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Serve un po’ di sana ginnastica - 2° parte

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Aragorn
view post Posted on 13/6/2009, 17:42




“Buongiorno Nunzia! Dormito bene? Ti vedo già più snella, sarà la ginnastica!”
“Non prendermi in giro, ho passato la domenica, camminando come una papera, con il culo che mi bruciava.”
“Sarà le dissi, ma ti vedo più agile, più attraente secondo me hai bisogno di un’altra seduta di ginnastica, venerdì va bene?” le chiesi
“Sì, ma vieni tu alle tre a casa mia, la mia amica non ci sarà per tutto il mese”.
Continuammo ad incontrarci la mattina facendo spesso battute ed allusioni spinte, arrivò il venerdì e puntuale suonai al campanello, sentii muovere lo spioncino, poi la porta si aprì e Nunzia nascondendosi dietro la porta mi invitò ad entrare, cosa che feci, richiudendomi la porta dietro le spalle. Nunzia indossava una vestaglietta nera semitrasparente che unita nella penombra lasciava molto immaginare più che mostrare, un’atmosfera veramente intrigante.
La baciai abbracciandola, “sei stata dal parrucchiere” le dissi, “è stata la figlia di una mia vicina, come sto?”
“Sei una figona! Fatti vedere. Girati, mostra il meglio di te!””
“Sto a dieta da una settimana e ho già perso quasi due chili, non posso mica sperare solo nella ginnastica! A proposito hai portato gli attrezzi”
“Sì l’attrezzo ce l’ho con me”
“bene, andiamo in palestra, ho una sorpresa per te, anzi due” mi disse e prendendomi per mano mi condusse nella sua camera da letto, mi fece sedere sulla poltroncina “siedi, questo l’ho visto in un film e da maschera ho avuto occasione di vedere la scena più volte. Spero di farlo bene e di non essere goffa”. Messa su una musica di sottofondo, sinuosamente iniziò a far scendere le vestaglietta, indossava un perizoma che valorizzava il suo stupendo culo ed un reggiseno intrigante, come una spogliarellista consumata si abbassò e poi si sfilò un’autoreggente, si avvicinò a me e facendo passare la calza dietro al mio collo, mi tirò facendomi alzare. Mi sfilò la maglietta facendomi poi sedere nuovamente.
Continuò sfilandosi l’altra calza con la quale ripetè l’operazione precedente sbottonandomi e sfilandomi i pantaloni. “Fermo, non ti muovere!” mi disse e riprese a volteggiare, fù quindi la volta del reggiseno che sganciò prima, mantenendolo sù con i seni, poi lo tirò via e si avvicinò toccandomi il viso prima con un seno, poi con l’altro ed infine prendendomi la testa fra i seni “Fermo! Non ancora mi disse”
Fu quindi la volta del perizoma che lentamente e sinuosamente fece scivolare giù. Nunzia si era depilata, niente più foresta, solo un ciuffetto impertinente di peli sul pube, era veramente sexi. “Allora?” mi chiese “vado bene?”
“Te l’ho detto, sei una figona” le dissi, il tuo spoglierello poi, roba da venire” si avvicinò e inginocchiandosi mi tirò giù gli slip, rimanendo con il viso all’altezza del mio cazzo dritto come un’asta di bandiera e guardandomi intensamente negli occhi. Mi avvicinai ed il mio cazzo era ornai a contatto con le sue labbra. Ci dette un bacino di sfuggita e si alzò dirigendosi verso il letto, la feci distendere ed iniziai a leccarle la figa, era un lago, con la lingua non davo pace al suo clitoride che si ergeva dritto spuntando fra le sue grandi labbra. All’odore dei suoi umori, si aggiungeva quello del sudore, un sudore fresco probabilmente effetto dello spogliarello che non dava affatto fastidio, anzi era eccitante. Le infilai l’indice in vagina aggiungendo la stimolazione vaginale al lavoro incessante della mia lingua, Nunzia fremeva e gemeva, stava avendo un orgasmo. Continuai, poi mi misi in posizione da sessantanove e ripresi a leccarla e sditalinarla, non le misi il cazzo in bocca, mi limitai a farglielo arrivare vicino alle labbra, ma senza insistere. Nunzia iniziò un altro orgasmo e gemendo con una mano mi spinse la testa sulla sua figa, io allora le avvicinai il cazzo alle sue labbra e sentii la lingua scorrere sul glande, poi le labbra schiudersi e rimanere così, spinsi in avanti il bacino e sentii il caldo umido della sua bocca che mi avvolgeva il cazzo. Comiciai a scoparle la bocca, con movimenti sempre più ampi, ma attento a non provocarle conati di vomito e intanto le leccavo l’interno delle cosce in prossimità della figa e poi di nuovo grandi labbra e clitoride. Nunzia ormai partecipava attivamente spompinandomi e girando con la lingua intorno al glande. “Sto per venire Nunzia, se vuoi togliti, ma mi piacerebbe che mi facessi finire così” Nunzia, non rispose, sentii che iniziò a tremare ed a gemere, senza abbandonare il mio cazzo, stava venendo, ed io le venivo in bocca e sentivo Nunzia che deglutiva poi mi venne sopra e si mise a sedere sulla mia bocca. Ora tocca a te, vedi come colo? Bevi e non perderne una goccia” cosa che io stavo già facendo senza attendere la sua esortazione.

“Nunzia, che progressi! Mi sorprendi una settimana fa non volevi ed ora! Sei molto meglio così comunque.”
“Sai ne ho parlato con una collega al cinema, gran puttanone, che mi ha dato qualche dritta, mi sono fidata e mi è piaciuto tantissimo, spero sia piaciuto anche a te. Solo che…, non starò diventando un puttanone anch’io?”
Rimanemmo un po’ a pastrugnarci, poi mi tornò l’erezione, Nunzia prese un preservativo dal cassetto e me lo mise “controlla se è messo bene, non ho esperienza, ma sono nel mezzo del ciclo e non voglio correre rischi”
Al mio segno di Ok, mi venne a cavallo e si infilò il mio cazzo nella figa, poi portò le gambe avanti, era seduta sul mio pube, più dentro non potevo entrare, sentivo che puntava sulla cervice e NunzIa sussultava ad ogni movimento “fammi stare un po’ così, che bello sentirlo dentro, ma stai fermo dura più a lungo che puoi”. Svuotato dal precedente superpompino e nell’immobilità riusciì a stare un bel po’ dentro di lei e intanto le carezzavo i suoi seni e le titillavo i capezzoli.
“Nunzia con due mani non riesco a contenere un tuo seno, ce l’hai da sballo!”
“Basta ora, sono indolenzita” mi disse Nunzia sfilandosi e controllando il preservativo “ero terrorizzata che tu sborrassi e che il preservativo si rompesse. So io che cosa mi è costata una scopata non protetta e che scopata poi… lo stronzo in trenta secondi mi ha sverginata, scopata e messa incinta”.
“Coraggio” le dissi, “in piedi e fai dieci flessioni sulle gambe”
Nunzia si alzò e nuda, disciplinatamente iniziò gli esercizi, io intanto contavo “Uno, due, tre …dieci” ora fai esercizi di rilassamento, e ora con la punta delle dita, senza flettere le gambe toccati la punta dei piedi “uno, due, tre ora mantieni la posizione.”
“Guarda che se me lo vuoi mettere nel culo, non hai bisogno di fare tutta questa manfrina, vieni prendiamo la crema”.
Prese un barattolo di vasellina e porgendomelo disse “sono preparata, tanto sapevo che avresti voluto il culo, lubrificami”
In piedi davanti al letto appoggiò i gomiti sul letto, il culo era in aria ed io iniziai a metterle la vasellina intorno e dentro al buchino, poi lo misi sul mio cazzo che dato il programma manifestava tutto il suo consenso.
“Nunzia, le dissi, poggia la testa sul letto e con entrambi le mani allargati le natiche, volevo sditalinarle l’ano, ma ero troppo infoiato e così poggiai il glande sul suo buchino e le dissi “conto fino a cinque e poi spingo. Uno… “ pronunciato il numero uno, con una spinta energica le ero entrato quasi completamente nel culo. Nunzia lanciò un urlo “bastardo, è la seconda che mi freghi!”
“No, Nunzia, è la seconda volta che ti inculo” le risposi ed intanto dentro e fuori la inculavo alla grande.
Suonò il campanello e si sentì chiamare “Nunzia cosa è successo?”
“E’ la mia vicina, una impicciona. Debbo andare ad aprirle, altrimenti sarebbe capace di chiamare i Carabinieri. Aspettami.”
Indossò un’accappatoio ed andò ad aprire
“Non è niente, stavo entrando nella doccia ed ho sbattuto il ginocchio contro la vasca. Ciao ora, che altrimenti mi raffreddo.”
Liquidata la vicina tornò in camera, si tolse l’accappatoio e senza alcun intervento da parte mia riprese la precedente posizione mentre imprecava “stronza impicciona, mi stava piacendo!”
Le arrivai dietro e cominciai a carezzarle quel culo fantastico, poi mi accostai all’ano e le dissi “imboccalo tu, e dimi tu quando posso spingere”
Nunzia se lo posizionò sul buchino e disse “aspetta, mi spieghi prima perché eri entrato senza aspettare il cinque?”
“Vedi Nunzia” le dissi con un tono contrito e con un colpo le feci entrare nel culo tutto quello che avevo, rimasero fuori solo le palle che ad ogni colpo sbattevano sulla figa “sapevo che al tre ti saresti irrigidita e ti avrebbe fatto più male. Lo stesso ora, tu ti aspettavi una spiegazione, che comunque io ti ho dato, dopo ed intanto ti sto inculando. Mi dicevi che ti piace?”
“Sei un bastardo, ma debbo ammettere che mi piace e tanto. Pastrugnami le tette che alla figa ci penso io” mise la mano fra le cosce e iniziò a sditalinarsi. Andò avanti un po’, poi la sentii venire ed io le riversai una buona dose di sborra. Rimasi dentro fino a che persi l’erezione, poi uscii da lei che rimase un po’ con il culo all’aria “guardami se sanguino nuovamente mi disse”
“No, ormai la strada e fatta, ora solo piacere.”
“Non ci credo, mi brucia, prendi uno specchietto in bagno, anzi no, a fianco del televisore c’è la mia fotocamera digitale, fammi una foto che mi voglio vedere!”
Le feci un paio di foto, poi le dissi “ora allarga le natiche e spingi come se dovessi andare di corpo, ma piano”
Nunzia fece quanto le dicevo ed un rivolo di sperma cominciò a colarle fuori dal culo, io mi affrettai a scattarle un po’ di foto e da tutte le angolazioni.
“Non riprendermi il viso” mi chiese Nunzia.

Ci lavammo e subito riversammo le foto sul pc di Nunzia e le guardammo insieme. Visto così ed ingrandito il culo di Nunzia era ben dilatato ed arrossato, ma sangue niente. “Quel rivolo di sperma che esce dal mio culo mi eccita da impazzire” disse Nunzia, portandosi la mano sulla figa.
Si fece fare un po’ di foto in diverse posizioni, mentre camminava sculettando, in diverse posizioni anche mentre a gambe alzate, con le mani spalancava le grandi labbra. Tutte le foto nascondendo il volto.
Me le trasmisi sulla mia email “così in caso di necessità posso farmici una sega” cazzeggiammo un po’ poi la salutai “a lunedì Nunzia”
“Ciao e non farti troppe seghe sulle mie fotografie”.
 
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