| Antefatto
Marta, che oggi è una attempata e tranquilla pensionata, ha avuto un passato piuttosto “vivace” che, grazie alla professione esercitata (infermiera), ha avuto modo di coltivare nell’ambito ospedaliero (cliniche private) e in alcuni studi medici privati. Se leggerete il racconto dal titolo “appendicite” potrete farvi una prima idea del personaggio, che certamente aveva nel DNA un qualche componente che la rendeva particolarmente “portata” per il voyeurismo. A differenza della stragrande maggioranza delle donne, che in realtà difficilmente sono ”vere” appassionate “guardone” (spesso si fingono tali per compiacenza ma non apprezzano granché la cosa), Marta era (ed è tuttora) molto attratta da questo tipo di sessualità e predilige particolarmente la visione delle nudità maschili. Va anche aggiunto che la nostra Marta ha spesso comportamenti sottilmente ma perversamente sadici, peraltro non di natura fisica bensì prevalentemente cerebrale. E la prima esperienza sessuale di Marta, che sarà lei stessa a descrivere nel suo diario, è in un certo senso li a dimostrarlo. Ecco dunque come la nostra futura infermiera narra la vicenda. Estate 1959, XXXX (periferia di YYYY). Finite finalmente le scuole, sono costretta a trascorrere l’estate a casa: i miei decidono, quell’anno, di non andare in villeggiatura, ma la cosa non mi disturba più di tanto perché le mie compagne si trovano quasi tutte nelle stesse condizioni, per cui ci riuniamo tutti i giorni per i soliti giochi di gruppo. La zona è davvero una sorta di grande parco naturale : il cemento ancora non la fa da padrone, la vegetazione è rigogliosa ed i prati accessibili a noi ragazzi sono per nostra fortuna ancora tantissimi. Il nostro gruppo di amici è composto ovviamente in prevalenza da studenti, anche se qualcuno già ha abbandonato gli studi ed iniziato a lavorare: pur non essendo più giovanissimi, siamo quasi tutti ancora ingenui ed inesperti, anche perché alla fine degli anni cinquanta questa è, in linea di massima, la regola. Quell’indimenticabile sabato pomeriggio di fine agosto (il cui ricordo, per l’appunto, é ancora nitido), ci troviamo a giocare in otto: io, mio cugino Elio, du e gemelle mie amiche (Carla e Rossella), Sergio, Mimmo, Renzo e Roberto. Il gioco che viene scelto per quel pomeriggio prevede che colui o colei che perde, debba fare una penitenza consistente nella “tortura del palo”. Si tratta in sostanza, semplicemente, di lasciarsi addossare ad un grosso albero ed a lasciarvisi legare per il busto, rimanendo poi perfettamente immobili e muti per un determinato numero di minuti. E’ previsto il raddoppio della pena per chi si fosse mosso od avesse rotto il silenzio prima dello scadere dei dieci minuti. Questa forma di penitenza, che in realtà mai prima avevamo sperimentato, è proposta da Elio, il quale già si era premurato di procurarsi corde e cordicelle utili allo scopo. Primo a perdere ed a dover sottostare alla tortura è uno dei ragazzini, Mimmo, che viene legato all’albero e poi puntualmente liberato (grazie al fatto d’essere rimasto zitto ed immobile malgrado qualche maldestra provocazione dei compagni). Poi a perdere é Sergio, un ragazzo che so essere segretamente innamorato di me. Naturalmente nessuno subdora alcunché di anomalo, lui si addossa all’albero e si lascia legare : noto soltanto che Elio fa i nodi con una accuratezza davvero notevole, ma non do troppo peso alla cosa. In pochi minuti, Sergio si ritrova immobilizzato molto saldamente e, a differenza di quanto era accaduto con Mimmo, anche i polsi gli vengono legati dietro la schiena. Il ragazzo si accinge a trascorrere così i dieci minuti di penitenza quando mio cugino Elio ci chiama tutti a raccolta facendoci più o meno questo discorso “ il nostro amico Sergio é bello che legato, non può proprio scappare o liberarsi, vogliamo divertirci un pò ? lasciarlo così senza fargli nulla non ha senso, cosa proponete ? su, datemi qualche idea ! “ Ricordo che Rossella, ingenuamente, propone di fargli il solletico, mentre i ragazzi propendono per azioni più violente, ma fini a se stesse e tutto sommato piuttosto cretine (torcergli le braccia, imbavagliarlo) A me, immediatamente, viene in mente un’idea che davvero, ripensandoci a posteriori, può certamente esser definita come perversa. Bisogna sapere che io, malgrado non sia più una bambina, prima d’ora, non ho mai visto i pisellini dei maschietti ed immagino la cosa riferendomi a quelli visti sui bebé appena nati o per....sentito dire ! Quanto alla presenza, a casa, di Gianni, mio fratello più piccolo, devo dire che non ho mai avuto l’opportunità di vedere con i miei occhi cosa si nasconde tra le sue gambe : solo una volta, al mare, ho avuto una visione del tutto fugace, imprecisa, parziale delle parti intime di mio fratello intento ad indossare il costume da bagno dopo essersi tolto le mutande, ma, ripeto, é stato un qualcosa di assolutamente insoddisfacente e confuso. Dati questi precedenti, ecco che scatta in me l’idea : quale occasione migliore di questa per poter finalmente, impunemente, fare questa “scoperta” ?! E poi Sergio é un ragazzino piuttosto timido ed io, perfidamente, devo ammettere che il pensiero di vedere proprio lui beffato, umiliato, dileggiato, non mi dispiace davvero, anzi mi stuzzica parecchio.... Mi scopro a pensare tra me e me: chissà come reagirà, se soffrirà, se proverà vergogna.... Tanta é la smanìa che mi prende che non resisto e corro da mio cugino per dirgli in un orecchio: perché non lo spogliamo ? Il mio suggerimento é volutamente vago, parlo di “spogliare” in senso molto generale e senza precisare sino a che punto spingere la cosa: del resto, proprio non trovo il coraggio necessario per confessare a mio cugino quanto in realtà io desideri con tutta me stessa poter finalmente osservare da vicino un pisello (questo era il termine con cui io definivo il ‘coso’ dei maschietti) Lui aderisce entusiasticamente all’idea, e subito informa gli altri,esclamando ad alta voce : “ Marta ha avuto un’idea magnifica !! sapete cosa facciamo ? lo spogliamo e lo lasciamo così, legato, in mutande, e poi vedremo” A sentire queste parole, Sergio arrossice violentemente, poi diventa pallido pallido, si divincola, scalcia, poi, visti inutili questi tentativi, cerca di convincere Elio e gli altri a liberarlo, implora, si dispera, é sull’orlo del pianto. ma (come in cuor mio spero...) Elio non desiste ! Anche se il povero Sergio neppur lontanamente può prevedere quali saranno gli sviluppi della faccenda, Il solo pensiero ha l’effetto di procurargli un nizio di erezione: io stessa non posso non notare che qualcosa sta cominciando a deformargli il davanti dei calzoni ed io, pur non sapendo assolutamente nlla di questo tipo di reazioni, mi sento stranamente eccitata, direi euforica. Intanto Elio gli si fa vicino e prende a slacciargli la cinghia dei calzoni, poi a sbottonarglieli, mentre noi ragazzine, poco distanti, ce ne stiamo a seguire la scena ridacchiando. Elio però è in evidente difficoltà perché Sergio tira calci e allora chiama a raccolta gli ltri: “venite a darmi una mano, su, almeno tenetegli ferme le gambe” Prime a farsi avanti siamo proprio noi ragazzine, che, un po’ a fatica, riusciamo però ad afferrare le gambe ed a tenergliele quasi ferme. I calzoni sono ormai completamente aperti sul davanti e, anche per forza di gravità, prendono a scendere, a scendere, finché la discesa si arresta all’altezza delle ginocchia. Poi, non so neanche come, Elio riesce a sfilare del tutto i calzoni, mentre subito dopo le due gemelline si ri-posizionano ai piedi del ragazzo per tenergli ferme le gambe. Ormai solo le mutande coprono l’essenziale ! ed ora io, turbata, noto che il profilo del pene si delinea chiaramente, tendendo la stoffa delle mutande, una sorta di boxer ‘ante litteram’, ovvero un calzoncino molto corto, con due soli bottoni sul davanti. Elio torna vicinissimo alla vittima e, a bassa voce (ma non tanto bassa da non farsi udire dagli altri) gli fa : “ vedo che ti è venuto duro ! cos’ è ? è la vergogna che ti fa questo effetto ? benissimo, meglio così.. ci sarà da divertirsi di più.. E le ragazze vedranno e impareranno meglio, anche la ‘tua’ Marta, vedrai, sarà contenta !” Elio allunga le mani e prende ad accarezzare, frizionare, toccare i genitali di Sergio pur attraverso la stoffa delle mutande, ed il overaccio evidentemente si ritrova ancor più eccitato, poi, anche per umiliarlo al massimo, mio cugino commenta ad alta voce: “ce l’hai duro, si, però mi pare che tu ce l’abbia un pò piccolo.....non so.....vediamolo bene !” “No, non dire cretinate “ é la prima, debole, reazione di Sergio, che forse ancora spera che lo scherzo possa terminare lì. Assolutamente incurante della supplica, Elio prende a sbottonare il primo bottone Disorientato, annientato, ormai consapevole che Elio sarebbe andato avanti, il ragazzo stavolta reagisce con maggior vigore, riprendendo a dimenarsi e tentando comunque di convincerlo a desistere “ No, Elio, no, questo no, questo proprio no.. avevi detto che mi avresti lasciato in mutande !! no, non puoi farmi questo.. almeno non davanti alle ragazze !! no ! nooooo ! “ Con una buona dose di perfidia, Elio finge di accogliere parzialmente la supplica e chiede a noi ragazze : “volete che prosegua o devo smettere ? “ Io non so davvero che pesci pigliare: se da una parte l’istinto mi spronerebbe a dirgli di proseguire, dall’altra ancora una volta mi ritrovo inibita e non ho il coraggio di tradurre questo mio osceno desiderio in una palese richiesta. Più o meno le stesse emozioni stanno vivendo anche le due gemelle, visto che anche loro non profferiscono parola. “ Bene, chi tace acconsente “ é il commento di Elio al nostro silenzio Sergio si sente ormai perso, fa un estremo inutile tentativo di liberarsi, ma nel frattempo Elio ha sbottonato il secondo ed ultimo bottone e le mutande del ragazzo, aprendosi e scendendo lentamente, scoprono un cespuglio pubico già abbastanza folto e subito dopo, finalmente, l’oggetto della mia morbosa curiosità: l’uccello !. Il sesso del ragazzo ora svetta libero nell’aria, ballonzolando e lui chiude un attimo gli occhi, li riapre, getta uno sguardo verso i suoi genitali, sgomento si rende conto di quale sia la situazione in cui si trova.....poi, istintivamente, tenta di serrare le gambe, quasi a voler trattenere il membro tra le cosce come per nasconderlo ma, naturalmente, l’ingenua manovra di difesa non sortisce l’effetto voluto e lui non può che rimanersene così, bello nudo, esposto, praticamente alla mercé del gruppetto, e soprattutto di noi ragazze, che nel frattempo ci siamo avvicinate attorniando la vittima. Io mi rendo conto di essere a mia volta paonazza in volto, ma non posso evitare di fissare con gli occhi sbarrati, stupefatta, il membro di Sergio, il primo che mi é dato vedere in vita mia, che ora sta curiosamente svettando nell’aria, preda di contrazioni nervose del tutto spontanee. Per me, a digiuno della cosa, questo paletto di carne - che, giudicato a posteriori, era invece di dimensioni assolutamente modeste - sembra enorme, ma comunque bello e, devo ammetterlo, me ne sento attratta..... Sergio sta davvero morendo di vergogna, anche se é eccitatissimo. Probabilmente sta chiedendosi se é desto o se sta vivendo un sogno (o un incubo ?), quasi non si rende conto di quale sia la realtà.. Anch’io sono un pò frastornata, come intontita quando sento la voce i Elio che ci desta dal torpore : “ Ebbene, ragazze, state bene a vedere.. Ora glie lo prendo in mano e vi faccio vedere come si fa una sega.. Così (ridacchia) imparate per bene a farle ! sapete cos’è una sega o no ? “ Io, che al momento conosco solo la sega da falegnami, rimango interdetta ma ammetto subito la mia ignoranza con un flebile “no, non lo so”, tosto imitata dalle due mie compagne. “Semplice” - è la spiegazione di Elio - “ la sega è il modo più facile per far godere un ragazzo “ E prosegue: “ allora, ragazze, se volete vedere una dal vero come si fa, comincio io a fargliela. voi guardate bene e imparate, d’accordo ? “ Né io né le due gemelle abbiamo l’ardire di profferire parola, ma Elio, malgrado il nostro silenzio, pare seriamente intenzionato a passare dalle parole ai fatti. Sergio ha il cuore in gola, é sudato, teso, sembra star davvero male.. chiude per l’ennesima volta gli occhi, quasi che così facendo possa sottrarsi alla indecente esibizione, poi tenta l’ultima carta “ no Elio, no ! mi hai spogliato completamente davanti alle ragazze...ora basta.. smettila.. altrimenti mi metto a gridare.. “ Elio subito gli fa notare che se davvero si metterà a gridare potrà sopraggiungere qualcuno (magari una donna, gli fa notare perfidamente.) che altro non farà se non aggiungersi alla lista di coloro che lo hanno visto nudo.. (mentre loro, gli “amici”, avranno tutto il tempo per darsela a gambe levate.) Effettivamente il ragionamento non fa una grinza e Sergio, ancora una volta, si sente perso. Detto fatto, Elio, probabilmente per dar modo a noi ragazze di vedere più agevolemnte, si pone di lato al ragazzo ed impugna letteralmente il paletto di carne palpitante iniziando a muovere la mano su e giù, su e giù, molto lentamente. “ Ecco ragazze, questa è una sega.. E chissà quante se ne è fatte il nostro Sergio magari pensando alla Lollo oppure a una di voi, o meglio alla Marta. “ Manco a dirlo, per Sergio questa è la prima volta che il membro gli viene toccato da una mano che non sia la sua... e anche se si tratta di una mano maschile il piacere che prova è sicuramente centuplicato rispetto all’atto “solitario”. C’è poi da aggiungere che il fatto di essere costretto ad esibirsi lo umilia , si, ma al tempo stesso gli da una carica erotica impagabile ! Ma l’azione di Elio, che si rende conto che Sergio é già vicino all’orgasmo, si arresta dopo pochi su e giù.... Mentre la mano, pur sempre a contatto con l’uccello di Sergio, si é immobilizzata, Elio aggiorna la situazione alle ragazze: “ ecco, ragazze, ci siamo quasi. Sergio sta già per godere. si dice “venire” o “sborrare”, guardate bene, guardategli il pisello, il “cazzo”, vedete quanto è duro ? ora lo lascio andare.ecco. Ciò detto, “abbandona” l’uccello del ragazzo, che si mostra interamente ai presenti ed è scosso da spasmi nervosi !! Per qualche attimo cala il silenzio, poi Elio chiama in causa proprio me ! “ cara Marta, hai voluto vederlo nudo ? te l’ho fatto vedere, anche se non é un granché, un pò piccolo, ti é piaciuto ? bene, ora però devi andare avanti, non puoi fermarti così, questa é l’occasione giusta per imparare qualcosa, forza, prendiglielo in mano, dai, forza, toccaglielo, coraggio, mica ti morde !” Io, che assolutamente non avevo messo in preventivo null’altro se non una “bella visione” di un ragazzo nudo, mi schernisco, anche se il mio cuore prende a battere all’impazzata e le tempie mi martellano... Sergio, intanto, cerca ancora di convincerci a rinunciare a questa ennesima umiliazione : “no, Marta, no….,hai visto….tutto…, cosa vuoi di più ? ti prego….., dai….., non farlo…., non puoi farmi una cosa del genere….” Mio cugino si rende conto che, si, sono indecisa, ma che basta poco per convincermi, ed allora insiste “ dai, non fare la bambina, non dare retta alle implorazioni di Sergio, se non fai come ti dico, attenta, racconto tutto a tuo papà, gli riferisco che proprio tu mi hai suggerito di spogliare un ragazzo per vedergli l’uccello ! “ Di fronte al terribile ricatto, ma anche perché ormai sono ansiosa di poterlo davvero toccare, avvicino una mano sin quasi a sfiorarlo........ e subito ritraggo la mano, poi ci ripenso e, istintivamente, impugno letteralmente il paletto di carne palpitante che, ovviamente, si protende nella mia direzione.... E’ una sensazionme inebriante: l’uccello di Sergio, rovente, é setoso, morbido ma rigido. Sento la mia voce che dice “ com’é caldo.... “ Il ragazzo, annientato, é paonazzo in volto e, a tratti, divarica le gambe mormorando ancora, flebilmente..” no…., così no…, no!” Sono emozionatissima, mi sto bagnando tra le cosce; direi che,inconsapevolmente, io goda maggiormente nel constatare quanto Sergio stia intimamente soffrendo - e godendo - per colpa mia Inesperta come sono, mi limito a toccarlo, ma tengo quasi ferma la mano. Mio cugino interviene ancora una volta : “ devi muovere la mano su e giù, su e giù, si, come ho fatto prima io, non troppo velocemente, é così che si fa per fare una sega” Accettando l’invito di mio cugino, cerco di imprimere alla mano un movimento sussultorio certamente maldestro ma accettato con evidente soddisfazione da Sergio, che mugola e si dimena e che, ormai partito per la tangente, ha sostituito il “no” con una serie di “ohh, si, ohh “ Bastano due o tre “su e giù”: il ragazzo é talmente sovraeccitato (ricordiamoci che é la prima volta che viene “toccato” da una mano femminile !) che immediatamente uno spasmo contorce tutto il suo corpo, poi, irrefrenabile, si scatena l’esplosione dello sperma. Io lascio immediatamente la presa, quasi spaventata dall’evento che evidentemente, non conoscendo, non prevedevo: mi tiro indietro velocemente, al punto che solo qualche goccia di seme mi bagna le mani, ma, assieme alle gemelle, assisto con enorme curiosità al miracolo che si sta compiendo sotto i miei occhi ! Ormai l’eruzione é avviata ed io, istintivamente, mi sento orgogliosa per averla provocata. L’orgasmo dura assai a lungo per cui ho la possibilità di osservare bene e di apprendere! : dopo i primi schizzi, molto potenti, il bianco liquido scorre lungo la verga, ancora rigida, poi pian piano la fuoruscita rallenta e infine termina, lasciando il ragazzo spossato, annientato dal piacere, dalla tensione nervosa e, mi piace pensarlo e constatarlo, anche dalla vergogna. Malgrado la magnifica e debilitante goduta, grazie anche alla giovane età, l’uccello di Sergio conserva una apprezzabile rigidità, rimanendo ancora simpaticamente appetibile. E noi tre ragazze, superati i primi pudori, non ci facciamo scrupolo e torniamo vicino all’albero cui il poveretto é sempre legato, per gustarci ancora la visione di questi ancora poco conosciuti genitali maschili così generosamente esibiti. Elio, manco a dirlo, approfitta di questo stato di cose e ritarda il momento della “liberazione” lasciando Sergio ancora nella un po’ oscena ma per me invitante posizione per parecchi minuti, mentre quest’ultimo, pur avendo ora le gambe libere, é talmente esausto che non tenta neppure più di occultare le sue intimità.... Ancora una volta, la situazione in cui Sergio si trova è per lui umiliante ma al tempo stesso erotizzante, e ciò è dimostrato dal fatto che l’erezione inizia si a smorzarsi ma in misura lenta, quasi impercettibile. Mentre noi continuiamo imperterrite ed impertinenti a guardare e “controllare” le reazioni di questo sesso maschile, ce la ridiamo, rendendo ancora più penosa la perdurante forzata esibizione.. Sergio, per di più, é seriamente preoccupato perché teme sopraggiunga gente., e chiede invano Elio di liberarlo (“dai, ora liberami…. potrebbe venire qualcuno….”) Come volevasi dimostrare, queste preoccupazioni non si dimostrano infondate e l’ agitazione del ragazzo aumenta vertiginosamente e palesemente quando, in lontananza, si avverte un vociare di donna: si tratta senza ombra di dubbio della mamma delle gemelle che richiama a casa le figlie.. Le gemelle, quasi spaurite, vorrebbero rispondere immediatamente ai richiami materni e rientrare a casa, ma il solito Elio vuol prendere tempo, al punto che Sergio corre il rischio di esser sorpreso anche dalla ancor giovane mamma delle ragazzine in questa tenuta a dir poco sconveniente.. Questa constatazione ha su di me uno strano effetto: mi sento pervadere da un indefinibile stato d’animo, mi rendo conto cioè che davvero mi piacerebbe se la mamma delle gemelle accorresse e vedesse il ragazzo nudo, eccitato e legato…. Cerco di chiarire a me stessa il motivo di questo desiderio: da un lato c’è il perfido sadico piacere che mi deriva dal sapere quanto il ragazzo stia provando vergogna ed umiliazione, dall’altro mi piace immaginare che la situazione turbi entrambi, la donna ma anche il ragazzo….. Intanto, a conferma di quanto stavo rimuginando mentalmente, al solo pensiero che un’altra donna possa vederlo nudo, ecco che l’ uccello di Sergio riprende in pochi secondi le sue massime dimensioni, ed io ho dunque, in questa memorabile giornata, la possibilità di assistere all’affascinante spettacolo dato dal progressivo inturgidimento del membro maschile. Intanto le due gemelle, incuranti del volere di Elio, dopo pochi minuti scappano via per rientrare a casa, ed il “pericolo” è scongiurato. A guardare le nudità del ragazzo rimango, un pò sfrontatamente, solo io, che, da vera puttana in erba, non mi faccio scrupoli e continuo imperterrita a dirigere i miei sguardi interessati sempre diretti “li” tra le gambe del ragazzo che, sentendo questi sguardi roventi su di se, mantiene a lungo l’erezione. Poi, inevitabilmente, Elio pone fine allo spettacolo. Conclusione: mai dimenticherò quel pomeriggio d’agosto...(che, sono certa, è rimasto ben impresso anche nella mente di Sergio !!!).
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