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Cambiamento - 3a parte

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Aragorn
view post Posted on 3/9/2009, 14:48




Vicina alla vetta

La mia mente continuava a ripropormi l’inusuale avventura e più ci pensavo e più si faceva strada in me il desiderio di ripetere l’esperienza.
Questo mio stato d’animo non passò inosservato a Roberto.
- Che ti succede? – mi chiese lui mentre in spiaggia ci crogiolavamo al sole.
- Nulla… pensavo… - non riuscivo appieno a riproporre in parole i miei pensieri.
- All’altra sera? – fece lui sicuro di non sbagliare.
- Si… ci penso spesso – ammisi io.
- E cosa pensi?
- Che mi è piaciuto – dissi d’un fiato.
- Cosa ti è piaciuto? – indagò lui.
- Credo mi sia piaciuto essere pagata… è difficile da spiegare… insomma… stupisce anche me ma… quando mi ha chiamata puttana… mi sono eccitata all’inverosimile sapendo che lo ero davvero. – cercai di spiegarmi io.
- Allora ti è proprio piaciuto. – continuò lui
- Si.
- Lo vorresti rifare? – chiese titubante.
- Si – dissi risoluta.
- Ok… però se davvero vuoi rifarlo non mi va che tu vada in giro senza che io sappia dove sei. – disse a sua volta risolutamente.
- E’ vero, scusa – capii che era preoccupato per la mia sicurezza.
- Non devi scusarti… è solo che sarei più tranquillo se sapessi dove sei.
- Già… però non saprei come fare.
- Potresti prendere una stanza in albergo se davvero vuoi… e li potresti ospitare… chi vuoi – disse infine.
- Sarebbe perfetto – ammisi.
- Ok, pensaci.
La conversazione finì li ed io continuai a rimuginare sulla cosa.
L’indomani avevo raggiunto la mia decisione e ne parlai con lui.
- Amore… vorrei provare. – dissi semplicemente.
- Quando? – chiese senza tergiversare.
- Stasera? – buttai li.
- Ok.

Verso sera, preparata una borsa con dentro l’indispensabile per trascorrere la notte fuori, il mio compagno mi accompagnò sino alla hall dell’hotel e li mi lasciò dicendomi che sarebbe rimasto al casinò sino a quando non l’avessi chiamato per andarcene.
Avute le chiavi della camera ci salii per rendermi conto di dove fosse e per sistemare le poche cose che avevo portato con me. Quindi scesi al casinò per dare inizio alla mia serata da prostituta.
Avevo il medesimo abbigliamento della sera precedente e come allora risistemai in un tavolo della roulette, dopo aver accertato la presenza di mio compagno all’interno della sala.
Dopo circa mezz’ora mi resi conto che non era il posto migliore per invogliare potenziali clienti, anche perché, essendo ancora presto, il casino era poco affollato. Mi spostai quindi verso il bar dove mi sistemai a gambe accavallate su di uno sgabello, sorseggiando una bibita.
Avevo visto giusto e dopo pochi minuti un uomo sulla cinquantina, alto e segaligno si avvicinò al bancone e messosi a breve distanza da me chiese da bere. Parlava tedesco e mi si rivolse in quella lingua senza che io comprendessi il significato delle sue parole. Realizzato dal mio smarrimento che non lo capivo, provò in l’inglese ed in quella lingua e con un forte accento tedesco, mi chiese se gradivo bere qualcosa in sua compagnia.
Accettai volentieri e mentre sorseggiavamo il drink si avvicinò a lui una giovane ragazza che avrebbe potuto essere la figlia che gli si avvinghiò con fare possessivo.
La ragazza, ungherese e molto bella, parlava un fluente inglese e dopo le prime battute trovai i due molto simpatici.
- Credo che vuoi due ragazze facciate il medesimo lavoro – sentenziò sorridendo l’uomo.
- Ne sei sicuro? – chiese la ragazza.
- Per quanti riguarda te si… per quanto riguarda lei – disse indicandomi con un cenno – credo di non sbagliare.
- Beh… non ti resta che chiederglielo – continuò sorridendo lei.
- La mi amica qui – cominciò lui con un gesto rivolto alla ragazza al suo fianco – è una… accompagnatrice… ed io… mi chiedevo… se anche tu condividevi questa sua professione.
- Direi proprio di si – ammisi io sorridendo in direzione dei due.
L’uomo parve soddisfatto di aver indovinato e finito velocemente il drink mi salutò allontanandosi con la ragazza.
Rimansi un poco male quando se ne andarono con fare tanto sbrigativo e rimasi ancora al bar aspettando un’altra occasione.
Avevo quasi deciso di tornarmene al tavolo della roulette per giocare un poco quando vidi la ragazza ungherese dirigersi verso di me con un sorriso sulle labbra.
- Ciao, mi chiamo Andrea – disse semplicemente mettendosi a sedere al mio fianco.
- Piacere Andrea, io sono Daniela – mi presentai a mia volta.
- Io ho 25 anni e tu?
- Io 31… qualcuno più dei te.
- Sei molto bella anche se sei così vecchia – disse Andrea ridendo.
- Grazie del complimento e devo dire che anche tu sei molto bella, per essere così giovane – rimbeccai io.
Scoppiammo in una sonora risata che aiutò molto a sciogliere il ghiaccio tra di noi.
- E’ da molto che… - chiese lei ad un tratto evidentemente riferendosi alla “nostra” professione.
- No, non da molto – mi limitai a rispondere.
- Io è da tre anni – mi informò lei.
- Hai cominciato presto – dissi sorridendo.
- Sai, al mio amico piace molto vedermi giocare con un’altra ragazza e poi… paga molto bene! – mi disse guardandomi negli occhi.
- Scopa anche bene? – chiesi sorridendo.
- Resterai sbalordita… e poi è un gran porco ed io mi ci diverto molto – aggiunse lei.
- Il cliente perfetto – sentenziai io.
- Tu sei incall o outcall? – chiese Andrea.
- Ho una camera qui in hotel.
- Wow… e ti andrebbe di… - disse maliziosamente.
- Con te ed il tuo amico? – chiesi io.
- Si, sempre se sei bsx e ti va di farlo in tre – precisò lei.
- Andrea… con te lo farei anche gratis… ma per quanto riguarda lui… beh… dipende da quanto è disposto a pagare – dissi io con fare professionale.
- Aspetta qui… non ti muovere… torno subito – e così detto si allontanò velocemente.
Non dovetti attendere molto. Andrea tornò dopo un paio di minuti e mi si accostò sorridendo.
- 500 Euro vanno bene… in camera da te?
- Metà per me e l’altra metà per te? – chiesi incerta.
- No no… tutti per te… io sono già stata pagata per tutto il periodo in cui sono con lui qui.
- Ok… ci sto… quando?
- Se a te va bene anche subito… vado a chiamarlo – aggiunse a seguito del mio cenno affermativo.
Mentre aspettavo che Andrea arrivasse con il suo amico io colsi l’occasione per mandare un sms a mio compagno, spiegandogli sommariamente la situazione.
Quando tornarono, accompagnai Andrea e Hans, questo il nome dell’uomo, nella mia camera in hotel.
- Ti piaccio? – Anna mi fece la domanda dopo essersi spogliata tanto rapidamente da non lasciami nemmeno il tempo di accorgermene.
Se prima avevo pensato che fosse bella ora dovevo ammettere che era davvero strepitosa.
Alta quanto me (1,70), un seno non troppo grande, sodo e dai capezzoli squisiti, spalle ampie e un vitino da vespa dal quale dipartivano due meravigliose gambe che finivano con due piedi bellissimi.
L’intimità completamente depilata come la mia faceva risaltare le labbra magnifiche che mi indussero istantaneamente a desiderare di assaporarle.
- Sei semplicemente fantastica – le risposi sinceramente ammirata.
Andrea mi si avvicinò e lentamente accostò il suo viso al mio poggiando le sue labbra sulle mie. Risposi subito al suo bacio ed in breve le nostre lingue presero a giocare fra di loro mentre le sue mani mi spogliarono completamente in pochi istanti.
Andrea si staccò da me per farmi sdraiare sul letto e potei notare che Hans si era comodamente seduto su di una poltrona in un angolo della camera.
Andrea iniziò a baciare la mia gola, le mie spalle. Scese lungo i fianchi per poi far scivolare la lingua lungo le mie gambe per giungere ai piedi che baciò e leccò mandandomi in estasi.
Guardai verso Hans e lo vidi masturbarsi. Dalla posizione non potevo valutare le dimensioni del suo sesso e quindi riportai l’attenzione su Andrea che nel frattempo aveva spostato la sua lingua sul mio sesso.
Persa com’ero nelle sensazioni che la lingua di Andrea mi regalavano non mi avvidi che Hans si era alzato ed ora, completamente nudo, era vicino al letto e succhiava e leccava un piede di Andrea.
Abbassando lo sguardo restai davvero sbalordita: Hans era eccezionalmente dotato sia in lunghezza sia in circonferenza e provai una fitta di eccitazione unita però ad un certo timore.
Andrea smise di leccarmi e messasi in piedi sul letto, poggiò i piedi oltre la mia testa e, accoccolandosi, avvicinò la sua intimità al mio viso.
Le sue grandi labbra umide ed il suo clitoride erano alla portata della mia lingua ed io presi e leccare e succhiare quel meraviglioso sesso.
Hans ora era accoccolato tra le mie cosce e leccava a sua volta la mia intimità, insinuando simultaneamente un suo dito dentro di me.
Andrea si spostò da me ed avvicinatasi ad Hans impalmò il suo enorme sesso avvicinandolo alla mia patatina. Io osservavo quell’enorme cazzo accostarsi a me ed ebbi un moto di terrore che riuscii a malapena a contenere.
Hans entrò lentamente in me ed io mi sentii riempire completamente come mai mi era accaduto. Le pareti elastiche della mia fica riuscivano a stento a reggere il confronto con le dimensioni di quel palo incredibile e quando percepii il contatto delle palle di Hans con la mia pelle capii che era entrato in me con tutta la sua virilità.
Cominciò a muoversi con colpi lenti e possenti ed in breve un feroce orgasmo attanagliò le mie viscere facendomi gemere fortemente.
- Senti come le piace – esclamava intanto Andrea che si era messa a succhiarmi i capezzoli.
- Si, la sento… ti piace il mio cazzo è? – mi chiese Hans.
- Mi piace da morire.
Gli affondi si erano fatti più intensi ed anche la frequenza era notevolmente aumentata tanto da togliermi il respiro.
Ancora non ero completamente libera dal primo orgasmo che un secondo montò fulmineo e come un’onda oceanica si infranse sul mio già compromesso equilibrio lasciandomi tremante ed incapace di muovere anche il più piccolo muscolo.
Andrea velocemente si risistemò accoccolandosi su suo viso ed io ripresi immediatamente a leccarle la fica.
Il mio orizzonte era limitato solo al suo sesso magnifico ma capii che Hans si era sistemato dietro di lei.
Quando sentii Andrea lanciare un urlo di dolore capii che Hans la stava sodomizzando e mi risultava difficile credere che il cazzo di Hans riuscisse a penetrarla analmente senza ucciderla.
Evidentemente non era la prima volta che Hans approfittava del culetto di Andrea poiché questa, dopo essersi irrigidita per qualche istante, prese a gemere dal piacere, affondando le sue mani nei miei capelli.
Ogni volta che Hans affondava il suo cazzo nel culo di Andrea il suo bacino si spostava in avanti e la mia lingua si trovava a passare dalle grandi labbra della ragazza alle palle dell’uomo.
Persi la cognizione del tempo. Mi resi soltanto conto del forte orgasmo che sconvolse Andrea, fui estasiata dal sapore del nettare che colava dalla sua vagina, seguito a breve dagli ansiti sempre più forti di Hans che evidentemente era ormai prossimo a venire. Infatti uscì dall’ano di Andrea proprio nell’attimo in cui il primo fiotto di sborra usciva dalla sua cappella gigantesca, riversandosi in parte nella mia bocca.
Andrea si era spostata ed ora la sua bocca era vicina alla mia per intercettare quanto più possibile del seme dell’uomo che continuò ad eruttare per diversi secondi prima di gettarsi sul letto sfinito.
- Ora tocca a me essere dissetato – disse Hans dopo essersi un po’ ripreso.
Non capivo il significato di quella frase e quindi non compresi nemmeno come mai Andrea, presami per mano, mi stesse conducendo verso il bagno.
Hans ci aveva seguite e messosi nel box doccia si era seduto sul piatto. Andrea, avvicinatasi a lui alzò una gamba appoggiando il piede sulla sua spalla ed in breve cominciò a fare pipi sull’uomo invitandomi a fare lo stesso.
Non avevo mai provato una cosa del genere ma in quel momento non avrei rifiutato nulla.
Seguii l’esempio di Andrea poggiando un piede sull’altra spalla di Hans e rilassai il diaframma lasciando sgorgare la mia urina che si riversò direttamente sul viso di Hans.
Mentre continuavamo a bagnarlo io ed Andrea unimmo le nostre bocche in un appassionato bacio che si concluse solo molto dopo che Hans aveva pulito, con la sua lingua, entrambi i nostri sessi.
- Siete state davvero magnifiche – si complimentò Hans dopo che tutti e tre avevamo fatto la doccia.
- Grazie Hans – rispose Andrea per tutte e due abbracciandomi in un modo fanciullesco e sorridendo.
- Daniela, come posso a fare a contattarti se avessi bisogno dei tuoi servizi? – mi si rivolse Hans.
- Al momento non ho un numero telefonico dedicato a questa cosa – dissi io colta impreparata.
Hans mi diede un suo biglietto da visita invitandomi a chiamarlo quando avessi avuto un recapito da dargli.
Quando si furono rivestiti Hans mi passò discretamente quanto pattuito per la prestazione.
Andrea mi mise invece in mano un fogliettino con indicato il suo numero di cellulare.
- Se ti va mi piacerebbe giocare con te… magari da sole e fare di tutto – mi sussurrò sorridendo.
Se ne andarono abbracciati ed io, ancora nuda, mi stesi sul letto avvolta nel languore di un’esperienza sessuale molto coinvolgente e, perché no?, molto redditizia.
Anche questa volta raccontai sin nei minimi dettagli quello che era successo al mio compagno e come mi aspettavo, il mio racconto lo eccitò al punto da non resistere oltre dal scoparmi in macchina mentre tornavamo al nostro alloggio.

Sembra un secolo cha siamo tornati dalle ferie ed alla normalità ma nella realtà sono trascorse solo poche settimane. Settimane nelle quali è cresciuto a dismisura in me il desiderio di essere nuovamente pagata da qualcuno per fare sesso.
Ora ho un numero di cellulare che uso solo per le mie trasgressioni e ho già provveduto ad inviarlo ad Hans e ad Andrea… magari si faranno vivi.
Io, lo spero!
 
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