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Viaggio di lavoro - 3° parte

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Aragorn
view post Posted on 13/6/2009, 17:48




RItorno a casa

Al ritorno dal nostro viaggio la mia avventura con Michela si chiuse, il lavoro riprese il suo tran tran ed i miei rapporti con l'ufficio pubbliche relazioni si diradarono sino a che non ricevetti una telefonata da Paola, anche lei impegnata nello stesso ufficio di Michela con compiti di supervisione su altre aree geografiche.

Paola era ormai da anni nella nostra azienda, la conoscevo da diverso tempo in quanto amica di amici (aveva fatto il liceo con diversi dei miei migliori amici), madre di due bambini e quindi molto indaffarata, di poco sotto i 40 come me, donna non appariscente ma intrigante, carina, poco curata nel vestire (prediligeva l'abbigliamento comodo a quello elegante), capelli corti per non doverci badare troppo, alta 165, mediamente snella con poco seno, molto intelligente ed acuta. Era una persona con cui una conversazione poteva essere molto interessante e intrigante, ma pur essendo carina non avevo mai fatto su di lei pensieri "proibiti".
Quando entrò nel mio ufficio per discutere del futuro seminario delle pubbliche relazioni e per invitarmi a fare da relatore sui nuovi progetti commerciali della società, la notizia mi fece molto piacere: era un riconoscimento di stima da parte dell'azienda ed una piacevole occasione per me di presentare le nuove iniziative in un contesto amichevole. Indossava un maglione a collo alto ed un paio di pantaloni di velluto a coste, quasi da "universitaria di lungo corso", e la invitai a spiegarmi meglio di cosa si trattasse. Mentre sorseggiavamo un caffè, iniziò a descrivermi il posto scelto quest'anno: un resort in campagna, interamente noleggiato dalla ns. società e normalmente "agriturismo di lusso", con passeggiate nel bosco, sale lettura, sale musica, una palestra ed una piscina (fortunatamente coperta, data la stagione autunnale). Il direttore era un grande organizzatore, e riusciva a creare gruppo nella sua struttura attraverso questi eventi che davano la sensazione di appartenere ad una famiglia. Il mio intervento rivolto a tutti i componenti dell'area pubbliche relazioni era previsto per la sera e quindi avrei potuto arrivare con l'aereo di tarda mattina e ripartire con quello della mattina successiva. E poi, concluse Paola, "sarai contento di sapere che ci sarà anche Michela….". "Cosa vuoi dire? E poi lo sai che sono sposato e che sono una persona seria.." risposi stupito. Paola conosceva mia moglie e molti dei miei amici, sarebbe stato un casino se fosse venuta a sapere della mia "lussuriosa trasferta" con Michela. "Ma dai, non prendertela", disse, "è che da quando siete stati in viaggio insieme Michela non fa che parlare bene di te, chissa cosa avrai fatto per conquistarla! Non voglio proprio farti la predica, a volte qualche extra ci vuole, piuttosto non hai pensato che qualcuna delle tue ammiratrici di lungo corso potrebbe risentirsi e ingelosirsi un po' per tutte queste attenzioni alla nuova arrivata?". "Ah, e così avrei delle ammiratrici di lungo corso?" dissi guardandola senza capire mentre si allontanava sorridendo dicendomi "A domani alle 18, ci vediamo per discutere il tuo intervento!".
La sera dopo, arrivò nel mio ufficio in ritardo (mi aveva avvertito ed anche io ero stato ad una serie ininterrotta di riunioni) quando ormai gli uffici si erano svuotati, e avevo abbassato le luci per lavorare più in tranquillità. Quando entrò, con le luci soffuse e sorridendo con la sua consueta allegria, fui colpito dall'abbigliamento: sempre sportiva, certo, con un paio di pantaloni neri ed una camicetta sciancrata in vita, ma sbottonata con nonchalance sul davanti sino ad intravedere una parte del suo piccolo seno.
Si accomodò al tavolo delle riunioni a mi sedetti al suo fianco per rivedere il lavoro, cosa che fu fatta rapidamente in quanto avevo già preparato interventi simili in altri contesti. Terminata la discussione, mi guardò negli occhi sorridendo, si sporse avanti verso di me e mi disse: "spero non te la sia presa per la battuta di ieri…. volevo scusarmi con te. In realtà con Michela abbiamo sviluppato un ottimo rapporto che va al di la del lavoro, e ci raccontiamo le nostre storie, e quando l'ho vista così entusiasta dopo il vostro viaggio, le sono stata alle costole finchè non mi ha confessato che "forse" vi siete anche tolti qualche reciproca soddisfazione… e l'ho molto invidiata perché avrei voluto essere al suo posto.". A sentire questo rimasi senza parole, mentre il mio occhio (ero seduto al suo fianco) scivolava sotto la sua camicetta che, scostatasi dal corpo, lasciava ora intravedere un capezzolo turgido. Cercai di rispondere balbettando "Sai, Paola… mia moglie.. gli amici comuni… è stato un episodio…" e lei ancora più vicina a me mi sussurrò "non ti và di scriverne un altro?" e mi baciò. La vista del suo capezzolo aveva stuzzicato il mio appetito, e risposi al suo bacio prolungandolo e passando le mani intorno alla sua vita per carezzarle il seno. La mano si infilò sotto la camicetta scoprendo la nuda pelle ed arrivando presto ad afferrare il capezzolo tra le dita provocandole un brivido che rivelò in Paola una sensibilità insospettata. Ci alzammo in piedi e balbettai "meglio che chiuda…" e con lei tra le braccia allungai le mani sino a chiudere la porta per poi tornare a carezzare quei piccoli seni che si rivelavano degli interruttori del piacere. Paola eccitata iniziò a slacciarmi i pantaloni, poi fermandosi un attimo "guarda che è solo un episodio, ma sappi che ormai non mi fermo e mi voglio togliere la voglia" e così dicendo completò l'opera e si abbassò mentre i pantaloni ed i boxer scivolavano a terra. Il mio cazzo già sveglio diventò presto duro come il marmo tra le sue labbra che lo percorrevano su e giù mentre la lingua lo inumidiva. Con una mano stringeva il mio uccello mentre l'altra sua mano era scesa dentro i suoi pantaloni a stuzzicare la sua fica. Si alzò e mi disse all'orecchio "ti voglio dentro… sono già un lago". Non aspettavo altro. Le sfilai rapidamente i pantaloni e gli slip e la feci sedere sul tavolo delle riunioni (così seduta il mio cazzo era in posizione ideale per scoparla). Accostai il mio uccello alle labbra bagnate della sua fica e afferrandole il bacino la tirai verso di me, affondando in un solo colpo dentro di lei "ed io voglio te Paola… ti voglio scopare come un toro…". Iniziai a sbatterla con una certa foga, mentre lei si sdraiava con la schiena sul tavolo lasciando le mie mani a stringere con forza i suoi piccoli seni ed i suoi sensibili capezzoli. Paola si stava eccitando e lo faceva capire con degli ansimi sincronizzati con i miei affondi. Io iniziai a spingere con più forza facendo sbattere il bacino contro il suo e sentendo il mio cazzo affondare il lei sino all'utero mentre le sue gambe mi avvolgevano stringendomi in una morsa. I rumori dei nostri corpi uniti all'ansimare ritmico di Paola e ai suoi "si…si…" che ripeteva fecero montare il mio orgasmo che arrivò con un ultimo affondo alla fine del quale spruzzai il mio sperma dentro di lei. Il primo spruzzo fece scattare anche il suo orgasmo e sentii la fica contrarsi violentemente sul mio uccello facendomi continuare a venire sino ad essermi svuotato completamente.
Dopo qualche attimo per riprenderci, Paola, ancora rossa in viso ma che chiaramente aveva già ripreso controllo della situazione sospirò e disse "Wow! Sono stata sfacciata ma anche tu non ti sei tirato indietro! Spero che tu lo voglia considerare un episodio piacevole …certo un episodio decisamente bollente e soprattutto scritto… di getto!".
 
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