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Al Mare

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Skardy94
view post Posted on 11/2/2009, 11:20




Mi chiamo Antonella ho 44 anni
nonostante la mia età ho ancora un bel fisico.
Mi descrivo un po’: Sono alta 1 e 67 e peso 45 kg, ho la pelle sempre abbronzata, porto la seconda di reggiseno, ho i capelli biondi e lunghi, e essendo molto magra ho bene in vista i seni e i fianchi. Vesto in modo ricercato e non molto appariscente ma a volte non disdegno di indossare delle minigonne da mozzafiato e camicette con scollature vertiginose, a dire il vero mi piace molto essere guardata dagli uomini e, mi eccita un po’ quando vedo che mi guardano il culo o le tette. Questo sottile piacere che provo me lo ha fatto scoprire il mio compagno che conosco da quattro anni, quando ci incontravamo clandestinamente frequentavamo luoghi sconosciuti ma con tanta gente, mi faceva notare gli sguardi maliziosi di certi uomini, ed è stato in queste occasioni che abbiamo cominciato a fare dei giochetti che ci facevano divertire e che col tempo mi eccitavano molto prima degli incontri intimi in stanza d'albergo. Il giochi erano sostanzialmente di questo tipo, esempio sedermi nello sgabello di un bar con lui accanto e di fronte a dei ragazzi, accavallare le gambe mettendo in mostra calze e reggicalze indossate appositamente per questo scopo e notare le espressioni delle loro facce, e dietro insistenza di lui, anche ad aprire le gambe e lasciare intravedere le mutandine o addirittura come succedeva ultimamente senza nemmeno quelle e provare delle sensazioni molto intense, ti senti puttana, i capezzoli ti diventano duri e ti senti bagnare l’ano dal caldo liquido che ti esce dalla figa. Mi piace andare in luoghi affollati e farmi infilare la sua mano sotto la gonna e farmi accarezzare il culo, sentire poi le sue dita che cercano e mi toccano la figa bagnata, annuso poi i miei umori nella sua mano e gli tocco il cazzo duro.
Quando viaggio in treno e ho degli uomini di fronte non ho il coraggio di fare quei giochini che mi piacciono tanto e allora parlo al telefono con lui e a bassa voce ma non troppo in modo che i miei vicini mi sentano bene, gli racconto della nuova lingerie che ho comprato descrivendo i dettagli delle decorazioni, sulle forme dei pizzi su che cosa lascia scoperto e come e quando li indosserò, questo fa si che mi aumenta il desiderio di essere scopata da lui ma anche da altri cazzi. Durante i nostri rapporti lui usa termini molto forti che mi eccitano molto, tipo “sei una gran troia” “ti voglio pagare la prestazione perché sei una puttana” ma la cosa che mi fa morire è quando mi dice che vorrebbe vedermi prendere due cazzi, uno nella figa e uno in bocca, quando penso a due cazzi che mi scopano vengo da sola e mi sento una vera porca. Il rapporto con il mio compagno è molto aperto e ci confidiamo tutto anche quello che vi sto per raccontare e che, vi assicuro, non è stato facile trovare il coraggio per raccontaglielo.
L’estate scorsa durante le vacanze eravamo al mare, di solito pranzavamo in spiaggia nel ristorante dei bagni poi lui andava a dormire in albergo fino alle cinque io invece lo aspettavo in spiaggia come una lucertola sotto il sole. Quel giorno particolarmente caldo mi venne sete e, mi incamminai, con la mia settimana enigmistica in cerca di una granita o di qualche cosa di fresco da bere. Indossavo un bikini rosso molto grazioso con gli slip allacciati sui fianchi e il reggiseno molto striminzito mi copriva a mala pena i capezzoli e in testa avevo un enorme cappello di paglia. Il giorno prima ero stata dall’estetista ed ero depilata dappertutto anche nella passera, li però mi depilo io, insomma mi piacevo, ero come si dice… una bella gnocca. Camminando notai gli sguardi di certi bagnanti e anche io notavo il fisico dei ragazzi che incontravo e lo sguardo cadeva sempre in basso giocando con la fantasia a immaginare come erano sotto il costume. Istintivamente mi tirai su gli slip e infilai la stoffa che mi copriva il sedere tra le natiche così da mostrare tutto il culo e coprire solo la passerina. Camminando non mi accorsi che la spiaggia stava terminando e tra un poco sarei arrivata agli scogli e a un porto canale dove si intravedevano molte barche di pescatori e qualche bella barca a vela, entrai in un chiosco e mi dissetai con una meravigliosa granita all’anice. Uscii per ritornare indietro al mio ombrellone ma siccome ero stanca e accaldata andai verso le barche in cerca di qualche cosa per sedermi, sembravano tutte abbandonate, salii su una che mi sembrava pulita, notai che aveva una larga panca, decisi che sarei salita a sdraiarmi un po’ e così feci. Ero seduta comodamente con le gambe distese e con la schiena appoggiata sul bordo della barca, ero proprio comoda mi stavo quasi per addormentare quando sentii dei rumori provenire da sotto coperta, restai con il fiato sospeso fino a quando vidi due ragazzi salire con due scope e un secchio in mano, quando mi videro restarono sorpresi e uno di loro, il più carino, mi disse di restare pure che loro avrebbero lavato e pulito senza problemi per la mia presenza. Uno avrà avuto una trentina di anni, biondo non bellissimo ma con un bel fisico, l’altro era di carnagione scura con i capelli cortissimi e un po’ più grassottello ma carino non capii se erano italiani o no. La situazione era imbarazzante ma nello stesso tempo intrigante, io che mi sentivo attratta da quei due e pensavo di essere attraente per loro, sarei stata una bella preda. Quando passavano vicino sentivo il loro odore acre di sudore e sentivo che mi stavo eccitando. Ad un certo punto il biondo stava strofinando la panchina vicino a me quando, facendo finta di scivolare mi toccò le cosce. Io non dissi nulla e istintivamente, anche se non volevo, allargai le gambe facendo chiaramente intendere di continuare, lui capì al volo, si inginocchiò e prese ad accarezzarmi le gambe sempre più su, più su, non capivo quello che sarebbe successo ma mi piaceva, mi slacciò gli slip dai fianchi liberando la mia fica di fronte alla sua faccia. Iniziò dolcemente a leccarmi, non credo in vita mia di essere stata così eccitata , sarei rimasta in quello stato in eterno, mi sentivo fradicia dei miei umori e lui con la lingua mi spalmò quel liquido misto alla sua saliva anche nell’ano. Poi con le mani mi apriva dolcemente ma con determinazione le natiche e con un dito prese, dapprima a stuzzicarmi poi lo infilò tutto ma dolcemente dentro il retto. Con la lingua mi leccava il clitoride e con il dito dentro il culo mi muoveva e mi scuoteva anche il cervello, quando tirava fuori il dito per riinfilarlo sentivo l’aria che entrava dentro di me, ero a godermi questo paradiso quando sentii due mani calde e sudate entrare sotto al reggiseno palpandomi le tette e strofinandomi ambedue i capezzoli con le dita, di colpo diventarono turgidi e dritti come due minicazzi , io non dissi nulla, ero frastornata ma godevo come una cagna, lentamente allungai le mani dentro la patta dei pantaloni di quello che mi stava palpando i capezzoli e gli tirai fuori il suo bel cazzo duro, iniziando a menarlo, era caldissimo, poi lo misi in bocca e cominciai a fargli un meraviglioso pompino. Mi sentivo una porcella e l’avrei data a tutti quelli che passavano di li, volevo essere toccata da tutti e dappertutto, e con questi pensieri venni in maniera violenta come delle scosse elettriche che mi attraversavano tutto il corpo ma la voglia mi stava aumentando. Mi alzai mi girai porgendo il culo a quello che mi aveva leccato la figa facendo capire che ero pronta per essere penetrata, lui pensava nel culo ma con la mano deviai il suo cazzo nella figa, volevo lasciare che mi sverginasse quel buco il mio compagno, lo sentii entrare come un bastone infuocato e ad ogni suo movimento di reni sentivo entrare in gola l’altro cazzo. Quello era seduto con l’uccello infilato nella mia bocca e con le mani mi mungeva le tette come fossi una vacca ed era veramente quello che mi sentivo di essere in quel momento. Mi venne in mente quello che il mio compagno voleva che io facessi, con questi pensieri venni ancora un paio di volte forse di più, ero completamente persa, ad un certo punto un fiume di sborra calda mi inondò la bocca e io lo bevvi come una ninfomane. L’altro continuava a montarmi, finché non venne anche lui. A quel punto mi resi conto che erano già le quattro e mezzo e che il mio compagno tra poco mi avrebbe cercata, mi allaciai gli slip mi sistemai il reggiseno e me ne andai senza nemmeno salutarli e senza rivolgerli parola, forse i sensi di colpa cominciavano a farsi sentire però credo di non avere mai goduto così tanto fino a quel momento.
 
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