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Caldo Agosto - 2a parte

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THE DARK LORD
view post Posted on 29/12/2008, 16:20




Mi svegliai come al solito alle sette, il suono della sveglia quella mattina mi sembrò quasi piacevole, ripensai a quello che era successo la sera prima, no non era un sogno Carla aveva lasciato il mio letto da neanche un ora.

La sensazione piacevole svanì così come era arrivata, ricordai le sue parole

-“E stato bello, stupendo, ma rimarrà una notte, non so se riuscirò mai a dimenticarla, ma io, tu e io la dobbiamo dimenticare, promettimi che proverei a dimenticare”

Il mio sguardo non prometteva nulla

-“O almeno promettimi che non tenterai più di toccarmi, stanotte hai sconvolto la mia vita in modo stupendo, so che ho promesso…ma ora mi accorgo che la mia vita è stata si sconvolta ma in modo terribile, capisci che ora non riuscirò più a guardare il mio uomo come prima? Dopo quello che ho fatto stanotte non riuscirò più a guardarmi allo specchio, non guarderò te come prima, non so con che coraggio guarderò mamma e papà, che vergogna! Si sono stata la tua puttana, , ma non accadrà più nulla tra noi e tu mi aiuterei, sei mio fratello e io ti voglio bene come si vuole bene a un FRATELLO!”

Si era alzata dal letto prima che uscisse dalla stanza la mia risposta arrivò forte e chiara

-“Come vuoi, stanotte mi sei sembrata la ragazza più VIVA del mondo, comunque fai come vuoi”



.Mio padre divideva la casa con la sua nuova compagna, fortunatamente lui e mia sorella non andavano d’accordo,non avrebbe mai saputo che… mamma in casa non c’era quasi mai, vuoi per lavoro vuoi per faccende che riguardavano sempre la casa, non capivo dove stava il problema.



La mamma rincasò alle otto del mattino, in ospedale molte sue colleghe erano in ferie e lei copriva più turni di quanti glie ne spettassero

Come al solito salutai la mamma e usci per andare al lavoro, continuavo a pensare alla notte passata, la scopata più bella della vita per entrambi poi lei al mattino dice basta, forse aveva ragione ma…

Tentai di svolgere il mio lavoro come al solito, Lidia una mia collega si era accorta che qualcosa non andava

-“Che cosa ti è successo oggi”

Lidia era una donna stupenda,bella intelligente, nella mia vita ho conosciuto poche donne buone e generose come lei, peccato fosse sposata e molto fedele al marito, inoltre Lidia era anche il mio diretto superiore

-“Niente Lidia, non mi sento tanto bene, stanotte non ho dormito per niente”

-“Beh beata …si come si chiama la tua nuova ragazza?”

-“Monica”

-“Gia beata Monica”

-“No, Monica a dormito a casa sua, o almeno lo spero”

-“Va bene dai vatti a fare un giro, ti è rimasto ancora oggi e domai e andrai in ferie, cosa dovrei dire io allora che ho ancora dieci giorni di tormento?”



Il discorso con Lidia finì lì, girai tutto il giorno per gli uffici senza combinare nulla, alle due tornai a casa, mia madre dormiva mia sorella doveva ancora tornare dal lavoro.

Mi sdraiai sul letto, guardai uno dei programmi stupidi di quell’ora, quando alle tre mi telefonò Monica, veniva a trovarmi, gli avevo promesso che in quella settimana avremmo finalmente deciso dove saremo stati in vacanza, sono fatto così a me le cose organizzate non piacciono.

Monica bussò leggermente sapeva che a quell’ora mia madre dormiva.

Andai ad aprire, fui contento del suo abbraccio caloroso e del suo bacio appassionato, mi amava veramente questo lo sapevo, io ero molto attaccato a lei ma non so se si poteva parlare d’amore.

Monica era meravigliosa,stavamo insieme da poco ma si accorse subito che avevo qualcosa di strano, in poco tempo aveva imparato a conoscermi.

-“Ti preparo un caffè, sei stanco?”

Era sempre gentile, e premurosa.

-“Sei più bella del solito oggi”

No non volevo il caffè avevo altro per la testa,

senza dire altro mi alzai in piedi,

leggermente gli afferrai la mano e la portai in camera mia, serrai la porta a chiave

-“Dai Francesco c’è tua madre nell’altra stanza”

-“Non preoccuparti, mette i tappi alle orecchie per dormire, e poi te lo ho detto, oggi sei ancora più bella del solito”

E era vero, indossava una specie di top bianco che lasciava scoperta la sua pancia piatta e i fianchi stretti, il suo viso e il suo corpo era stato modellato dal Dio della bellezza, i capelli fino alle spalle neri incorniciavano un visetto da brava ragazza, occhi verdi, naso un po a patata con un pircing che ne evidenziava la bellezza, non era truccata, non ne aveva bisogno, le labbra carnose e quasi rosse erano morbide e belle da guardare, ripensai all’effetto di quelle labbra sul mio sesso, cinsi la sua vita con le mani le mie dita potevano quasi toccarsi, mi inginocchiai davanti a lei la mia lingua cercò subito l’ombelico, sapevo che questo tipo di carezza la mandava in estasi, avevo scopato molte ragazze in quella stanza anche quando mia madre e mia sorella erano in casa ma lei non aveva mai voluto

-“No, andiamo da un'altra parte, lo sai che mi vergogno, tua madre potrebbe…”

-“Ti voglio ora, qui”

Mi alzai e gli sfilai la maglietta, slacciai il reggiseno lo agganciai sull’appendi abiti, la mia bocca si incollò al suo seno, un seno non grande ma perfetto, riuscivo a succhiarlo e a infilarlo completamente in bocca i suoi capezzoli iniziarono ad indurirsi, adoravo le sue aureole piccole e i suoi capezzoli duri come chiodi

Slacciai la cinta e i suoi pantaloni aiutai i pantaloni a scendere a terra, seguì le forme aggraziate dei suoi fianchi con le mani, sfilai le mutandine bianche.

La spogliai completamente mentre lei a sua volta aveva trovato il mio sesso, iniziò a masturbarmi lentamente, mi abbassai, afferrai le sue natiche sode beandomi di quella carne soda. Si avvicinò al letto tentò di tirarmi a se

-“Vieni amore, ma ti prego facciamo piano”

Si sdraiò sul letto

-“No”

Gli afferrai un braccio e la rialzai di scatto, gli feci poggiare i palmi della mano sulla porta e la piegai un po, da dietro iniziai a masturbarla

-“No, ti prego Francesco non così”

Senza ascoltarla continuai a masturbarla con il pollice infilato nella sua fica mentre le altre dita si muovevano veloci sul suo clitoride, non tardò a bagnarsi, afferrai i suoi capelli lisci e setosi e tirai, piego il capo all’indietro, sfilai le mie dita dalla sua fica, tentai di infilargliele in bocca

-“Senti il tuo sapore”

Tentò per quanto poteva di girare il capo dall’altra parte

-“No, no non voglio”

Disse quasi gridando

-“Ora vuoi farti sentire”

Spinsi ancora le dita bagnate sulle sue labbra, gli passai le dita unte dei suoi umori sulle labbra, con l’altra mano tenavo il suo sedere incollato al mio pube alla mia eccitazione, forzai finchè non apri la bocca assaggiando il suo sapore

Puntai il mio cazzo nella sua apertura, mi insinuai tra le grandi labbra, con un violento colpo di reni fui dentro di lei, che soffocò un urlo

-“Lasciami, non così Francesco lasciami!”

La sua voce era bassa ma decisa, offesa

Iniziai a scoparla con colpi secchi violenti,lentamente lasciavo uscire il cazzo fino alla cappella poi rientravo in lei violentemente, uno, due, cinque, dieci. Ora a ogni mio colpo soffocava un gemito, dalle mie dita prendeva il suo sapore, aveva allargato le gambe per farsi prendere meglio, continuai a scoparla così a colpi secchi, ogni tanto bagnavo le dita nei suoi umori e tornavo ad infilargliele in bocca, capii che stava per venire quando strinse le mascelle, poggiò la fronte sulla porta

Poggiai la mano sulla sua pancia, sentivo gli addominali contrarsi e rilassarsi in modo irregolare

Continuai per qualche minuto poi usci da lei e mi tirai indietro

-“Perché ?”

Il suo viso era rosso d’eccitazione e di vergogna

-“Perché cosa”

-“Perché mi hai presa così”

-“Così come Monica ti giuro non capisco”

Si era seduta sul letto con le gambe strette e le mani raccolte come a coprirsi il pube

-“Così con violenza sai che non mi piace, e poi tua madre avrà sentito tutto”

-“Ti è piaciuto? Era questo che volevo darti, piacere”

Il suo sguardo penetrò il mio

“Allora ti è piaciuto? “

Si gli era piaciuto ma si vergognava ad ammetterlo

Mi avvicinai a lei, strinsi dolcemente la sua testa tra le mani, le baciai dolcemente le labbra, poi mi alzai

Avvicinai il membro alla sua bocca

-“Vieni sul letto”

Mi disse, sussurrando

-“No voglio che me lo succhi così”

Senza guardarmi in viso, accarezzò l’asta con le dita

Avvicinò la bocca al membro inizio a baciarlo dolcemente

-“Mettitelo in bocca, voglio scoparti la bocca”

Apri la bocca, iniziai a muovermi nella sua bocca, le sue mani salirono sulle mie cosce, con una mano mi accarezzava le palle mentre l’altra teneva l’attaccatura del mio cazzo per evitare che spingessi troppo

Iniziai a muovermi velocemente, in un paio di occasioni tento di tirarsi indietro, ma la tenevo ferma per i capelli

-“Sto per godere”

Tentò ancora di tirare indietro il capo

-“Sto per venire, non toglierti”

Continuai a muovermi, fiotti bollenti gli allagarono il palato, si fece godere nella bocca poi appena mi fermai si staccò quasi di scatto il suo mento sporco di sperma, alcuni colpi di tosse mi confermarono un sospetto, mi ero mosso troppo velocemente mentre godevo nella sua bocca.Mi sdraiai sul letto, afferrai un braccio dolcemente tentando di farla sdraiare accanto a me, rimaneva immobile mentre con un fazzoletto di carta si puliva il mento, tirai ancora con forza per portarla vicino a me, aveva ceduto era sdraiata accanto a me, non parlava, non credevo che sarebbe rimasta così offesa.

-“Sei stata stupenda”

Alzò lo sguardo

-“Ti sei divertito?”

La guardai era sicuramente più carina di Carla…

-“Monica ho voluto solo… ti ho vista così eccitante, non… sai che a volte non ti resisto”

Tentavo di credere a quella stronzata appena detta anche io.

Rimanemmo sdraiati uno accanto all’altra senza parlare

Quando l’avevo conosciuta Monica era una ragazza senza malizia senza esperienza, aveva avuto prima di me un solo ragazzo, una storia che sembrava seria, il sesso solo come prova d’amore, non per voglia o per passione, peccato che lei aveva capito in ritardo che era legata a lui solo da un amicizia e da un affetto cresciuto nel tempo, troppo poco per tenerla legata a lui, inoltre non era certo una grande amante, parlava di lui quasi con tenerezza, faceva sesso sempre nella stessa posizione, non aveva mai osato, i suoi baci più peccaminosi erano quelli dati al lobo di un orecchio, troppo poco per una come lei, una ragazza dolce intelligente,pulita, seria, ma se presa per il verso giusto….

Con me si era lasciata andare, la chiave ? La dolcezza, con la dolcezza avevo sempre ottenuto tutto da lei, tranne il secondo canale….dovrà essere un occasione speciale….mi diceva, magari pensando alla prima notte di nozze.

Questa volta l’avevo presa quasi con violenza, gli era piaciuto certo, ma aveva ragione, qualcosa in me non andava, era stato una specie di sfogo, quel corpo reso più morbido dagli anni che avevo posseduto la sera prima mi aveva macchiato il sangue.




-“Mi spiace Monica, io….”

Non ascoltò le mie scuse, iniziò a vestirsi, rimasi a guardarla in silenzio, poi mi guardò, i suoi occhi erano lucidi

-“Pensaci su Francesco, poi se ne hai voglia chiamami”

-“A cosa devo pensare Monica”

-“Primo al perché ti sei comportato da stronzo, secondo a quello che hai, e a quello che vuoi”

Aprì la porta e usci dalla camera, fortunatamente la mamma dormiva, sulla porta prima di andare via mi abbracciò, mi baciò teneramente, e se ne andò.

Ero incazzato come una bestia, con me stesso

Il telefonino squillò ancora, di nuovo Monica

-“Dimmi bambolotta”

-“Francy mentre pensi a quello che vuoi, non scordarti che ti amo”

La sua voce era calda innocente

-“Anche io ti amo, e mi spiace”

-“Non continuare rischieresti di rovinare tutto, ciao amore”

Rovinare tutto?

Certo era la prima volta che gli dicevo ti amo

Salutai Monica con la terza cazzata, tre bugie in un paio d’ore non ero male, era sempre stato così nei momenti critici tiravo fuori un “ti amo” detto a volte con convinsione, stava a lei poi capire se il ti amo era un ‘vero o un ‘falso’

Dopo una doccia mi sdraiai sul letto, infilai una videocassetta con John Waine, e tentai di liberare la testa.

Le 17 e qualcosa mia sorella rientrò a casa, la sentii parlottare con mia madre, dopo una mezzora mia madre andò in bagno, si cambiò e uscì, aveva da fare, poi sarebbe andata direttamente in ospedale.

Il film era finito uscii dalla stanza in pantaloncini, dal letto passai al divano, bivaccai lì mangiando robaccia salatini, patatine etc., mia sorella era in tenuta da casa, una vestaglia rosa da casa, che rimaneva chiusa grazie a una cinta, e ciabatte, notai subito che non indossava il raggiseno, i suoi seni morbidi tendevano la stoffa davanti al suo petto, si poggiò anche lei sul divano

-“Francesco guarda che devo fare le faccende qui in salotto perché non esci?”

Lo disse normalmente, o almeno voleva sembrare normale, ma due o tre cose che avevo visto mi fecero pensare, era andata in bagno per un bisogno e non aveva chiuso la porta a chiave come faceva di solito, la vestaglia era allacciata così alla meglio si vedeva il solco che separava i seni e….non era da lei, e nel mettersi seduta sul divano la vestagli si era alzata fino alle cosce,non se ne era accorta?

Voleva mettermi alla prova? O voleva solo eccitarmi?

A eccitarmi ci riuscì, il mio cazzo gonfiò i pantaloncini e io non feci nulla par nascondere la mia erezione.

-“Dammi una mano a spostare il divano, da sola non ce la faccio”

L’aiutai a spostare il divano, doveva passare lo straccio dietro, fatto quello, l’aiutai a rimettere il divano al suo posto, iniziò a rassettare i cuscini io ero davanti al televisore in piedi mentre lei “lavorava” sul divano, si abbassò a novanta gradi per rassettare il primo cuscino, mi girai a guardarla, il suo sedere era proprio davanti a me, poi il secondo cuscino sempre chinata in quella posizione, questa volta la vestaglia si alzò, potevo vedere le mutandine bianche, forse lo faceva di proposito o forse no, il mio cazzo scoppiava nei pantaloni, mi avvicinai mentre era ancora chinata, poggiai la mia pretuberanza proprio sul suo sedere

-“Smettila” Non era convinta, se lo aspettava

Iniziai a roteare il bacino, spingevo per far sentire la mia eccitazione nella sua parte più intima, sembrava una posizione studiata per una scena hard,non si muoveva sentiva la mia eccitazione, avevo paura che ci ripensasse, i sensi di colpa avrebbero potuto fermarla di nuovo, scostai le sue mutandine, palpai la sua vulva gonfia e offerta, passai un dito tra le grosse labbra senza penetrarla, il suo respiro si fece più forte, iniziò a bagnarsi, insalivai la sua apertura, poi la cappella, feci cadere pantaloncini e mutande a terra e con un calcio li allontanai, lei era li ferma, si faceva accarezzare le grandi labbra in silenzio, avvicinai la cappella all’apertura, le grandi labbra strinsero il glande, l’umettai con i suoi stessi umori, poi lentamente la penetrai entrando dentro di lei millimetro per millimetro, fino a far toccare il mio pube sulle sue chiappe, continuai a muovermi in quel modo, ogni volta che il membro finiva la sua corsa un gemito di piacere usciva dalla sua bocca, lo sfilai lasciando dentro solo la cappella

-“No, non uscire” La sua voce era roca

Iniziai a scoparla come prima, togliendolo tutto per poi rimetterlo dentro fino a sentire le sue voglie bagnarmi la radice e i peli pubici

-“Sei già tutta bagnata”

-“Si, siii..”

Ora miei colpi erano più veloci, era bollente il cazzo mi andava a fuoco, sembrava di stare dentro un panetto di burro fuso bollente

La scopai in quel modo per cinque minuti, le sue gambe tremavano, strinsi ancora più forte le mie mani sui suoi fianchi

-“S….go….”

Stava per dirmi godo ma il suo orgasmo arrivò prima delle parole, ansimava forte prendendo fiato a pieni polmoni, poi dopo qualche secondo si calmò, poggio le ginocchia tramanti sul divano, con le mani si teneva sempre alla spalliera, io non mi staccai da lei, e iniziai di nuovo a danzare, l’eccitazione accumulata era troppa, sapevo che dentro quel forno bagnato non avrei resistito a lungo, stavo di nuovo scopando mia sorella come se fosse la cosa più normale del mondo.

-“Voglio godere anche io”

-“Si vienimi dentro, riempimi ancora”

Accellerai il ritmo il cazzo mi andava a fuoco, poi quella senzazione piacevole, quel formicolio alle palle e alla pancia

-“Ti godo dentro”

Mentre godevo decelerai il ritmo, appena senti la prima bordata di sperma ebbe il principio di un altro orgasmo che esplose mentre continuavo a riempirla

-“No non smettere ora sto venendo di nuovo”

Mentre sborravo cominciai a sbatterla violentemente, un grugnito animale prolungato accompagnò tutto il mio orgasmo, non avevo ancora finito di riempirla quando

-“Godo, Diosanto sei bollente siii”

Ai nostri faceva coro il rumore del mio cazzo che sfondava la sua fica piena e fradicia, l’odore di sesso dei suoi umori riempi la stanza, le sue chiappe schioccavano e tremavano ad ogni colpo questo prolungo l’orgasmo di entrambi.



Seduta sul divano teneva gli occhi fissi aterra, l’eccitazione delle ore precedenti, tutti quei segnali avevano di nuovo liberato la “puttana”

Il divano di pelle bianca appena pulito era di nuovo da lavare, dalla sua fica colava il mio sperma misto ai suoi umori.

Non diceva niente, seduto vicino portai le mie mani a coppa dadanti alla sua fica, quasi a raccogliere i suoi umori

-“Avanti, te l’ho gia detto sei una donna che ha voglia di sesso e…..”

-“Non con il fratello”

-“Non capisci è questo che rende tutto speciale, e per quello che sbrodoli tanto quando sei piena, se non fosse il cazzo di tuo fratello a riempirti credi che ti ecciteresti tanto?”

-“N.. no”

-“Per me è la stessa cosa e è cosi per molti altri, ti voglio godere fino in fondo”

Mi guardò in viso, sapeva che avevo ragione

-“Mi tratti e mi parli come se fossi una puttana”

-“Tutte le donne lo sono, e tu sei più troia delle altre, ti adoro per questo”

Capiva ora accettava, si rilasso sul divano, carezzandomi dolcemente il petto

-“Mamma mi ha detto che è venuta a trovarti Monica”

-“Allora ha sentito”

-“Ha sentito quando andava via, cosa ti ha detto? Dio se scopre che tu e io lo saprebbero tutti e….”

-“E’ di questo che hai paura, non saprà mai niente nessuno, te l’ho detto con me puoi liberarti, di Monica non preoccuparti, non abbiamo avuto il tempo di parlare”

-“L’hai scopata?”

-“Ei che parole usi, sei gelosa?”

-“No, ti dico la verità, poi non potrei esserlo”

-“Gia non puoi”

-“Allora si o no?”

Avrebbe voluto chiedermi delle mie esperienze da chissà quanto tempo

-“Si”

-“E’ brava”

-“Si molto, comunque ha un culo da favola, l’ho inculata”

Rimase per un po senza parole

-“E ora lo faro con te”

-“Puoi scordartelo”

Circondò con le dita il mio cazzo che aveva ripreso vigore

-“E’ di nuovo duro, per te, succhialo”

Si abbassò, poi ritirò su la testa

-“E’.. sei sporco”

-“Sei stata tu, sono i tuoi umori, avanti vieni”

L’afferrai dietro la nuca, all’inizio un po schifata iniziò con qualche bacetto, dovevo dargli io la spinta, la feci sdraiare sul divano, montai a cavallo su di lei portandogli la mia cappella all’altezza della bocca, con una mano gli accarezzavo il seno e con l’altra presi a masturbarla, la infilai, le mie dita da due diventarono tre, ora iniziava a metterlo in bocca senza curarsi degli umori che rendevano lucida e appiccicosa l’asta

-“Vai matta per il cazzo”

Non rispose

-“Per cerca di essere quello che sei”

-“Quella che sono?”

-“Si, stai pulendo il cazzo di tuo fratello dalla tua sborra e ancora fai la pudica”

Finalmente

-“Si vado matta per il cazzo di mio fratello, mi fai morire quando mi scopi, sono felice quando sei tu a riempirmi, e mi piace ancora di più vederti godere, vedere la tua faccia da porco che si irrigidisce mi fa bagnare”

Inizio a spompinarmi con foga, lo voleva, le piaceva sentire la bocca piena

-“Lo voglio ancora, scopami”

-“Aspetta voglio leccarti”

Mi tirai indietro, leccavo a gran lappate tutto il suo corpo, arrivai fino alla fica, l’attaccatura delle cosce era bagnata e appiccicosa, leccai i suoi umori, poi gli allargai le gambe, il suo forellino anale contornato di peli era bagnato, i peli si appiccicavano ai lati, leccai il suo culo come il cane lecca la mano del padrone, presi la sua mano e la portai fino alla sua fica

-“Toccati mentre ti lecco il culo”

Inizio a masturbarsi il clitoride mentre io infilavo la lingua sempre più a fondo, iniziò a tremare le sue unghie si infilarono nel mio collo, venne cosi in tremando silenzio

-“Ti prego, dammelo, lo voglio dentro, non ce la faccio più”

Gli alzai le gambe, le tirai verso di lei, poggio le sue ginocchia sul suo petto, poi gli afferrai le mani e le portai sotto le sue ginocchia

-“Tienile così, ti voglio completamente aperta, offerta”

In quella posizione potevo vedere ancora meglio il suo culo, lo stuzzicai con le dita

-“Ti piace così tanto il mio culo?”

-“E’ stupendo”

-“Dai non farmi più aspettare, sfondami”

Gli fui sopra con il mio petto che spingeva sulle sue cosce, indirizzai il mio cazzo verso la sua fica

-“Aspetta”

Fu lei stessa ad afferrarlo, dopo averlo scappellato un paio di volte se lo infilò in fica lasciando uscire dai denti serrati un gemito di soddisfazione, la scopai con tutte le forze, volevo sfondarla come mi aveva chiesto

-“Spaccami, ti sento fino in pancia, dai dammelo tutto, e mio”

Muoveva il culo in sincronia con il mio bacino

-“ti piaccio così.. puttana offerta”

-“Si è così che mi piaci”

Non mi sarei mai immaginato di sentirla sbavare in quel modo, questo mi eccitò ancora di più, la scopavo velocemente con colpi violenti

-“Si mi fai godere”

La guardavo contorcersi per l’orgasmo violento sotto di me, rispondeva alle mie spinte con passione, il mio ritmo non cessava, il sudore colava dalla mia fronte e cadeva sul suo viso, le sue gambe sudate nello “sbattere” facevano un rumore osceno venne ancora, mi guardava dritto negli occhi ma non aveva la forza di parlare, stavo per godere anche io accellerai ancora di più i colpi

-“Aspetta, aspetta”

Mi fermai, lasciò la sua gamba e poggio la mano dietro la mia fronte

-“Vieni”

Portò le mie labbra alle sue, mi bacio dolcemente, poi si infilo la lingua in bocca la succhiò per un po, con una mano spinse sui miei addominali, capii, lo tirai fuori, appena il membro usci dalla sua fica una smorfia di dolore si disegno sul suo viso

-“Ti ho fatto male?”

-“Si, mi hai speccata nel vero senso della parola, lo sai che non sono abituata”

Si tocco la fica guardò le sue dita, un'altra smorfia, poi mi mostro le dita, erano sporche di sangue

-“Potevi …...”

-“Godevo troppo per fermarti, poi te l’ho detto non sono abituata a te, ora mi allargherai tutti i giorni”



Portò la mano libera sul mio cazzo ormai sul punto di scoppiare

-“Passerotto, la tua sorellona non ti ha fatto godere”

Disse parlando più al mio cazzo che a me

Afferrò il membro e poggio la punta sul suo buco posteriore

-“Inculami! Avanti so che lo vuoi, fammi il culo”

Aveva già portato il mio cazzo nell’apertura giusta, delicatamente iniziai a spingere, la cappella entrò, portai la mia mano alla sua bocca

-“Sputa”

Aveva capito a cosa serviva, la saliva era una cosa in più, era talmente bagnata e “predisposta”…

Continuai a spingere, sul suo viso comparvero rughe di dolore

-“Spingi, mentre lo prendi”

Sentii la mia cappella farsi strada e superare l’anello, spinsi un po più forte una spinta continua fino a che più di meta del mio cazzo fù sparito in quel buco stretto

Ancora una volta fui io a guidare la sua mano sulla sua vulva, infilai due dita nella sua fica,e iniziai a penetrarla, a scoparla con le dita, mentre lei si stimolava il clitoride gonfio e lucido, quando sentii suoi muscoli addominali rilassarsi iniziai a muovermi, ad ogni colpo tentavo di entrare un pochino di più, quando la sentii gemere con un colpo più deciso degli altri le fui dentro fino alla radice, rimase un paio di secondi senza fiato, ma aveva imparato, soprattutto aveva accettato la presenza dell’intero mio cazzo nel suo culo

-“Così con il culo pieno, sei ancora più bella”

La inculai lentamente senza parlare, spingevo fino in fondo ad ogni affondo un mugolo gli scappava dalla bocca,con le mani si apri di più le natiche,il primo orgasmo arrivo per lei dopo un quarto d’ora, per gli pompai il culo lentamente dolcemente, poi con il cazzo che mi doleva per l’erezione prolungata, arrivò il mio momento, accellerai i colpi

-“Dai Porco godi, avanti fammi felice riempimi il culo, baciami mentre vieni”

Portai le mie labbra sulle sue, ci perdemmo in un bacio, la sua lingua mi rovistava in bocca mentre il mio cazzo gli rovistava tra gli intestini, poi inizio a leccarmi il mento e il collo scoppiai dentro il suo culo

-“Go,godo”

Continuai a muovermi lentamente anche mentre venivo, stupendo, fu l’orgasmo più lungo, non finiva più, era troppo per contare

-“Sei soddisfatto? Ora che mi hai sfondata”

Mi disse con un sorriso sofferto la faccia da troia e gli occhi lucidi dal dolore.

Ci guardammo e…….
 
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