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Due amiche e un pomeriggio d'estate - 2a parte

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Aragorn
view post Posted on 26/4/2009, 14:22




Era un piacevole fine settimana di inizio settembre quando, dovendo trascorrere un paio di giorni sola in casa, decisi di invitare Arianna. Ricordo che dopo la cena in compagnia di amici e amiche in pizzeria ci ritirammo nella mia abitazione, liete finalmente di poter trascorrere una serata solo nostra, in cui poter parlare di tutto come solo due amiche come noi potevano fare. Ricordo intensamente quella sensazione di sottile eccitazione che mi pervadeva a quei tempi quando mi trovavo sola con lei. Giunte casa mia per nostra maggiore libertà ci spogliammo: via scarpe, calze, jeans e camicie, al loro posto due comode magliette bianche e due paia di zoccoli ai piedi. Solo così ci sentivamo in libertà. Comode sul divano iniziammo così a chiacchierare toccando i più svariati argomenti personali, soffermandoci sulle nostre esperienze erotiche, allora per la verità ancora piuttosto limitate, avute con Michele e Luca, due coetanei con cui più o meno sporadicamente avevamo qualche contatto. Già all’epoca ci piaceva, mentre ci scambiavamo le nostre confidenze, cercare un po’ il contatto fisico e ricordo che quel giorno ce ne stavamo stese sul divano vicine vicine, intrecciando gli stinchi e le caviglie mentre i nostri piedi nudi si strofinavano e giocavano tra loro. Ridevamo, parlavamo, giocavo a farle il solletico sulla pancia; poi le chiesi: “Ari, ti ricordi quando quel giorno a casa tua abbiamo fatto il bagno nude?” “certo, e mi ricordo pure quando mia mamma ci ha beccate!” “si vabbè, ma mica si è arrabbiata, penso che prima che finisca l’estate lo possiamo rifare, ti va?” “certamente, anche a me è piaciuto molto, ti ricordi sul canotto che stavamo entrambe con le patatine aperte all’aria?!”. Risi ripensando a quel giorno e a quando Simona ci beccò ci rincorrevamo felici per casa, nude e grondanti acqua. Ma quando d’un tratto rivissi l’eccitazione che quel giorno improvvisamente mi pervase restai turbata. Ricordai che dovetti masturbarmi intensamente sotto la doccia per scaricare quella strana, violenta tensione. Un tocco indelebile di carnalità in quello che fino ad allora era stato solo un gioco tra amiche. Avevo improvvisamente perso l’ilarità ed un potente fremito pervadeva il mio corpo. “Sonia, che succede, ti sei intristita?” provo a scuotermi Arianna. Le sue parole non fecero altro che aumentare la mia eccitazione, e realizzando di avere il suo corpo a pochi centimetri dal mio e le sue gambe nude intrecciate alle mie mi accorsi di essere bagnata. Riorganizzai in un attimo le idee e parlai: “no, non è nulla; stavo pensando…” “a cosa?!” mi chiese stupita e preoccupata dalla mia improvvisa serietà. “Ari, tu cosa provi quando sei con me?” “che domande sono?! Cosa vuoi che provi, mi sento libera, felice, rilassata; lo sai, sei la mia migliore amica, ti voglio bene!”. Replicai con la voce rotta dall’emozione: “si, anch’io ti voglio tantissimo bene, ma ti sei mai chiesta perché ad esempio quando siamo insieme spesso ci spogliamo, ci tocchiamo, ci strofiniamo…” “Sonia, se proprio ti dà fastidio possiamo non farlo più, ma credevo che fra noi fosse una cosa naturale, serviva a conoscerci, a sentirci più unite, e poi…” “e poi?” “e poi credo che due amiche del cuore siano tali perché tra loro fanno qualcosa che non farebbero con nessun altro al mondo!”. Questa sua originale teoria mi rese ancora più confusa ed eccitata. Eravamo ancora stese sul divano, io le cingevo il bel corpo coperto solo da una sottile maglietta. “Non dovremmo farlo, non è proprio normale…” provavo a dire con voce vibrante, ma intanto la pianta nuda del mio piede sinistro correva famelica lungo le sue gambe tornite e affusolate mentre ormai il mio sesso doveva essere abbondantemente irrorato di umori. “Sonia, adesso però sei tu a cercare il mio corpo, è segno che non sono solo io la pazza!” “ no hai ragione è colpa mia, solo mia, sono una sciocca ma quando sono con te sento…” “cosa senti, dimmi” a questo punto aderivo completamente a lei e la mia voce era un rantolio confuso, probabilmente al mio sesso bollente sarebbe stato sufficiente un minimo contatto per esplodere. Arianna non aveva certo bisogno delle mie parole per comprendere la natura delle mie sensazioni nei suoi confronti. “Ari, il tuo corpo è la cosa più bella del mondo, quando sei nuda davanti a me non ti rendi conto ma io guardando il tuo seno, la tua patatina, il tuo ventre mi sono accorta… mi sono accorta che ti desidero Ari, non voglio solo il tuo affetto, voglio la tua carne!”. A questo punto esplosi in un pianto liberatorio. Sentii la mia amica sciogliersi dal mio abbraccio e sedersi sul bordo del divano, mentre continuavo a singhiozzare. Mi consolava quindi carezzandomi teneramente il collo, mentre piangevo silenziosamente. “Sonia, per favore, smetti di piangere”. Io cercai di seguire il suo consiglio. Quindi continuò: “non devi fartene un dramma, come ti ho detto prima penso che sia normale e bello che tra due amiche così intime ci sia una sorta di intesa “fisica”. Anche a me capita di sentirmi strana quando ti spogli nuda davanti a me. Però sinceramente io mi sento etero e dire che ti desidero carnalmente mi sembra un’esagerazione”. “Si, hai ragione – replicai io – è solo colpa mia ma quando mi prende questo desiderio è come se perdessi la testa”. Piansi di nuovo e la mia amica continuò a consolarmi: “Sonia, siamo ragazze molto giovani, sessualmente dobbiamo ancora raggiungere la nostra stabilità, può capitare a tutti una sbandata a quest’età. Tu ti sei invaghita del mio corpo, poteva succedere a me di invaghirmi del tuo”. Arianna continuava a parlare con tono calmo e rassicurante: “devi calmarti, Sonia, sennò non ti sentirai meglio. Ora segui il mio consiglio: masturbati per scaricare il desiderio, se vuoi me ne vado, sennò resto qua a farti compagnia, come vuoi”. Ero ormai fuori di me dall’eccitazione. “No Ari, ti prego resta”. Intanto mi ero tolta la maglietta ed i miei seni con i capezzoli incredibilmente turgidi palpitavano insieme al mio cuore. Indossavo ancora i miei slip, ormai fradici. Arianna era d’accordo: “si forse è meglio se resto: se lo farai davanti a me sarà più appagante. Devi sfogarti, devi masturbarti senza pietà. Ti eccito più se mi metto nuda o vuoi che indossi qualche intimo sexy?” “No, oddio non resisto, nuda, completamente nuda come quel giorno in piscina!”. Arianna si spogliò e si adagiò in terra, io calai gli slip e ansimando iniziai la stimolazione autoerotica. Ben presto i miei gemiti divennero grida di piacere beandomi della vista della sua vagina che emergeva prorompente da dietro il suo interno-cosce. Con un filo di voce la implorai di voltarsi e lei mi regalò la prospettiva del suo monte di venere e del suo sesso aperto, come quel pomeriggio quando galleggiavamo insieme sul canotto gonfiabile. Volevo saltarle addosso, ma il timore di rovinare il nostro patto e di non seguire il suo consiglio mi indusse a desistere e ad aumentare ulteriormente l’intensità della mia masturbazione. Arianna capì che ero prossima all’orgasmo: “si Sonia, continua, sfogati, sono qui per te, guardami come sono nuda e aperta per te…” così dicendo con le dita divaricò le sue grandi labbra. Per i miei sensi fu troppo: con un unico prolungato rantolo esplosi nell’orgasmo più intenso della mia vita, contrazioni spasmodiche scossero il mio ventre e dalla fessura slabbrata vidi uscire un piccolo fiotto di liquido trasparente. Ci volle del tempo perché potessi riprendermi e Arianna lo attese, ancora nuda, tamponando con un fazzoletto il frutto liquido del mio piacere che bagnava il pavimento. Ma non era finita: d’un tratto una nuova ondata di desiderio mi indusse a chiedere di nuovo il suo aiuto: “ho voglia di nuovo, rimani nuda ti prego” “ok, quanto vuoi, sfogati pure, come vuoi che mi metta?” “senti, mi piacerebbe farlo nella posizione di quel giorno sul canotto. Tu tienimi aperte le cosce con i tuoi piedi nudi, mentre io mi do piacere”. Come previsto il contatto dei suoi piedi a così poca distanza dal mio sesso fu un irresistibile fonte di godimento. In breve raggiunsi di nuovo l’orgasmo, che mi lasciò questa volta calma e rilassata. Dopo alcuni minuti di silenzio ci alzammo entrambe e, nude e scalze ci infilammo insieme sotto la doccia. Avevo recuperato serenità e pace interiore, e mentre mi rilassavo sotto il getto caldo Arianna, a pochi centimetri da me, dopo avermene chiesto il permesso, con molta naturalezza si concedeva anche lei un gustoso ditalino. Raggiunse il piacere in piedi emettendo un lungo sospiro, quindi rilassate e serene, infilammo due leggere camicie da notte sui nostri corpi totalmente nudi e ci coricammo vicine nel lettone, scivolando presto nel sonno.
 
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