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Diario di un' infermiera - 3a parte

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Aragorn
view post Posted on 30/7/2009, 14:21




Un paziente cieco

Prosegue il diario di Marta, infermiera oggi in pensione.
Abbiamo lasciato la lettura alle prime giornate di professione, nei primi anni’60, quando Marta – piuttosto giovane – si ritrova a svolgere mansioni di “ausiliaria” in un ospedale, nel caso specifico in sala di radiologia.
Uno dei suoi primi “pazienti” è un ex compagno di giochi, Giorgio, col quale subito può dar sfogo alle sue inclinazioni voyeuristiche: quasi fosse una “dominatrice” di consumata esperienza, Marta impone al malcapitato di spogliarsi, traendo un immane piacere nel constatare il disagio, la vergogna ma anche l’eccitazione che la imposta nudità provoca nel ragazzo. I due, come ben sa chi ha letto questo capitolo del diario, finiscono comunque per godere entrambi, grazie a più o meno abili carezze reciproche.
Marta è dunque sempre più consapevole di questi suoi particolari impulsi e desideri cerebro-sessuali.
E la vita in ospedale continua…..
Ecco dunque il prosieguo del diario-racconto della donna.
Dopo l’episodio di Giorgio, in ospedale segue un mese abbondante di ordinaria amministrazione, giornate durante le quali non accade nulla che sia per me di un particolare interesse: i pazienti si susseguono, uomini, donne, ragazzi (alcuni anche carini), ma, ripeto, nulla di eccitante.
Poi, un giorno, ecco che mi capita di dover dare assistenza ad un quasi cinquantenne praticamente cieco da entrambi gli occhi. Non ricordo più quale fosse l’esame cui l’uomo doveva sottoporsi, ma so soltanto che – per mia somma fortuna – si trattava di un esame radiologico che imponeva la nudità del paziente.
Ecco giunto il momento. In sala radiologia c’è il prof in attesa e ci sono io, in un angolo, in attesa di eventuali disposizioni. Bussano alla porta.
“Avanti” fa il prof.
Fanno il loro ingresso nello studio due uomini: il paziente, che riconosco immediatamente come il cieco che attendevamo anche per il suo procede con cautela, ed il suo accompagnatore, un ausiliario-infermiere.
A svolgere tutte le operazioni di preparazione è dunque questo ausiliario maschio, un ragazzone grande e grosso che conosco solo di vista.
Il paziente cieco è invece un brizzolato e piacente cinquantenne, che io subito giudico… appetibile, anche se (all’epoca) per me un ultraquaramntenne è considerato “vecchio”…
Non dovendo intervenire, nessuno mi rivolge la parola ed io assisto, muta ma interessata ed ansiosa, al susseguirsi degli avvenimenti.
Aiutato dall’infermiere, l’uomo si sbarazza dei vestiti, rimanendo in slip.
Anche se cerco di non darlo a vedere, quindi un po’ di nascosto, la mia un po’ malsana curiosità mi spinge a dirigere immediatamente il mio sguardo tra le gambe dell’uomo: la prima impressione è che lo slip nasconda qualcosa di interessante… si, perché mi par di notare che quanto è celato dall’indumento sia un qualcosa di una bella consistenza…. Come sapete non è che abbia ancora una grande dimestichezza con i genitali maschili, tuttavia ho bene impressi in mente i due uccelli (ancora non riesco a definirli “cazzi”, neppure quando ci penso tra me e me !!!) di Sergio e di Giorgio e ricordo bene che, specialmente in stato di riposo, essi avevano delle dimensioni assolutamente modeste. Questo invece, mi trovo a pensare, sembra già molto ma molto consistente… che sia già in erezione ? la cosa non mi sembra troppo logica…. anche perché l’uomo ancora non sa che anch’io sono presente, quindi crede che a visitarlo e ad assisterlo siano due uomini…. Quindi – è il mio ovvio ragionamento – perché mai dovrebbe essere eccitato ?
Naturalmente, penso, non ci vorranno molti minuti per scoprire l’arcano….
Ma comincio a sentirmi turbata, stranamente eccitata, il respiro mi si accelera….
Mentre è in piedi sulla pedana, immobile, le braccia distese lungo il corpo, il paziente viene invitato a spogliarsi.
In un attimo l’uomo esegue e si abbassa lo slip, che poi depone a terra…
Non credo ai miei occhi ! ciò che mi è dato di vedere è un pene che, pur a riposo, fa quasi impressione per quanto è grosso….
I testicoli, poi, mi paiono in sintonia con il resto, cioè taurini….
Sono intontita, le labbra arse, un certo umidore si sta facendo strada laggiù…..
Mentre la visita prosegue, rimugino e prendo ad immaginare come quel manganello di carne dovrebbe diventare con l’erezione…..
Non mi ci vuol molto a realizzare un pensiero sconcio, lubrico, un po’ perverso….. se l’uomo cieco sapesse che io, giovane donna, gli sto guardando l’uccello e tutti interi i genitali… non dovrebbe o potrebbe eccitarsi ?
E poi, mi dico, chi mi potrebbe mai rimproverare per la mia intrusione verbale ?
L’essenziale è che io manifesti in qualche modo la mia presenza, e far si che anche il paziente se ne renda conto…
E vedere cosa accade….
Impagabile !
Ora sono davvero eccitata a morte, il pensiero quasi mi toglie il fiato per parlare.
Sono emozionatissima, sto per profferire la frase “posso essere utile anch’io ?” ma mi fermo in tempo.. e se mi dicessero che posso (o devo) andarmene, addio spettacolo….
No, questo no, proprio non voglio perdermelo….
Piuttosto mi accontento di vederlo così, a riposo….
Certo, non è il massimo, mancando specialmente l’aspetto, come dire, sadico, quello che è parte integrante della mia eccitazione, e cioè il piacere di sapere che “l’uomo” è a disagio, un po’ umiliato, un po’ pudico e vergognoso, e che per questo suo stato d’animo va su di giri (come spero)
Scelgo di starmene zitta. Non voglio rischiare.
Aguzzo la vista per non perdermi nulla.
L’uomo, inconsapevole, se ne sta tranquillo, le braccia conserte.
Ed io non mi perdo un attimo.
Non mi sfugge quando, per un colpo di tosse, tutti gli….. ammenicoli gli ballonzolano….
Si, lo so, questo breve “flash” per molti è un qualcosa di ridicolo, ma non per me, non in quel frangente ed a quella età, acerba ed inesperta come sono: quel movimento, quel dondolare degli attributi maschili mi attrae, non posso negarlo…..
Non so cosa darei per poter impunemente avvicinarmi e, magari senza preavviso alcuno, tendere le mie mani, posarle su quegli attributi tanto agognati, e sentire l’uomo vibrare, percorso da una scossa all’avvertire questa presenza…..queste mani femminili….ora delicate…ora decise…
Non mi è dato tempo di proceder oltre con l’immaginazione.
La realtà impone di stare ben all’erta….
A volte il corso degli eventi è davvero curioso….
Dunque, ricapitolando: avrei desiderato che l’uomo si turbasse e si eccitasse nel sentire una voce femminile, avevo però timore che, udendo a sua volta la mia voce e “ricordandosi” che c’ero anch’io, il prof avrebbe potuto allontanarmi …. Ed ora che ti accade ? che nella sala radiologica irrompe un po’ rumorosamente l’infermiera-capo-sala, una bella donna sui trentacinque-quarant’anni dalla voce abbastanza sensuale e comunque tale da far pensare ad una femmina ancora giovane.
Faccio di tutto per non farmi scorgere ma, nello stesso tempo, per non defilarmi troppo al punto da non poter assistere all’eventuale spettacolo….
Il paziente è ora chiaramente in difficoltà, pone le sue mani a coprire i genitali, poi le toglie temendo di essere rimproverato (forse gli era stato detto di rimanere fermo, non ricordo), poi le ri-posiziona…. Dev’essere un supplizio per lui…..
Pur mostrando indifferenza (mai sapremo se l’indifferenza fosse voluta o forzata…) la capo-sala, a colloquio con il prof, getta di tanto in tanto occhiate in direzione del paziente….
Il poveretto non può rendersi conto esattamente della posizione dell’intrusa, né se al momento lo sta guardando…ma sa che c’é…………………
probabilmente l’uomo immagina di si, o comunque la situazione lo turba…si….ecco che ci siamo….l’uomo ora ha posto le braccia lungo il tronco, forse si è dichiarato vinto, forse non gli spiace esibrsi, forse semplicemente sa che è inutile tentare goffamente di coprirsi, fatto sta che il suo sesso è ora ben in vista, nulla me ne impedisce la visione…., si….sta avvenendo quel che tanto agognavo….l’uccello sta impennandosi….

sto per assistere al prodigio che già tanto mi turba, mi eccita, mi attrae : quella che pure era un qualcosa di consistente, ora si anima ulteriormente, lentamente, comincia a vibrare, ad alzare la testa.. l'asta si gonfia poco a poco, si allunga, si indurisce, si erige, sta per diventare un bastone di carne dura.. tutto questo, sotto i miei occhi,
senza alcun aiuto, solo grazie alla libidine che pervade l'uomo nel sapersi guardato
Certamente ciò che sconvolge maggiormente l'uomo è proprio la consapevolezza di esser 'costretto' ad esibire le sue intimità a una donna (e non sa che le donne sono due, di cui una particolarmente ghiotta !!!)
L'erezione procede costantemente.. in breve è al massimo…..
L’uomo ormai preda dei sensi, ora ostenta questo suo notevole attributo…
L’uccello, testo quasi in verticale, ha assunto proporzioni sicuramente superiori alla media.
Io non ne sono del tutto consapevole, ma istintivamente la giudico eccezionale… e poi, mi dico, i due che ho già visto erano ben misera cosa al confronto…. Che fossero entrambi poco dotati ? O sarà questo ad essere addirittura eccessivo ? certo che, penso, per prenderlo nella passera…..mah, forse meglio quello di Giorgio…..
La capo-sala, tossicchiando imbarazzata, lascia frettolosamente la sala.
Il prof, un po’ sornione, fa trascorrere qualche minuto….
Il paziente, resosi conto che la donna ha lasciato la stanza, sta rilassandosi…. Il suo uccello sta ammosciandosi….
Ora è a riposo e , pur se sempre di abbondanti dimensioni, fa così meno impressione.
Tutto sembra volgere alla calma, alla normalità….
Ma il prof si accorge della mia presenza….
“che ci fa lei li ?” mi apostrofa
“nessuno mi ha detto cosa fare….” rispondo
Manco a dirlo, immediatamente il mio sguardo va ai genitali del paziente…..
Si… ecco che sta ridestandosi….. è chiaro che è la presenza femminile a determinare la cosa…..
Purtroppo però non mi è possibile assaporare nuovamente lo spettacolo.
Il prof mi liquida
“E’ meglio che esca, altrimenti il nostro paziente……” il prof non termina la frase, ma non ci vuol molto ad immaginare il prosieguo….
Io, forzatamente, esco.
Solo allora mi rendo conto dello stato delle mie mutandine, fradice all’inverosimile….
A sera, a casa, ho pensato lungamente a quell’uccello impennato, a quell’uomo turbato, eccitato…. E non ho contato gli orgasmi che mi sono procurata avendo nella mente la scena…..
 
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