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Giovane mamma.....in treno

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THE DARK LORD
view post Posted on 3/2/2009, 17:14




Salgo sul treno, ma sono un po’ scocciato perché i convogli che si spostano verso il sud Italia durante il mese di agosto sono sempre pieni e non si sa mai chi potranno essere i compagni di viaggio.
Tante volte ho preso quel treno e non sempre il viaggio è stato piacevole. Questa volta, però, credo che me ne rimarrà un buon ricordo.
Entro nello scompartimento a 6 posti e solo il mio è libero. Ci sono 2 signore di una certa età, un ragazzo sulla trentina e una giovane mamma con a fianco il suo piccoletto di 5/6 anni.
La giovane mamma mi sta seduta di fronte e non posso fare a meno di guardarla: infradito nere ornate con piccole pietruzze, piedi ben curati con le unghia colorate in nero, gambe lisce e vellutate, vestitino nero con la gonnellina lunga fino alle ginocchia che aderendo perfettamente alla sua pelle bianca si alza fino al collo (il vestitino non è molto scollato e il suo seno non è molto prosperoso), capelli a caschetto castani che scendono fin sulle spalle, viso dolce ma arruffato, occhi chiari, labbra carnose ma non esibite, sguardo basso quasi pieno di vergogna e pudore, …
Se l’avessi incontrata per strada non l’avrei notata. Non era appariscente, anzi molto modesta, quasi pudica. Ma a vederla lì davanti a me e guardandola attentamente ho capito molto: una giovane donna ingabbiata dalla vita familiare combattuta dalla voglia di godere e trasgredire per evadere dalla prigione dorata di un figlio da portare in vacanza e un marito che probabilmente dopo la passione iniziale si è assopito lasciando quel fiore non colto; tante pulsioni, tanti desideri e tante fantasie da nascondere dietro alla figura di giovane mamma che si amorevolmente accompagna senza grandi pretese il figlio al mare.
Erano i suoi occhi a dire questo, era il suo sguardo che si nascondeva vergognosamente, le sue dolci movenze che mal celavano una sensualità inespressa, era la sua figura ambigua così casta e al tempo stesso così “porca”.
Inizio a stuzzicarla… la guado fissa meglio occhi, lei abbassa lo sguardo per poi guardarmi di nascosto per vedere se i miei occhi sono ancora fissi su di lei. Dura un bel po’ questo gioco, lei arrossisce…
Il bambino gioca con un giocattolo accanto a lei ignaro di tutto. Si fa più forte il gioco di sguardi… lei inizia a fissare la mia erezione che inesorabile era sopraggiunta…
Fingo di stiracchiarmi, scivolo sul sedile, apro le gambe… la mia erezione cresce e lei se ne accorge. Adesso lei ha le gambe accavallate e la gonna si è un po’ alzata, finge di sistemarla, ma in realtà fa in modo che io riesca a vedere tra le pieghe fin al suo interno coscia…
Nemmeno le altre signore si accorgono di nulla, sonnecchiano, leggono, guardano il paesaggio che scorre veloce… Il bambino gioca… Io azzardo…
Nessuno sembra essersi accorto del gioco che c’era in atto tra me e lei… del nostro respiro sempre più affannoso, del nostro rossore in viso, delle sue labbra diventate più rosse e turgide, …
Nessuno ha fatto caso al fatto che fingendo di sentire caldo lei si è aperta un altro bottone del vestitino e che adesso si intravede il suo piccolo e sodo seno per la gioia dei miei sensi…
Nessuno ha fatto caso al fatto che io scivolando sempre più ho finito per avere tra le mie gambe, poco sotto il mio pacco sempre più duro il suo piede… Fa finta di sgranchirsi per via del fatto che è rimasta seduta da un po’ di tempo, e inizia a muoversi… Me lo sfiora, lo accarezza, preme sul mio cazzo indurito… vado in estasi.
Ecco che però al bambino qualcosa va storto, chiama la madre… lei è troppo concentrata su di me e non gli da retta… Il piccolo insiste, lei si ricompone, si alza e si mette in piedi davanti a me muovendomi sotto gli occhi il suo culetto che solo adesso riesco ad ammirare.
Fa finta di prendere un altro giocattolo dallo zaino che ha poggiato sul portapacchi sulla sua testa e si dimena… con naturalezza fa avanti e indietro in una posizione quasi a pecora… si contorce… si abbassa facendo sfiorare il suo sederino sul mio naso.
Trova il giocattolo, lo da scocciata al bambino. Era colpevole d’aver interrotto un momento magico… Il suo viso è rosso, le sue labbra turgide, la sua espressione era un misto di imbarazzo, goduria, paura, passione, vergogna e spudoratezza; il suo casto vestitino iniziava a starle stretto… Questi contrasti mi facevano impazzire.
Anche io mi ricompongo, adesso gli altri passeggeri stavano guardando. Il giocattolo aveva attirato loro attenzione. Io però sapevo che presto si sarebbero distratte ancora e in quel momento avremmo ricominciato…
E il nostro gioco segreto ricominciò subito: questa volata non si era seduta con le gambe accavallate, ma le teneva una affianco all’altra un po’ allargate… vedevo le sue mutandine bianche, il colore della purezza, un po’ scurite dalla profusione dei suoi umori…
Si mordicchiava le labbra che prima aveva ben inumidito con la lingua agnata di saliva… teneva le mani sulle ginocchia nella parte interna, aveva alzato un po’ la gonna… faceva finta di avere caldo per giocare ad aprire e chiudere le gambe… Io le stavo di fronte e il mio sguardo adesso era fisso sulla sua patatina bagnata che mi si presentava davanti grazia a questa movenza in apparenza naturale e casta, quella di una donna che col bambino va al mare e che è un po’ accaldata per via della calura estiva, ma in realtà vogliosa e lussuriosa di una donna che ha voglia di “scopare”.
La mia erezione adesso si conteneva a stento… anche io apro le gambe e faccio scivolare le mie mani attorno al mio pisello che adesso pulsava in maniera quasi incontenibile, quasi a voler sottolineare la mia voglia di sesso.
Continua il gioco erotico degli sguardi… Io fisso intensamente la sua patatina gustosa, lei fissa il mio pacco sempre più grande. Ogni tanto i nostri sguardi si incrociano, io fisso lei negli occhi e lei fissa me. Questo dura un secondo, subito lei abbassa lo sguardo con pudore, ma poi si ricomincia da capo…
Il bambino non sa cosa sta succedendo, è ignaro di tutto nella sua ingenuità… Io mi guardo intorno, nessuno sembra far caso a noi e al nostro gioco perverso… Io voglio di più e anche lei…
Fingendo di stiracchiarmi e di muovermi un po’ sul seggiolino inizio a toccarmi il pacco, anche lei finge di muoversi e quelle mani che stavano appoggiate sui ginocchi lentamente e delicatamente arretrano sempre più verso la patatina vogliosa… Lei chiude gli occhi, penso che immagini che quelle mani che pian piano l’accarezzano fino alle sue parti più intime siano le mie. Io faccio lo stesso…
I nostri respiri si fanno ancora più intensi lei ha un aspetto pudico misto a un’espressione da chi da tempo non viene soddisfatta sessualmente e ha voglio di scoppiare di piacere e godimento… Ancora il suo atteggiamento ambiguo mi intriga…
Lei vuole di più, è evidente: il suo rossore la sua smania sul seggiolino, le sue labbra sempre più rosse e pulsanti, a stento i suoi capezzoli dritti e duri riescono a restare nascosti sotto il vestitino, i suoi umori che le bagnano le mutandine di cui solo io riesco a godere della loro vista, le dita dei piedi che si muovono nervosamente, …
Lei si contorce, ha voglia, vuole essere scopata… Capisco che è giunto il momento buono… mia alzo e faccio finta di andare al bagno… Lei si guarda intorno, si assicura che nessuno abbia capito… mi guarda come per dire: “Sto arrivando!”.
Esco lentamente dallo scompartimento e non distolgo mai lo sguardo da lei… Nel corridoio verso il bagno vado lentamente, l’aspetto…
E’ passato poco tempo, ma in quegli istanti avevo già immaginato tutto: avrei assaporato quelle timide labbra… le avrei aperto quel suo vestitino nero, le avrei sfilato le mutandine pregne di umore e il reggiseno… Le avrei succhiato i suoi capezzoli duri, avrei bevuto dei suoi umori, le avrei leccato tutta la patatina… avrei giocato con la sua clitoride con la lingua fino a farla scoppiare in un fragoroso orgasmo, avrei palpato quel suo culetto che poco prima mia aveva messo sotto gli occhi, l’avrei presa così, in piedi nel bagno del treno, da dietro…
Mentre penso ciò, guardo indietro aspettando che mi raggiunga, ma non arriva… Anzi no: eccola!!!
Io mi fermo per aspettarla, lei si muove lentamente, mi guarda fisso, poi ha paura e distoglie lo sguardo… Eccola, è a pochi centimetri da me: finalmente il suo desidero di sesso e di passione sarà colmato, finalmente il mio cazzo duro la penetrerà, le mie mani potranno gustare ogni parte del suo corpo, la mia lingua potrà assaggiarci suoi umori…
Adesso è lì, immobile davanti a me, non la conosco, non so nemmeno come si chiama, so però che lei vuole me e che io ho voglia di lei!
La voce stridula di un altoparlante proprio in quel momento annuncia la stazione in cui stiamo per arrivare: è la sua.
Mi guarda, non sa che fare… Buttarsi a capofitto nella passione dimenticando quel piccolino che l’aspettava in cabina e poi tornare e inventare una scusa per giustificare il fatto di aver sbagliato stazione oppure tornare indietro in scendere…
Io la guardo, ho una voglia sfrenata di fare sesso con lei, ma in lei prevale la brava mamma. Scappa via, torna indietro. Prende per mano in bambino, racimola di corsa i giocattoli spersi sul sedile e li mette dentro lo zaino e va verso la porta: siamo arrivati in stazione.
Il bambino la guarda e chiede se fossero arrivati, lei in quel momento si sveglia dal sogno. Capisce che tutte le sue fantasie resteranno tali e guardandomi con aria rammaricata risponde triste: “Sì, siamo arrivati”.
Loro escono e io rientro in cabina turbato… Mi siedo… Nessuno dei presenti ha capito nulla; per loro una giovane pudica mamma è andata via col suo piccolo bambino!!!
 
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