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[Traduzione] Seneca - Epistulae Morales Ad Lucilium - Liber I - 1

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JohnK
view post Posted on 8/2/2009, 15:41




I. SENECA LUCILIO SUO SALUTEM

[1] Ita fac, mi Lucili: vindica te tibi, et tempus quod adhuc aut auferebatur aut subripiebatur aut excidebat collige et serva. Persuade tibi hoc sic esse ut scribo: quaedam tempora eripiuntur nobis, quaedam subducuntur, quaedam effluunt. Turpissima tamen est iactura quae per neglegentiam fit. Et si volueris attendere, magna pars vitae elabitur male agentibus, maxima nihil agentibus, tota vita aliud agentibus. [2] Quem mihi dabis qui aliquod pretium tempori ponat, qui diem aestimet, qui intellegat se cotidie mori? In hoc enim fallimur, quod mortem prospicimus: magna pars eius iam praeterit; quidquid aetatis retro est mors tenet. Fac ergo, mi Lucili, quod facere te scribis, omnes horas complectere; sic fiet ut minus ex crastino pendeas, si hodierno manum inieceris. [3] Dum differtur vita transcurrit. Omnia, Lucili, aliena sunt, tempus tantum nostrum est; in huius rei unius fugacis ac lubricae possessionem natura nos misit, ex qua expellit quicumque vult. Et tanta stultitia mortalium est ut quae minima et vilissima sunt, certe reparabilia, imputari sibi cum impetravere patiantur, nemo se iudicet quicquam debere qui tempus accepit, cum interim hoc unum est quod ne gratus quidem potest reddere.

[4] Interrogabis fortasse quid ego faciam qui tibi ista praecipio. Fatebor ingenue: quod apud luxuriosum sed diligentem evenit, ratio mihi constat impensae. Non possum dicere nihil perdere, sed quid perdam et quare et quemadmodum dicam; causas paupertatis meae reddam. Sed evenit mihi quod plerisque non suo vitio ad inopiam redactis: omnes ignoscunt, nemo succurrit. [5] Quid ergo est? non puto pauperem cui quantulumcumque superest sat est; tu tamen malo serves tua, et bono tempore incipies. Nam ut visum est maioribus nostris, 'sera parsimonia in fundo est'; non enim tantum minimum in imo sed pessimum remanet. Vale.
1 Comportati così, Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso e il tempo che fino ad oggi ti veniva portato via o carpito o andava perduto raccoglilo e fanne tesoro. Convinciti che è proprio così, come ti scrivo: certi momenti ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono nel vento. Ma la cosa più vergognosa è perder tempo per negligenza. Pensaci bene: della nostra esistenza buona parte si dilegua nel fare il male, la maggior parte nel non far niente e tutta quanta nell'agire diversamente dal dovuto. 2 Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo, e alla sua giornata, che capisca di morire ogni giorno? Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata. Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente. Tra un rinvio e l'altro la vita se ne va. 3 Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è nostro. La natura ci ha reso padroni di questo solo bene, fuggevole e labile: chiunque voglia può privarcene. Gli uomini sono tanto sciocchi che se ottengono beni insignificanti, di nessun valore e in ogni caso compensabili, accettano che vengano loro messi in conto e, invece, nessuno pensa di dover niente per il tempo che ha ricevuto, quando è proprio l'unica cosa che neppure una persona riconoscente può restituire.

4 Ti chiederai forse come mi comporti io che ti do questi consigli. Te lo dirò francamente: tengo il conto delle mie spese da persona prodiga, ma attenta. Non posso dire che non perdo niente, ma posso dire che cosa perdo e perché e come. Sono in grado di riferirti le ragioni della mia povertà. Purtroppo mi accade come alla maggior parte di quegli uomini caduti in miseria non per colpa loro: tutti sono pronti a scusarli, nessuno a dar loro una mano. 5 E allora? Una persona alla quale basta quel poco che le rimane, non la stimo povera; ma è meglio che tu conservi tutti i tuoi averi e comincerai a tempo utile. Perché, come dice un vecchio adagio: "È troppo tardi essere sobri quando ormai si è al fondo." Al fondo non resta solo il meno, ma il peggio. Stammi bene.
Traduzione abbastanza letterale: Fa così, mio Lucilio, rivendica a te stesso la proprietà di te stesso (letteralm. rivendica te a te stesso), e il tempo (che) fino ad oggi(fin qui) o ti veniva portato via o ti veniva sottratto o ti sfuggiva, raccogli(lo) e conserva(lo). Convinciti/persuaditi, questo è così, come (ti) scrivo: certi momenti ci sono portati via, altri sottratti di nascosto, altri scorrono via. Tuttavia la più vergognosa è la perdita di tempo che avviene per negligenza. E se vuoi badare (volueris è anteriorizzato), gran parte della vita sfugge facendo il male, una grandissima parte nel non fare nulla, tutta la vita a fare altro. Chi mi indicherai che qualcuno determini il prezzo del tempo, chi tiene conto del giorno, chi capisce di morire quotidianamente? In questo infatti falliamo, guardiamo la morte lontana avanti a noi: gran parte di quello già scorre/viene tralasciato; tutto il tempo passato appartiene alla morte. Fa dunque, o mio Lucilio, quello che mi scrivi di fare già, abbraccio tutto il tempo; così che tu dipenda meno dal passato, se allungherai la mano all'oggi. Mentre si rinvia la vita se ne va. Tutto, o Lucilio, appartiene ad atri, solo il tempo è nostro; la natura, ci ha mimesso nella proprietà, di questo solo bene, fugace e sfuggente, di questo chiunque volesse può espellerlo(letteralm: espelli). E tanta è la stoltezza dei mortali, che dopo che ottengono (cum impetravere.Cum temporale) le cose minime e scarsissime e certamente recuperabili, si riconoscono debitori, nessuno che abbia ricevuto del tempo ritiene di essere debitore di niente , mentre questa è l'unica cosa che neppure una persona grata può restituire.
[leshly] - [2006-10-10 18:19:26]
[1] Agisci in questo modo, mio Lucilio. Reclamati a te stesso, e il tempo di cui sinora venivi privato, il tempo che ti veniva sottratto, che ti svaniva dalle mani, radunalo e conservalo. Convinciti e comprendi che le cose stanno cosí, come io ti dico: alcuni momenti ci vengono strappati, altri ghermiti, ma alle volte passano senza che noi, se ne abbia coscienza. La vergogna però piú grande è patir danno per neghittosità. E se vi avrai fatto caso, la maggior parte della vita si gusta nell’agir male, gran parte nell’ozio, e in genere per tutta l’esistenza si agisce in maniera opposta al giusto. [2] Chi mi sapresti trovare, che tenga in qualche conto il tempo, che apprezzi un istante, che abbia coscienza di morire ogni giorno? Sbagliamo nel vedere la morte innanzi, mentre la maggior parte è già trascorsa. Ciò che della vita è passato, lo tiene la morte. O mio Lucilio, fa’ ciò che mi scrivi, prendi tra le braccia tutte le ore. Farai cosí, per dipendere meno dal futuro, se avrai controllo sul presente. E mentre si rinvia, la vita trascorre. [3] Il tempo solo è nostro, Lucilio; tutto il resto non ci appartiene. La natura ci ha dato il controllo di quest’unica fugace, caduca cosa, della quale può privare chiunque voglia. E tanta è la stupidità degli uomini che qualunque piccolezza o cosa da niente, punto sostituibile, quando capiti loro, sopportano che venga loro addossata. E nessuno che ricevette del tempo ritiene di dover rispondere di niente, quand’invece è quell’unica cosa, che neppur il piú grato può restituire.
[emiliano] - [2007-05-20 20:04:44]
[1] Comportati in questo modo, Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso e il tempo che fino ad oggi ti veniva portato via o carpito o andava perduto raccoglilo e fanne tesoro. Convinciti che è proprio così, come ti scrivo: certi momenti ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono nel vento. Ma la cosa più vergognosa è perder tempo per negligenza. Pensaci bene: della nostra esistenza buona parte si dilegua nel fare il male, la maggior parte nel non far niente e tutta quanta nell´agire diversamente dal dovuto.
[2] Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo, e alla sua giornata, che capisca di morire ogni giorno? Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata. Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente. Tra un rinvio e l´altro la vita se ne va.
[3] Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è nostro. La natura ci ha reso padroni di questo solo bene, fuggevole e labile: chiunque voglia può privarcene. Gli uomini sono tanto sciocchi che se ottengono beni insignificanti, di nessun valore e in ogni caso compensabili, accettano che vengano loro messi in conto e, invece, nessuno pensa di dover niente per il tempo che ha ricevuto, quando è proprio l´unica cosa che neppure una persona riconoscente può restituire.
[4] Ti chiederai forse come mi comporti io che ti do questi consigli. Te lo dirò francamente: tengo il conto delle mie spese da persona prodiga, ma attenta. Non posso dire che non perdo niente, ma posso dire che cosa perdo e perché e come. Sono in grado di riferirti le ragioni della mia povertà. Purtroppo mi accade come alla maggior parte di quegli uomini caduti in miseria non per colpa loro: tutti sono pronti a scusarli, nessuno a dar loro una mano.
[5] E allora? Una persona alla quale basta quel poco che le rimane, non la stimo povera; ma è meglio che tu conservi tutti i tuoi averi e comincerai a tempo utile. Perché, come dice un vecchio adagio: "È troppo tardi essere sobri quando ormai si è al fondo." Al fondo non resta solo il meno, ma il peggio. Stammi bene.
 
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