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ROMA, 8 aprile - Non c'è un futuro da dirigente per Leonardo nell'Inter. «Quando finirà la mia avventura come allenatore finirà il mio rapporto con l'Inter», ha detto il tecnico nerazzurro nella conferenza stampa alla vigilia della gara di campionato con il Chievo. Nei giorni scorsi il presidente Massimo Moratti aveva fatto capire che per il brasiliano poteva esserci un futuro in società. Leonardo ha poi spiegato che, avendo un lungo passato da dirigente (nel, Milan), gli capita di guardare alle cose dell'Inter come se lo fosse «e certe volte mi caccerei». «È una battuta», ha aggiunto più tardi.
Si aspettava così tante critiche dopo le ultime due sconfitte? Le critiche fanno parte del gioco, ci sono e ci saranno. Sono una cosa normale. Tutto è molto passionale, vissuto in modo intenso, esattamente come gli elogi. Non riesco a fare un dramma adesso come non pensavo che tutto fosse straordinario quando vincevamo. Cerco di avere sempre equilibrio. C'è stato un momento dopo la partita con lo Schalke in cui l'equilibrio è venuto meno? La squadra e la società hanno esperienza per uscire da queste situazioni e le hanno messe in mostra. Sono state due sconfitte pesanti. Se sono state determinanti per gli obiettivi, vedremo. Internamente la cosa è stata affrontata in maniera lucida, con equilibrio. Cercheremo una soluzione al problema. E' questo l'obiettivo. Si aspettava questo atteggiamento molto comprensivo di Moratti? Io sono tranquillo. Sono “vergine” come allenatore e mi considero una persona allegra. Non parlo tutti i giorni di amore con i giocatori, ma di calcio. Il mio rapporto con il presidente è chiaro, fin dall'inizio. Può succedere un'incomprensione caratteriale o personale, ma non a livello di lavoro. Il nostro incontro non è stato sereno perché veniva dopo una sconfitta, ma abbiamo parlato delle cose che non sono andate in quella partita. Dopo aver fatto l'allenatore, potrebbe avere un futuro anche come dirigente dell'Inter? Io sono arrivato qua per fare l'allenatore. Quando finirà il progetto di allenatore, finirà tutto. Sono stato preso per questo. Sono tre mesi che vivo quest'esperienza, sono felice e possiamo far bene come successo prima di queste due sconfitte. Ho un contratto fino al 2012, ma un contratto non mi ha mai legato a una società. E' la voglia di fare che mi lega alla società. Mi sento bene qui e per me come rapporto contrattuale queste due sconfitte non hanno cambiato niente. Le dimissioni? Non avevo voce, non potevo dire niente... Crede che una rimonta in Champions sia impossibile? Sento da tante persone questo ottimismo in chiave Champions, ma domani abbiamo il Chievo e dobbiamo dare questa risposta in campo. Domani è una partita importante. Qual è il feeling con i giocatori dopo i due ko? Il mio rapporto con loro è ottimo. Da parte mia non posso dire niente di nessun giocatore a livello di voglia, disponibilità e rendimento. Loro non devono pensare alla mia situazione perché all'allenatore può succedere di tutto. Loro devono pensare al rendimento, ai risultati. Quanti allenatori ha avuto l'Inter in 100 anni? Tanti... Bisogna cercare sempre il meglio per la squadra. Prima del derby aveva parlato del feeling straordinario con la società e la squadra. I 4 giorni terribili dopo il derby hanno cambiato tutto? I confronti degli ultimi giorni hanno testimoniato che il rapporto c'è. Da quando sono arrivato qualcosa abbiamo dimostrato con i risultati, poi ci sono state le ultime due sconfitte. In quella con lo Schalke abbiamo preso sempre gol a difesa schierata. Come stanno Sneijder e Stankovic? Vediamo l'allenamento di oggi. Come pensa di porre rimedio ai molti gol subiti? Cambierà la fase difensiva? A me un 5-3 piace molto e non mi importa se mi porto addosso un'etichetta, quella di allenatore offensivo. Bisogna avere più concretezza quando si attacca perché abbiamo sempre preso gol a difesa schierata. La nostra idea di gioco è un po' rischiosa perché dovevamo recuperare, da gennaio a oggi. Non le sembra che si stia denigrando troppo il suo lavoro? Spero di essere giudicato come allenatore perché qua farò l'allenatore, non il dirigente. E voglio essere giudicato come allenatore e basta, come uno che non ha mai avuto una storia all'Inter. L'etichetta da dirigente non mi interessa. Le critiche le prendo, le leggo e possono essere utili. Fanno parte del gioco. Andrea Ramazzotti |