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Come conobbi Estrin

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THE DARK LORD
view post Posted on 1/1/2009, 21:33




Questo è un racconto basato su una storia vera. I nomi e i luoghi però sono puramente casuali

Mi trovavo con la mia vecchia mamma al mercato; dovevo solo aiutarla a fare la spesa, non potevo mai immaginare

che in quella situazione ci scappasse il mio primo rapporto sessuale, o almeno la mia prima situazione imbarazzante da cui cominciò il tutto.

Adesso vi racconto tutto dall’inizio.

Facendo la spesa ci recammo nel reparto dedicato agli ortaggi e ci accingemmo a prendere il necessario per preparare una minestra per mio padre.

Ci avviciniamo vicino alla cassa quando mia madre chiese ad una commessa:

Per una minestra tutta vegetale sta bene usare un paio di cetrioli?-
La commessa guardando mia madre:-Certo signora i cetrioli sono alla base della minestra vegetale.-



Poi rivolgendosi a me:-I cetrioli fanno anche bene agli organi genitali, sopratutto quelli femminili.-

Non ne capii bene il motivo, ma ciò che mi rimase impresso fu l’aspetto della commessa. Alta più o meno 1.75 m, bionda, occhi azzurri

un po’ abbronzata con una bandana sulla testa e con un rossetto rosa che solo a guardarlo ti stimolava un leggero piacere, soprattutto immaginando come potesse essere bello il passaggio di quelle labbra carnose rosa sul collo. Pagammo regolarmente e andammo a casa.

Il fato volle che toccò a me pulire il cetriolo per la minestra e mentre lo facevo non mi riusciva non pensare alla straordinaria commessa che ci aveva gentilmente

aiutato.

Dopo la minestra mi coricai subito; facendo uno strano sogno.

Ero a mare da solo e stavo facendo un bagno quando mi si avvicina la commessa bionda. La saluto e iniziamo a parlare. Dice alcune cose sempre più strane sul cetriolo

Dopo di che mi da un bacio sulla spalla, si allontana di qualche decina di centimetri e caccia la sua lingua facendola scivolare fuori dalle sue labbra e roteandola in senso orario. In quel momento avrei voluto

avrei voluto fermare il tempo, l’azione durò solo pochi secondi. La lingua rientrò nella sua bocca nello stesso modo con cui era uscita, scivolando sulle labbra.

Le uniche parole che riuscì a sussurrarmi furono:

Ciao Tesoro.



Mi svegliai subito madido di sudore, molto eccitato e sconvolto da quel sogno.

Al mattino decisi di andare al mercato per rincontrare la commessa. Non ne facevo solo una questione di curiosità, ma la presi proprio come un fatto personale.

Andai al mercato e non trovai quella stessa commessa. Chiesi in giro e riuscii a trovare il suo indirizzo. La bella ragazza adesso aveva un nome: Estrin.

Andai subito a casa sua. Bussai alla sua porta e Estrin mi rispose con voce fredda:

Chi sei. Non ti conosco.-

Detto ciò fece lo stesso gioco di lingua. La tirò fuori e si leccò le labbra. Io già ero al massimo dell’erezione. Spiegai del sogno e delle compere del giorno prima e lei mi fece entrare.

Gentilmente mi offrì un succo di frutta. Era vestita con un busto di pizzo nero che spiccava sulla sua carnagione lievemente abbronzata, non portava calze. Oltre al busto più niente. Dopo avermi offerto il succo di frutta mi disse:

Che tu mi abbia sognato e che tu abbia fatto compere nel mio negozio non ti da il diritto di venirmi a scocciare a casa. Ti pare?



Io risposi: se tu mi avessi fatto entrare solo per dei chiarimenti credo che avresti avuto il ritegno di metterti addosso qualcosa di più di un semplice corpetto.

E continuai a bere il succo di frutta dal bicchiere di cristallo.

Lei mi rispose: -Infatti, ti ho fatto entrare per spiegarti perché il cetriolo fa bene all’organo genitale femminile.-

Diedi un violento colpo di singhiozzo per lo stupore a tal punto che alcune gocce di succo di frutta mi colarono per il viso fino ad arrivare al collo.

Lei sbarrò gli occhi, mi si avvicinò e mi si mise a cavallo, di fronte; per un attimo ebbi il suo seno di una buona quarta abbondante sul viso. Si abbassò subito, cacciò la lingua fuori un’ennesima volta e la passò

sul mio collo per asciugarmi dalla goccia di succo di frutta che mi stava colando. Ero sempre più eccitato quando lei si alzò e andò a prendere un cetriolo.

Si sedette vicino a me, allargò le gambe e infilò il cetriolo nella sua vagina, capii finalmente quello che voleva dire; lo fece con tanta energia tanto da bucare il suo slip, che era parte del corpetto. Gli si intravedevano i peli della vulva. Dimenava il cetriolo in modo circolare e questo gli provocava piacere, ma secondo me il suo piacere più grande forse era vedere il mio pene che cresceva fin quasi ad esplodere dai jeans che indossavo per l’occasione.

Gli dissi che non reggevo più e che dovevo liberarlo perché altrimenti mi sarei fatto male.

Lei acconsentì.

Mi sbottonai il pantalone e me lo tolsi. Adesso avevo addosso soltanto un paio di slip e una camicia a fiori. Lei mi disse:

Adesso il cetriolo non mi serve più.

Sfilò dalla sua vagina e lo mise sul divano, si mise eretta davanti me e si tolse il suo corpetto in modo molto violento.

Si mise in ginocchio e venne verso di me fino a portare la sua bocca molto vicino al mio pene ormai totalmente eretto.

Mi disse: -Ti dispiace se te lo succhio in modo estremo?

Io risposi: Prima devi sapere una cosa. Sono vergine, non farmi male.

Lei a sua volta: Anche io sono vergine.

A quel punto mi sono talmente eccitato che gli dissi: Estrin, ti affido il mio cazzo, succhialo senza rancore!

Lei mi disse, come soddisfatta di se: Non dovevi dirlo!

Incominciò a leccarmi con tutti gli slip ma poi iniziò fare sul serio.

Prese con i denti l’elastico degli slip e con un movimento molto violento li strappò.

Con la sua mano destra prese il membro e diede un colpo verso il basso fortissimo che cominciai a sudare per la sensazione di piacere tinto con un pò di dolore.

Lei tirò fuori la lingua in modo magnifico e mi leccò tutto il membro fin quando tirò dentro la lingua, spalancò le fauci e lo trangugiò.

Sentivo lei che mugolava qualcosa mentre io, in preda al piacere, non riuscivo nemmeno a parlare.




Sentivo che le forze mi abbandonavano per dare agio al piacere. Raccolsi quel poco di forse che mi rimasero e dissi:Estrin, sto arrivando.

Subito dopo eiaculai sul suo labbro superiore della bocca ma lei allungò la lingua fino al labbro e raccolse lo sperma che vi era sopra.

si avvicinò vicino al membro e con la lingua mi pulì dello sperma rimasto.

Presi la sua testa e la sollevai dal pene dicendogli: Adesso tocca a me!

La sollevai e la distesi sul divano, Estrin mise le braccia dietro la nuca e ristrinse le sue gambe stupende.

Gli feci solo una domanda: Ti posso far male? Se mi dici di si ti faccio provare ciò che nessuno potra mai darti!

Lei mi rispose: Sono in tuo potere, usa il mio corpo per il tuo piacere, stracciami stallone.

Misi le mani sulle sue ginocchia e gli allargai violentemente le gambe, avvicinai la mia bocca sulla sua vulva e mi attaccai come una ventosa; succhiando i suoi ormoni.

Vedevo lei che era immobile ferma. Anche lei stava sudando. Dopo averle lavato la vulva presi il membro con la mia mano destra, lo appoggiai sulla vulva di Estrin e la penetrai dolcemente.

Mi appoggiai sul suo corpo, lei mi prese per i capelli e mi baciò. Finì di baciarmi sulla bocca e si inclinò un po’ per baciarmi i pettorali, ma allora diedi un colpo fortissimo sulla sua vulva che gli fece raggiungere l’orgasmo. Poi mi disse:

Nessuno mi scoperà mai come te. Adesso farò una cosa per te che nessuna ti farà mai. Te lo succhierò e ti farò talmente male che confonderai il dolore con il piacere.

Risposi: Ma già me lo hai succhiato, più estremo di quello non esiste.

Lei: Te lo succhio con una piccola variante. Io reggo il membro con le mie labbra mentre tu FAI AVANTI E INDIETRO PIU’ VELOCEMENTE POSSIBILE.

Feci quello che mi disse.

Provai un piacere indescrivibile. Eiaculai subito in bocca ad Estrin, tanto che involontariamente lo sperma gocciolò fuori dalla sua bocca, andando in mezzo al suo seno fino a raggiungere il ventre.

Mi distesi sul divano e continuai ad esplorare la sua vulva fino a quando lei non mi chiese di smettere. Estrin: Dai basta sono strafatta, smettila. Altrimenti mi uccidi. io risposi: Ok smettiamola, altrimenti ti faccio davvero male.

Mi rivestii in un batter d’occhio e andai a casa.

Estrin mi disse: Mi piacerebbe essere la tua ragazza, per continuare a far l’amore con te. Sei un cavallo e mi dispiacerebbe perderti.

Io risposi: Ok amore mio, allora passo domani.

Estrin acconsentì. Tornai a casa e mia madre mi disse: Dove sei stato?

Risposi: A comprare un cetriolo.

Mia madre: Eh...ma è d’oro per caso? Ci hai messo 7 ore per comprarlo!!!

 
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