riesco a trattenermi pensando che vista la sua giovinezza, il piacere fin’ora ottenuto potrebbe essere per lei non sufficiente. Non mi sbagliavo perché mi respinge dai suoi glutei e in soffio di voce ordina:
- Sulla poltrona, siediti sulla poltrona, voglio ancora il tuo cazzo, lo voglio tutto fino in fondo…
Eseguo e in un attimo mi viene sopra volgendomi la schiena e lentamente scende su di me ricevendo il membro direttamente nell’ano. Cielo, quanta voglia alberga in questa meravigliosa creatura? E’ straordinariamente bello sentirla gemere di piacere. Cristy si mosse senza ritegno scorrendo sull’asta dura con la stessa foga, con la stessa facilità che se l’avesse nel ventre, la sento ansimare forte, sempre più forte e quindi godere nuovamente di un orgasmo delirante. Anche dopo, non si ferma continuando la sua sconvolgente danza erotica mettendo a dura prova la resistenza del mio pene, ma prima che giunga il mio orgasmo la sollevo di peso e la scosto.
- Voglio sentirlo ancora . . . voglio che il tuo cazzo mi riempia ancora, no...... Protesta Cristy.
La spingo facendole poggiare il viso sul bordo del letto, subito le sue mani corrono alle sue natiche aprendo i tesori della sua femminilità che ancora pulsano per l'orgasmo non ancora completamente esaurito ma questa volta voglio fare a modo mio.
Afferro le sue braccia piegandole dietro la sua schiena e tenendola bloccata appoggio il membro alla sua fessura e con un colpo deciso affondo iniziando a scorrere con vigore. Cristy cerca di liberarsi, ha bisogno di muoversi, di prendermi, di attirarmi tutto dentro di lei, di sfogare la sua libidine ma io la tengo ferma, voglio che si carichi come una molla, in modo che quando la lascerò libera scatenerà la sua foga e potrò godere del suo orgasmo.
Continuo a penetrarla ma più la tengo ferma più lei sculetta e geme, ansima, mi incita a farla godere. Solo quando la sento sul punto di esplodere la lascio libera, mi sdraio e la attiro sopra di me, Cristy ora libera di sfogare i suoi istinti mi guarda con occhi carichi di sesso e di voglia di godere vuole godere, godere, godere . . . in un attimo afferra il mio cazzo, lo appoggia fra le cosce e con decisione se lo spinge dentro, comincia a muoversi ad un ritmo frenetico. Mi scopa, senza ritegno e sbatte il suo sedere sui miei fianchi fino a farmi male, si dimena in maniera spasmodica per cercare un orgasmo che le faccia sentire ogni stilla di piacere che riesce ad estrarre dal suo corpo.
Ormai siamo entrambi agli stremi, ansima, geme, urla che sta per godere, mi implora di godere insieme a lei, di riempirla, di sfondarla, affonda le unghie nel mio petto mentre le prime fitte dell’orgasmo invadono il suo corpo, lo sente salire dal ventre e arrivare al suo cervello e quando arriva è un' esplosione fortissima, incontrollabile, Cristy ricade sul mio corpo e per lunghi minuti continua a gemere e godere mentre anch'io con rapidi colpi delle mie reni inizio a godere dentro di lei con schizzi fortissimi ed intensi. I nostri gemiti si intrecciano, si confondono poi i nostri corpi lentamente si rilassano, i movimenti del bacino della bella rallentano ma sento i suoi muscoli vaginali continuare a contrarsi come a mungere il mio membro per svuotarlo fino all'ultima sua goccia di piacere.
Dopo una decina di minuti ci siamo completamente acquietati e lei rimane stesa sul mio petto, entrambi sudati fradici, sento colare sui testicoli i liquidi del nostro godimento. Con un gridolino Cristy si alza e con un sorriso mesto quasi a scusarsi corre in bagno.

La seguo ma trovo la porta chiusa, sento l’acqua della doccia scrosciare, contrariamente alla maggioranza delle donne esce quasi subito avvolta in un ampio asciugamano di spugna. Entro sotto al doccia lavandomi rapidamente perché qualcosa mi dice che non è ancora finita ma mi sbagliavo
Quando rientro Cristy ha appena finito di rivestirsi e sta chiudendo la valigia che ha posto sul letto, getta nel beauty case, gli oggetti di toilette poi corre allo specchio e con pochi colpi si aggiusta i capelli . . .
- Fai presto Jadis, il treno dei miei amici sta per arrivare, non sei ancora vestito?
Vedendola così indaffarata mi ero rivestito rapidamente e stavo allacciandomi le scarpe.
- Ma non dovevano arrivare domani? Chiesi allibito.
- Era una bugia per farti rimanere, non l’avevi capito?
Prese il beauty case indicandomi col mento la valigia e si avviò alla porta, la seguii, nell’ascensore mi sorrise radiosa.
- E’ stato bello vero?
Una rapida sosta alla reception per saldare il conto già pronto ed eccoci in strada. L’albergo era vicino alla stazione di Porta nuova che raggiungemmo a piedi rapidamente. Il treno era arrivato da poco e dopo una sosta di qualche minuto sarebbe ripartito por Modane e la Francia. Un giovanotto aitante ci venne incontro, abbracciò e baciò la ragazza.
- Appena in tempo, avevamo paura che non arrivassi. Disse.
- Chiara aveva un mucchio di cose da dirmi . . . Jadis mi ha accompagnato con la sua macchina.
Il ragazzo mi guardò sollevando le sopraciglia, Cristy fece le presentazioni.
- Luca, il mio fidanzato, Jadis . . .
- Sono il padre di Chiara. Mentii stringendo la mano possente del giovanotto.
Luca prese la valigia dalla mia mano e si avviò verso il gruppo che si accalcava sul predellino del treno, Cristy si attardò aspettando che il ragazzo si fosse sufficientemente allontanato.
- Sei stato grande Jadis. Disse baciandomi su entrambe le guance, si era allontanata di qualche passo ma tornò indietro.
- Scriverai di oggi? Chiese con un sorriso complice.
- Solo se anche tu lo desideri.
- Si . . . come chiamerai il racconto?
- Non so . . . pensavo: “ Cronaca di un incontro” . . .
- “Mai avvenuto.” Completò Cristy. Infatti ora non sei qui vero? E corse via con una fresca risata. Guardai il treno allontanarsi chiedendomi se non avessi sognato sentendo ancora il profumo del sesso della ragazza di cui erano rimasti intrisi i miei baffi.
Anatole.
Ringrazio Cristy la mia bella sconosciuta che ha voluto condividere con me questa stupenda avventura.
 
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bergenbelsen
view post Posted on 5/2/2010, 14:45




Con tutto il rispetto per l'autore della storia, per altro ben scritta, mi pare che sia uno dei tanti racconti inventati...
 
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Lonely_Sniper
view post Posted on 28/2/2010, 20:07




CITAZIONE
Con tutto il rispetto per l'autore della storia, per altro ben scritta, mi pare che sia uno dei tanti racconti inventati...

Nono ad Aragorn capitano sempre queste cose.. :asd:
 
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2 replies since 17/1/2009, 16:36   2228 views
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