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Per favore mi metterebbe incinta? - 3° parte

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Aragorn
view post Posted on 12/6/2009, 15:32




Non farmi male se puoi!

Partimmo la mattina subito dopo la colazione, destinazione Venezia.
Rosa conosceva bene Venezia, si destreggiava fra le calli ed i ponti come se avesse sempre abitato in quella città. Ho fatto la tesi su Venezia, mi spiegò Rosa. Girammo instancabilmente visitammo chiese, musei fino a che stanchi morti tornammo al nostro agriturismo.
Eravamo appena arrivati quando le squillò il cellulare, mi allontanai per discrezione, rimanendo però in contatto visivo; vedevo il suo volto sereno, parlava con calma, una telefonata lunga intensa. Alla fine si avvicinò a me, aveva gli occhi lucidi. “Era mio marito” mi disse.

“Ci sono problemi ?”
“No, mi ha chiesto come stavo, non ha voluto sapere dettagli, solo l’essenziale voleva sapere come mi trattavi.”
“Poi mi ha chiesto – Tornerai da me, mi vorrai ancora? Lui non considera questo un tradimento, ma un sacrificio doloroso, ma necessario per avere un figlio ed è stato contento nel sapermi felice“.

Andammo a dormire senza fare sesso, ci venne naturale così.

L’indomani lo dedicammo al riposo, una sola scopata la sera senza particolari fantasie né emozioni, alla missionaria, Rosa non raggiunse l’orgasmo ed io non mi impegnai più di tanto.

Il giorno successivo la svegliai con un bacio e le dissi “ho ricevuto un messaggio dall’ufficio, debbo partire per il Marocco, domani torniamo, che dici approfittiamo di questo giorno o ci abbandoniamo all’ammosciamento come ieri?”
Non mi rispose, si spogliò imitando uno spogliarello, poi si avvicinò e mi disse
“non toccarmi ancora, stai fermo, voglio spogliarti io”
Prese poi a carezzarmi, e poi poggiandosi sulla mia schiena mi carezzava con i suoi seni, poi prese a leccarmi, passò davanti intimandomi di stare fermo, mi leccava sul collo, poi sul petto, scendendo giù leccandomi l’asta poi le balle e quindi di nuovo l’asta, le gambe, il cazzo aveva raggiunto un’erezione incredibile e mi sentivo che non avrei potuto resistere di più. Rosa si inginocchiò e mi ingabbiò il cazzo fra i suoi grossi seni che io cominciavo a scopare.
“Non venire, non voglio sprecare nulla, devi venirmi dentro” e così dicendo mi fece sdraiare e si impalò.
“Rosa fammi uscire, altrimenti verrò subito e ti lascerò a bocca asciutta” le dissi.
“Non ti preoccupare vieni riempimi. Ah, quanto mi macheranno i tuoi schizzi caldi!”
Non so quante volte venni, ma certo non mi risparmiai, la sua parola d’ordine non era più godere, ma spremermi fino all’ultima goccia.

“Lorenzo, pensi che basterà? Mi avrai fecondato? Ero così sicura ed ora sono piena di dubbi”.

L’indomani nel viaggio di ritorno volle sapere quanto sarei stato via. “Tre o quattro mesi ! ma è tantissimo, mi chiamerai quando torni? Voglio darti la bella notizia e farti una sorpresa, so già che ti piacerà”.

La accompagnai al garage dove aveva lasciato la sua auto e la salutai castamente, non volevamo correre il rischio che qualcuno la riconoscesse.

Sei mesi più tardi, la chiamai dall’aereoporto “Ciao Rosa, sono Lorenzo, come stai? Novità?”
“Lorenzo, che bello sentirti, ho tante cose da dirti ci vediamo?”
Fissammo un appuntamento per il giorno successivo che era sabato avremmo passato il weekend insieme.
L’indomani mattina la vidi arrivare, avanzava sorridendo fiera del suo pancione, indossava un abitino pre-maman elegante ed aveva un trucco leggero ed appropriato, mi abbracciò e mi fece salìre sulla sua auto, raggiunse una zona residenziale ed entrò in un villino. “E’ mio, me lo hanno regalato i miei, normalmente lo affiitto, ma ora è libero, qui possiamo stare più tranquilli” mi disse.

“Hai visto, sono incinta e di due maschietti, uno si chiamerà Lorenzo, è stato mio marito a proporlo. Io gli ho raccontato tutto, ehm, quasi tutto. Nessun dettaglio, se non per descrivere la tua gentilezza, le tue attenzioni. Gli sforzi che hai fatto perché non mi sentissi come una cavalla portata alla monta”
“Mio marito non capisce più niente, ha arredato la stanzetta con i due lettini ed ha acquistato un appartamento più grande. Se potesse li iscriverebbe già a scuola e forse anche all’università.”

“Sai, gli è piaciuto molto il mio nuovo look e mi ha fatto cambiare tutto il guardaroba”, poi la pancia ha cominciato a crescere”.

“E tu, come stai? Avevo saputo dal tuo messaggio che avresti fatto un doppio turno, ma avevo pensato che fosse una scusa per interrompere, pensavo che non ti saresti fatto vedere più”

Le raccontai della mia vita in cantiere di quanto fosse monotono vivere in un villaggio ai margini del deserto, Le diedi un ricordino che avevo comprato per lei.

“Cucinerò per te, sono brava sai. Fino a domani sei requisito, mio marito immagina che mi sarei incontrata con te.
Mi ha detto che accetta ed accetterà che ogni tanto io abbia la mia vita sessuale che lui non può darmi. Mi ha chiesto però di non ‘imputtanirmi’, di non cambiare partner ! Non lo deve sapere nessuno, non mi dire niente, inventa una palla, io farò finta di crederti.”

“Gli ho detto che sarei andata a trovare una mia zia bisbetica, che lui non sopporta.”

“Come mi trovi? Sono ancora passabile?”
Mi avvicinai a lei, ci baciammo teneramente e cominciai a carezzarla, poi a spogliarla. Incredibile, ma con il pancione, manteneva la sua freschezza ed agilità, i seni si erano ingrossati ancora di più e l’aureola intorno ai capezzoli mi sembrava più scura.
“Waooh!, che tette, avrai almeno una quinta!” le dissi, lei annuì.
Ci trovammo stesi sul letto a carezzarci, le toccai la fica era un lago. “Fai piano” si raccomandò.
Dopo un po’ ci alzammo e si mise alla pecorina poggiando i gomiti sul comò, fu una sua idea
“So che così ti piace” Mi disse Rosa mentre io la penetravo ed intanto le toccavo i seni e poi il culo e poi le titillavo il clitoride durammo un po’ poi venne e poi venne ancora.
Io uscii da lei non riuscivo a venire, non so perché.
Rosa dalla borsetta prese della crema per il viso, se la spalmò sul buchino dicendomi “guai a te se mi dici Faccia di culo!” poi me la spalmò sul cazzo prima sul glande e poi su tutta l’asta.
“Questa è la mia sorpresa, il regalo per te ! So che ti piace anche se non hai neanche tentato di farmelo, sono terrorizzata perché non so come possa entrare senza squartarmi, ma avevo deciso di dartelo e te lo darò. Non farmi male se puoi!”
La baciai poi le carezzai i glutei, le misi un dito nella figa e poi nel culo portandole dentro un pò di crema, sentivo il suo sfintere inizialmente contratto, che iniziava a rilassarsi, avvicinai il glande e glielo strofinai sul culo “debbo tossire come quando mi hai sverginata?” Mi chiese Rosa.
“No, spingi come se dovessi andare di corpo, ora!!” Spinsi ed il glande entrò Rosa si lamentava, rimasi un po’ fermo per darle il tempo di riprendersi, sentivo il suo sfintere rilassarsi, cominciai a muovermi entrando ogni volta di più. Rendendomi però conto che così era peggio detti una spinta più forte ed ormai più di meta del mio cazzo era nel suo culo, lanciò un urlo e con la mano fra le gambe toccò il mio cazzo e si accorse che metà era fuori.
“Dai entra, la larghezza ormai non cambia.”
Rimasto interdetto per il suo urlo, dopo il suo incoraggiamento entrai completamente e cominciai a scoparla nel culo, alternando movimenti brevi e frequenti con altri lunghi e lenti ed intanto le tenevo i seni, e la guardavo allo specchio, aveva il volto tirato, si vedeva che soffriva.
“Ti fa molto male? Vuoi che mi tolga?”
“Mi fa male, ma sento che diventerà piacevole, se non questa la prossima volta, solo fai in fretta a venire ti prego.”
Ancora un minuto e venni riversandole nel culo una quantità impressionante di sperma, almeno così mi sembrava e così sembrava a Rosa.”
Persi velocemente erezione ed uscii da lei. Si tamponò con un fazzoletto e guardò, sanguinava un po’. Si lavò e si rasserenò vedendo che il sanguinamento era cessato. Intanto mi ero lavato anche io, ce ne era proprio bisogno.
“Mangiamo ora” disse Rosa. Indossò una leggera vestaglia trasparente mentre io rimasi in slip e cannottiera.
“Mascalzone, Io incinta e tu mi hai inculato e mi hai pure rotto il culo, che ora è indolenzito e mi brucia!” mi disse Rosa fingendo di essere imbronciata “ma l’ho voluto io” continuò passando al sorriso Rosa. “Ti è piaciuta la mia sopresa ?”
“Rosa mi è piaciuto moltissimo e vorrei ricambiare; hai qualche desiderio?.”
“Qualcosa c’è, te lo dirò domani mattina” mi rispose Rosa.

Fatta colazione, riprendemmo a carezzarci, le toccavo la fica che non nascondeva affatto il suo stato di eccitazione, stavo per penetrarla, quando mi disse “aspetta, il mio desiderio…” si mise a cavallo sulla mia faccia, mettendo la fica davanti alle mie labbra, non ci voleva molto ad immaginare cosa volesse. Presi a leccarle le grandi labbra, insinuando la lingua nella sua fessura, poi le leccavo il clitoride che si ergenva turgido, glielo presi delicatamente fra i denti, poi ripresi a leccarlo insinuandole un dito nella vagina, mentre con il pollice le carezzavo il buchino.
“No, lì no, la prossima volta magari, ora è troppo indolenzito” mi disse Rosa
“La prossima volta, promessa ? “ “Sì, promessa”
Ripresi a leccarle il clitoride ed a scoparla con il dito, presto venne ed io rallentai, senza fermarmi del tutto però, non venne nuovamente e poi ancora, i suoi umori uscivano copiosi e nella posizione in cui mi trovavo mi andavano dritti in bocca, glelo dissi “manda giù, come facesti fare a me.” La feci chinare su di me, volevo fare un sessantanove, ma il pancione glielo impediva.
Cambiammo posizione, si mise in ginocchi davanti a me ed iniziò a spompinarni, prima sulla punta ed intorno al glande, poi lo imboccò spindendoselo dentro, io presi a scoparla in bocca, presto sentii che stavo per venire e l’avvisai. Continuò imperterrita e, poco dopo venni, Rosa se lo cacciò in bocca più che poteva e rimase ferma, la sentivo deglutire. Terminata l’eiaculazione (eiaColazione, come la chiamò più tardi) me lo lecco tutt’intorno pulendolo da ogni traccia di sperma.
“Piaciuto ?” mi chiese Rosa
“Si, molto, ed a te?”
“Mi è piaciuto molto, sia quando me l’hai leccata fino allo spasimo, sia quando mi hai fatto fare un’altra Colazione.”

Rimanemmo un po’ a parlare, non ci saremmo visti tanto presto per evitare la routine e poi lei cose da fare ne avrebbe avute tante.

Salutandoci Rosa mi disse “Tieniti pronto fra un annetto che tenteremo per una femmina.”
 
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