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Racconto erotico: in viaggio.

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maxvim
view post Posted on 10/3/2009, 22:09




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Aveva promesso di accompagnarci lui.

Io e il mio fidanzato avevamo passato una settimana con i suoi cugini, e al giorno di rientrare non avevamo voglia di spararci 10 ore di treno…

Fu proprio per quello che, con gentilezza infinita, Gabriele ci disse che ci avrebbe accompagnati lui fino almeno a Firenze.

Quella settimana a Napoli era stata molto divertente: Gabriele e consorte ci avevano ospitati volentieri in una mega villa sulla baia, e per giorni e giorni avevamo fatto bagni e cene tutti assieme…

All’epoca stavo con Roberto. Il nostro rapporto iniziava a perdere colpi, e proprio per quel motivo avevamo deciso di passare la settimana di Pasqua insieme, sperando di recuperare un po’ di tempo.

In effetti non avevamo fatto altro che fare l’amore, mangiare, dormire e uscire con suo cugino, e per questo motivo tornavamo ben felici di aver trascorso una settimana così.

Ma la sera prima di partire Roberto si sentì male: niente di grave ovviamente… Era solo influenza intestinale. Ma la mattina dopo non se la sentì di partire.

La moglie di suo cugino si offrì di rimanere con lui, e noi partimmo per il nostro lungo viaggio.

Io e Gabriele ci eravamo conosciuti solo sette giorni prima, e lui aveva parecchi anni più di me. Forse era sulla quarantina, non glielo chiesi mai.

Mi affascinava che fosse avvocato, proprio quello che io speravo di diventare di lì a qualche anno, e che avesse una parlantina pazzesca.

Parlammo per un paio d’ore, di ogni argomento. Lo stupii perchè il mio diploma al liceo europeo mi permetteva di stargli dietro dalla letteratura inglese alla filosofia.

Già il fatto che mi chiamasse principessa mi dava piccole scosse elettriche lungo la colonna vertebrale: possibile che gli piacessi? Lui aveva una moglie bellissima, trent’enne ed estremamente sexy. Finchè stava zitta era un’icona porno pop. Peccato che avesse il livello culturale di un’ameba, e che ogni discussione fosse costellata di suoi silenzi perchè non aveva idea di cosa rispondere…

Credo fu per quel motivo che Gabriele, vicino a Roma, cominciò a provocarmi con domande e battute sulla mia vita sessuale col suo cuginetto.

Il gioco mi piacque subito: l’interesse di un avvocato quarant’enne sposato non poteva che farmi piacere e bagnarmi il sesso.

Cominciammo con una canzone dei Pooh. Poi lui allungò le sue dita fino alla mia bocca, e io cominciai a succhiargliele come fossero il suo membro.

Volevo vedere quanto avrebbe resistito.

Non passarono neanche dieci minuti che mi baciò con trasporto e si fermò in un autogrill isolato.

Io ero eccitatissima.

Mi spinse la testa verso il suo sesso. Non si slacciò neanche la cintura di sicurezza… La musica suonava piano un pezzo rock, mentre io pompavo il suo sesso a ritmo sempre più serrato.

La lingua passava dalla base alla punta con velocità inaspettata per lui, poi quando me lo infilai tutto in gola e presi il ritmo giusto, il volume della sua voce superò la musica, e lui venne urlando, nel parcheggio deserto, inondandomi la bocca di sperma caldo.

Stavo godendo.

Non mi disse nulla. Io avrei fatto sesso lì, sui sedili posteriori di quel Land Rover gigante.

Lui ripartì e ricominciò a chiacchierare come nulla fosse.

All’autogrill successivo ripetemmo il tutto. Mi abbassai sul suo membro e lo pompai con labbra e lingua fino a farlo gemere forte. A quel punto lui mi slacciò maldestramente la camicetta e me lo infilò nel solco dei seni. Fu un attimo e venne rovinosamente sul mio petto.

Io mi pulii delicatamente con una salvietta, e lui prese a succhiarmi i capezzoli con voracità inaudita.

Teneva il seno stretto tra le mani e li leccava feroce con voglia, uno alla volta.

A quel punto ebbi un primo orgasmo. Mi leccava come se stesse leccando il mio sesso. Con perizia e voracità tipiche dell’esperienza prolungata.

Viaggiammo ancora, poi arrivati vicino a Milano si fermò in un’area quasi deserta verso la periferia.

Non disse niente, al contrario di ciò che aveva fatto per kilometri e kilometri durante il viaggio.

Si abbassò i pantaloni a si mise piegato di fronte a me, sul sedile del passeggero.

Mi tirò su la gonna leggera e scostò le mutandine ormai zuppe.

Senza chiedermi nulla mi penetrò forte, aggrappandosi ai miei fianchi tondi.

A ritmo serrato mi sfondò più e più volte, senza parlare, senza gemere, solo ansimando fortissimo…

Il mio sesso si allargava per accogliere il suo mostro di carne.

Io aspettai qualche secondo a venire per toccare l’orgasmo con lui.

Urlammo insieme: un urlo unico, feroce e indescrivibile che inondò le pareti e il territorio circostante. Lui crollò sfinito su di me.

Concludemmo il viaggio in silenzio, sorridendo solo tra noi e noi.

Fu il viaggio più bello della mia vita…
 
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Skardy94
view post Posted on 10/3/2009, 22:13




Sposto
 
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1 replies since 10/3/2009, 22:09   1184 views
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