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Il Ritorno a Casa

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~The Scorpion Venom~
view post Posted on 12/2/2009, 16:02




Così arrivò il mese di luglio, diedi l’ultimo esame e tornai a casa. Da settembre ero tornato solo due volte: una settimana a pasqua e 15 giorni a Natale. Ora tornavo per restare un paio di mesi ed ero molto cambiato, avendo scoperto il sesso in tutte le sue dimensioni ed aver abbattuto molti tabù. Dopo alcuni giorni che ero a casa, sotto le insistenze di mia madre, mi decisi ad andare a far visita all’unica parente che viveva nel nostro paesino: zia Carla, sorella maggiore di mio padre. La zia era una 52enne zitella e burbera, ma tutt’altro che spiacevole fisicamente. Alta e snella con un culetto a mandolino e due tette né grandi né piccole, una terza misura. Purtroppo non faceva nulla per rendersi attraente, con qui tallier fuori moda, quei capelli raccolti e tirati e quegli occhiali da segretaria di biblioteca. Quando arrivai a casa sua mi accolse con un acido “ah, ti sei ricordata di avere una zia, finalmente.” Aveva una gamba ingessata e si aiutava a camminare con un bastone. Mi raccontò che era caduta accidentalmente e si era ridotta in quelle condizioni che l’avrebbero costretta al gesso per altri 15 giorni. Eravamo seduti in salotto, e lei mise la gamba ingessata sulla sedia, e così facendo la vestaglia si aprì mostrando la coscia fin quasi all’inguine. Fui subito attratto da quella visione e pisello reagì gonfiandosi sotto la patta dei jeans. Azzardai “zia, vuoi che ti faccia un massaggio?”
-veramente ne avrei bisogno, ma alla schiena. Mi tormenta da quando con questa ingessatura non posso camminare bene. Ma tu che ne sai di massaggi, ci vorrebbe un fisioterapista.
-ti sbagli zia, sono bravissimo a fare i massaggi. A Milano mi ha insegnato un mio compagno di università che ha fatto un corso. Ovviamente era tutto inventato. La zia riflettè un attimo, poi, pensando che avrei alleviato la sua sofferenza, accettò. Le dissi che avrebbe dovuto distendersi sul letto e togliersi la camicetta, e lei eseguì. Le mie mani cominciarono a scorrere sulla schiena dall’alto verso il basso. Sempre più in basso fino ad arrivare all’inizio delle natiche. Anche se non avevo mai effettuato un massaggio evidentemente ci azzeccavo, visto che la sentivo sciogliersi sotto le mie mani. Mi feci più audace e abbassai un po’ la gonna scoprendo la parte superiore delle natiche sorprendentemente sode. Azzardai un audace “però zia, sei messa proprio bene!”
“Non dire fesserie, comunque ti ringrazio per il complimento”
“altro che complimento, sei davvero attraente!”
La zia fece cadere il discorso e io portai le mani proprio sulle sue chiappe. Non ebbe nessuna reazione inconsulta, si limitò ad affondare la faccia nel cuscino come per non vedere. A
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quel punto le misi una mano tra le gambe e le accarezzai delicatamente la figa sopra le mutande. Emise un leggero sospiro di piace e disse “queste cose ti insegnano all’università? Ti insegnano a non rispettare la zia?”
“il fatto è che tu prima di essere mia zia sei una gran bella donna”
“senti Luca, io sono in una fase della vita particolare, e se non la smetti non rispondo delle mie azioni. Potremmo fare qualcosa della quale poi ci pentiremo”.
“io non mi pentirei di sicuro”, risposi scostando le mutande e facendomi strada con il dito medio nella sua intimità. Zia non parlò più e io le sfilai le mutande e infilai un secondo e un terzo dito facendoli scorrere. Lei aprì le gambe tenendo sempre la faccia affondata nel cuscino, e io mi abbassai ad assaporare il suo sesso. Leccai le figa prima dolcemente, poi infilandoci la lingua, e lei sussultò raggiungendo un primo orgasmo. Ormai arra patissimo, mi liberai dei pantaloni che feci volare insieme al boxer, e posizionandomi sulla sua schiena, puntai deciso la figa. Appoggiai la cappella gonfia di piacere e spinsi penetrandola completamente. La zia era tutt’altro che vergine e cominciai a sbatterla dicendole frasi oscene
“ah, li hai presi i tuoi cazzi a quanto vedo! E brava la zia, non ti sei sposata ma le tue scopate te le sei fatte! Adesso tocca a me godere del tuo corpo. Non immagini quante seghe mi sono fatto pensando di scoparti. Sì, di scopare la mia zia porca!”
Con mio profondo stupore, la zia cominciò a rispondere a tono
“si, sbattimi, sbattimi come una troia! Sapessi quanto tempo che non scopo, e adesso ho un cazzo duro e giovane che mi trapana la figa! Oooh che bello, si dai fottimi!”
La zia godeva in un susseguirsi di orgasmi incitandomi a prenderla come volevo. E io la presi sì come volevo. Mi sfilai dalla figa e puntai il suo bel culetto a mandolino
”zia, la parte del tuo corpo che mi ha sempre fatto impazzire è il culo, e adesso me lo prendo!”
Affondai con tutta la mazza che sembrava un palo di cemento e trovai che anche il culo era rotto. Pensare che quella zia dall’apparenza tanto austera, in realtà si facesse inculare mi inebriava. La sodomizzai con vigore, quasi con violenza e le palle sbattevano rumorosamente sulle belle chiappe sode. Fui preso da un travolgente orgasmo e liberai tutto il mio piacere dentro il suo buco del culo. Gli schizzi di sborra sembravano non finire mai, e alla fine mi accasciai esausto su di lei. Zia Carla si rivelò una autentica assetata di sesso. Me lo prese in bocca facendomi un pompino da esperta bocchianara. La sbattei a lungo nella figa e ogni volta che venivo mi rimetteva in tiro baciandomi e leccandomi su tutto il corpo, o strofinandosi su di me come una gattina e facendomi succhiare le sue belle tette. Al contrario di quel che pensavo, passai un’estate fantastica, sempre dentro mia zia. La scopavo più volte al giorno e in tutti i buchi. Quando finì l’estate e dovetti ripartire, si fece promettere che sarei tornato più spesso. Le avevo fatto ritrovare la gioventù e le antiche voglie, e ormai mi considerava il suo amante. Cosa che a me non dispiaceva affatto!
 
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