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IL PANCIONE, Genere tradimenti

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JohnK
view post Posted on 26/3/2009, 14:48




di brazadela
scritto il 12-03-2009

IL PANCIONE

A festeggiare il battesimo di Alessia c'erano tutti gli amici più intimi dei suoi giovani genitori, mia moglie ed io compresi.
Qualche signora era incinta come la mia, qualche altra aveva partorito da poco, altre ancora stavano programmando il lieto evento.
Tutte coppie di età similare, quasi tutte appena sposate e perciò naturalmente e logicamente amiche.
Padrino di Alessia era il dott. Celestino, di nome e di aspetto un bambinone di meno di trent'anni, roseo, biondino, ricciolino, paffutello : un giovane medico appena specializzato in ostetricia ma già noto per la sua preparazione ed il modo accattivante di visitare le clienti acquisite, come la mamma di Alessia, e di offrire i suoi servigi ad una paziente potenziale come mia moglie.
Eravamo tutti amici tra amici, come dirgli di no quando si offrì di visitare mia moglie ?, moglie che dovette, per pura cortesia, “tradire” il suo ostetrico abituale accettando l'offerta.
Wanda era incinta da sei mesi e stava portando avanti la gravidanza benissimo, una visita di Celestino non avrebbe aggiunto o tolto nulla a tal realtà, perciò
eccolo qui a casa nostra a metà settimana, come d’accordo, per visitare mia moglie.
Un quarto d'ora di brillante conversazione lo rende ancora più simpatico, amico e famigliare di quanto già non sia, liberando la psiche e la mente mie e di mia moglie, lei a prepararsi con naturale noncuranza ad una visita particolare come quella, io ad assistervi.
Perché l'accattivante Celestino ci aveva data la certezza che se dietro tutto quel “saperci fare” angelico ed istrionico c'era anche preparazione vera, allora era proprio un bravo ostetrico e con un futuro di successo.
Parlava, ascoltava, rideva, annuiva, rispondeva mentre aiutava Wanda a togliersi il pre-maman tipico delle gestanti e siccome la mia signora doveva sottoporsi a visitata ginecologica non portava ne mutande ne reggiseno e rimase perciò con la sola canottiera che si slargava arrampicandosi sul pancione e fu perciò nuda da metà dello stesso in giù con in bella evidenza le sproporzioni tipiche dello stato in cui era esposte “al pubblico” : il marito ed il medico.
Il ginecologo ci aveva ingabbiati in una naturalezza impensata, animalesca, senza rossori od imbarazzi, per me come per lei… si mise a girarle intorno inebriato, come un amante dell'arte che ammira una statua d'autore, iniziò a circuirla con complimenti dolcissimi facendola apparire divina… e lei si sentì divina ed anch'io, il marito, la vidi divina scoprendo e compiacendomi assai della bellezza rara dello stato che preludeva alla maternità.
La voce incantatrice del trascinante mago ci chiese : - Fate l'amore spesso ? -
- Sono mesi che non lo facciamo - risposi arrossendo.
- Errore grave - e ci
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esortò a carezzarci, a palpeggiarci, a vivere con piacere (troppo spesso misconosciuto e abbandonato a colpevole indifferenza per crassa ignoranza) il periodo più bello e raro che si vive nella comunione di coppia.
- Una pelle così tesa, liscia, porcellanata, quasi trasparente, vellutata e sensitiva non la gusterete mai in tutte le altre situazioni normali di una vita intera… non godrete mai il piacere che si trasmette e si prova a palpeggiarla con delicatezza, a baciarla con dolcezza, a carezzarla con levità, a leccarla con avidità -
Parlava a se stesso ed a noi sussurrante, in trance… i suoi dieci polpastrelli danzarono carezze pure-impure, piumate, lievi sul pancione… attorno e sulle tette… le aureole… i capezzoli… fra i peli del pube… sulle e fra le quattro labbra… nella figa… sulle culatte… fra le culatte… sul buco del culo di Wanda :
- Rilassatevi, seguite le mie con le vostre mani, lasciatevi cullare dal sogno, donatevi splendore, circuitevi con amore, gioia e sensualità, poesia e lussuria… abbandonatevi a voi stessi, l'uno all'altra, l'altra all'uno… e palpatevi, leccatevi, fate l'amore !, godetevi ! -
Ipnotizzati dalla magia-pazzia instillata in noi da Celestino, vero santone incantatore, posammo le nostre mani sull'enorme pancione, sul gran culo pieno, corposo e rotondo come se fosse stato tracciato da un compasso, sulle tette erte sode e capezzolute, fra i peli, fra le “quattro labbra” umide, bagnate… le sei mani avevano avviluppata tutta quanta Wanda in un cesto di voglie profumate, rimescolata in una zuppiera di saporosi piaceri.
Non ebbe più neanche la canottiera.
Così nuda e così sproporzionata era bellissima !, era dolcemente, terribilmente incantevolmente sensuale.
- Perché avete smesso di avere rapporti sessuali ?, mancanza grave, senza una motivazione logica ! - ci accusava in un alito mentre guidava, aiutava con dolcezza Wanda a piegarsi, a poggiarsi al letto a mettersi “alla pecorina”.
Il pancione, da là sotto, tirava ed allungava, col peso, una fragolona immensa, animalesca, "pronta", invitante… come l'asola scura, ellissoide, posta al centro delle incantevoli culatte : era “troppo bella così”.
Io, prigioniero di un'estasi immane, guardavo, ammiravo, incantato, paralizzato, attonito, conquistato da un sogno sessuale enormemente sproporzionato, ma assai eccitante come era adesso proiettato dentro di me da mia moglie.
Celestino, inginocchiato sul tappeto, innocente, fanciullesco, nudo, liscio e roseo come un angioletto anche “là” ove era già tanto duro : - Dovrò cancellare tanto abbandono - alitò suggendo a bocca, carezzando a mano, spennellando con arte e con grazia a lingua la fragolona e l'asoletta della quasi-mamma.
Si alzò, se lo prese in mano, glie lo improntò nella figa, la penetro, la scopò facendole ballare armoniosamente il pancione e le tette pendoloni, masturbandole l'asoletta indifesa fra le chiappe spalancate… le piantò il cazzo nel culo, la inculò nel mentre le masturbava la figona… sospiri e sospironi da gusto si accavallavano, il giovane e bravo ostetrico venne e le sborrò con veemenza un po’ nella figa, un pò nel culo, un po’ nei… dintorni.
Io ero lì impalato, paralizzato, statuario, allibito, a guardare e ad ammirare un bel sogno : mia moglie, prossima mamma, “amata”, un sogno che non era ancora finito perché, pur con qualche difficoltà, Wanda si mise in posizione ostetrica e Celestino non perse tempo a ripiantarle la freccia nella faretra schiacciata dal peso, ma sempre più e meglio compenetrati, ostetrico e paziente rigodettero lussuriosamente, davvero senza freni.
“Io non ero più io”, aleggiavo in un nirvana impossibile, “lei non era più lei”, era un contenitore colmo di abbandono, di gioia, di piacere, di partecipazione totale… Celestino, un angelo del piacere, orgasmò, venne e sborrò per la seconda volta… un po’ nella figa, un po’ “sparando e dirigendo a mano” schizzi di sborra bionda e trasparente come il miele sul pancione, sulle tette di una stra-godente Wanda… l’uccello-pennello di Celestino e le mani di Wanda spalmarono “la crema” sul pancione, sulle tette, lucidandoli, “idratandoli”… Wanda sedette in sponda sul letto… guardava il cazzo di Celestino in piedi lì accanto a lei come fosse un miracolo… lo prese in mano… se lo portò alla bocca… lo ingollò tutto… se lo estirpò dalla bocca lentamente… ci era entrato scappellato, ne usci incappellato
Da quel bel giorno, dopo “quella visita” Wanda, oltre a farsi visitare almeno una volta a settimana da Celestino, mi fece fare gli straordinari sessuali fino in prossimità del giorno del lieto evento.
Furono momenti esaltanti, eccezionalmente belli, pieni, unici : per tutti e tre.
Celestino, con quella sua… “deviazione sessuale” che gli faceva desiderare, volere e godere il piacere sessuale solo con le figone poste sotto i pancioni delle donne incinte, ci aveva messi su una sconosciuta strada di bollente, straordinaria sensualità e noi la percorremmo tutta quanta.
Dopo la nascita della nostra prima ed amatissima erede, l'ostetrico Celestino ci confidò, un mese dopo in occasione del battesimo, che ne aveva “visitate” tante altre di pre-mamme entusiaste delle sue “visite”, e che, per fortuna sua, “le clienti” continuavano ad aumentare.
- E se ti fossi laureato in legge invece che in ostetricia e ginecologia ?… come avresti fatto a soddisfarti sessualmente ? - gli chiesi dopo tale confessione ed ovviamente in disparte.
- Avrei forse vinto tante cause, ma avrei certo goduto ben poche volte, o forse addirittura mai ! - mi rispose dopo averci pensato un po’ su.

Brazadela
 
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