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Una sera particolare

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Aragorn
view post Posted on 2/6/2009, 14:37




All’ora prevista sono da te, suono e ti attendo in macchina.
Subito non ti riconosco, hai i capelli pettinati lisci.


“Che cosa hai fatto ai capelli?” ti domando ammirato.

“Ti piacciono? “
“Stai benissimo! “
Indossi una giacca color panna su di una gonna nello stesso colore, lunga e molto aderente con un vistoso spacco sul lato sinistro. Sotto, un top anche lui molto aderente.
Sei splendida. Ci rechiamo al ristorante, prendiamo un aperitivo e ordiniamo il cibo. Giochiamo a scambiarci delle occhiate, cariche di significato, mentre intratteniamo una discussione su argomenti del tutto innocenti. L’atmosfera inizia a riscaldarsi, per diventare rovente al dolce. Non abbiamo ancora toccato nessun argomento relativo al sesso, nemmeno lontanamente, ma sento che una strana eccitazione si è impadronita di me, e per quello che ti conosco, anche di te.
Ho l’impressione che tu abbia già dei progetti precisi per questa sera.
Stiamo bevendo il caffè quando tu, come se niente fosse, mi dici:

”Voglio farti un regalo!”

“Quale?”

“Me stessa, tutta me stessa per questa notte!
Potrai chiedermi tutto quello che vorrai lo farò”
Ti guardo con gli occhi sbarrati dallo stupore.

L’ultima frase la sottolinei con uno sguardo carico di promesse e mantenendo fissi i i tuoi occhi su di me.

“Voglio farti godere… non solo fisicamente ma anche con la fantasia. Tu immagini e io realizzo, tu chiedi e io faccio. Allora cosa vuoi da me?”

“No. Non ci credo, non farai tutto quello che ti chiedo!” ti stuzzico.

“Credimi, mettimi alla prova… se vuoi stabiliamo subito una penalità che dovrò pagare se non mantengo la mia promessa…. Facciamo così, se non sto al gioco, mi metto sulla strada e mi faccio scopare dal primo che è disposto a pagarmi… ti va?”.

La vedo rabbrividire di fronte al mio sorriso che la tua frase ha generato.


“Oh. Ma tu pensavi di chiedermi proprio questo!”

“Vedremo!”- ti dico – per ora comincia a toglierti le mutandine, se le indossi, senza farti notare”

Fissandomi porti, con estrema naturalezza, le mani sotto il tavolo. Ti dimeni un po’, molto discretamente, come se fossi scomoda sulla sedia e cercassi una posizione migliore. Ti ricomponi, con una mano cerchi la mia, quasi un gesto d’affetto, del tutto normale in una coppia al ristorante. Stringi la mia mano e sento fra le dita i tuoi slip. Li osservo con discrezione, per sincerarmi che sia vero quello che immagino. La verità mi fa deglutire mentre una vampata di calore assale le mie guance.

“O.K. Sono le tue mutandine, mettile in borsa le sento umide, sei già eccitata vero?”
“
Un po’!”- mi rispondi.
“Allora, adesso, con molta calma infili la tua mano sinistra nello spacco della gonna e ti tocchi. Ti tocchi sul serio, non simuli…voglio vedere dalla tua faccia che godi!”

Tu, sposti la sedia avvicinandoti al tavolo, sistemi la tovaglia in modo da mascherare alla meglio quello che stai per fare e mantenendo la stessa espressione, lasci scivolare la tua mano come ti ho detto.
Allungo le gambe verso le tue e le sento aperte, sotto il tavolo, lì al ristorante!

Tu giri le spalle alla maggior parte dei clienti della sala, quindi non puoi sapere se qualcuno ti sta osservando.
Poco per volta la tua espressione muta, gli occhi si dilatano e respiri più velocemente. Il tempo pare essersi bloccato, la mano si muove sicura sul suo corpo.
Scivoli leggermente in avanti sulla sedia. La giacca, che in precedenza avevi già sbottonato, si scosta lasciandomi vedere i tuoi capezzoli che premono sul tessuto aderente del top.
Sto studiando il tuo viso, e a te piace, quando ti chiedo:


“Adesso, infilati un dito dentro la fica!
”

Vedo il tuo braccio angolarsi diversamente mentre socchiudi le labbra lasciando uscire un sospiro.


“Riesci a venire così?”
“Sì, ma se n’accorgerebbero tutti, sai che mi piace muovermi quando vengo…mi piace farlo capire, urlerei!”
Mi rispondi con una voce roca.
“Dovrò inventarmi qualcosa d’altro, puoi smettere di toccarti se vuoi”
“Tra un attimo, se non ti dispiace, lasciami godere ancora un po’”.
“Non credo che te lo sei infilato davvero nella vagina”- la sfido.


Allora, estrai lentamente la mano, la porti sul tavolo verso di me. Mostrandomi il dito medio umido mi dici:


”Guarda, se non credi!
”

Non ho bisogno di verificare più a fondo, il delicato profumo della tua vagina, che ho imparato a riconoscere, mi giunge alle narici dal dito grondante.


“Sei già pronta vedo”
“
Si! Andiamo voglio vedere cosa t’inventi
”
Chiediamo il conto, il cameriere non dà a vedere di aver notato quello che tu hai appena fatto .
Paghiamo e usciamo, l’aria più fresca all’esterno mi consente di calmare la mia eccitazione. Posso tornare a far lavorare la fantasia, in questo gioco che soddisfa più te di me che dovrei essere il destinatario del regalo.
Camminiamo con calma verso la macchina, cerco di concentrarmi, non è facile con te che cammini ad un passo davanti a me, con il tuo sedere fasciato dalla gonna aderente.
Mi hai colto alla sprovvista, non mi aspettavo la tua richiesta mascherata da regalo.
Non voglio deluderti, so quanto ci tiene a giocare con l’erotismo.
Raggiungiamo l’auto, ti faccio salire, metto in moto e mi avvio.
Inconsciamente, prendo un corso che costeggia il Po, frequentato dalle più belle prostitute di Torino e famoso per questo. Tu che sino ad ora non ha parlato mi chiedi:
“

E’ questo che vuoi adesso? Devo scendere qui ed adescare qualche uomo che mi paghi? Se lo vuoi…lo faccio!”
Rispondo:

“Mi pare di capire che tu, nel profondo del tuo intimo speri che ti chieda di prostituirti.Peccato, per te, che la regola del gioco voglia dettarla io!”
Allungo la mano verso lo spacco della gonna, accarezzo le tue gambe intrufolandomi nel mezzo. Tu accetti le mie carezze e ti apri alla mia mano. Raggiunto la tua fica rasata mi soffermo per godere della sua morbidezza.


“Vuoi questo, andiamo subito a casa, a scopare?- mi chiedi con un’intonazione leggermente delusa.
“No! Pero mi piace toccarti. Sei tutta mia per questa sera, no?”
“
Per tutta la notte! “ sottolinei aprendo ancora un po’ le gambe e offrendoti al mio tocco.

“Prendo la strada di casa mentre le dico:

“Avrei ancora tante belle idee, ma una sola notte non basta per realizzarle tutte”.
“
E’ proprio questo il bello del gioco, .Cosa vorresti ancora chiedermi?
Non hai ancora esaurito le tue idee perverse?
Cosa devo ancora fare per soddisfarti?
”
Andiamo a casa, appena entrati ti dico:
“Adesso voglio solo te, da sola, tutta per me.

Ti togli le scarpe e ti stendi sul divano. Vado in cucina a prendere una bottiglia d’acqua, di alcol ne abbiamo già bevuto a sufficienza, questa sera. Quando torno in sala ti vedo con gli occhi chiusi mentre respiri lentamente, penso che ti sia addormentata.

“Non dormire qua, è scomodo…dai un piccolo sforzo…vai nel letto! “
ti sussurro dolcemente.
“Non dormo, sto solo pensando al piacere che proverò tra le tue braccia
Prima voglio fare una doccia ti dirigi in bagno spogliandoti lungo il cammino.
L’immagine del tuo corpo è ancora nei miei occhi che sento l’acqua scorrere. Poco dopo la porta del bagno si apre, tu appari in salotto, nuda.
Cammini ancheggiando, sino a me. Ti piazzi di fronte a me seduto sul divano, con le gambe leggermente aperte e le mani, chiuse a pugno, sui fianchi.


“Sono qui!”
“Questa affermazione, disarmante nella sua semplicità, ti esce con un tono quasi di sfida.
Ammiro la tua figura. Precedentemente avevo spento le luci, lasciando che fossero la Luna e le luci della città, che filtravano dall’ampia finestra, ad illuminare il soggiorno.I miei occhi, già abituati alla penombra, possono farmi godere a pieno lo spettacolo. I tuoi capelli umidi ti danno un alone di magia attorno al viso. La curva armoniosa, che parte dalle spalle, scende lungo il busto stringendosi molto in vita, per allargarsi nei fianchi è esaltata dal seno. Ma la cosa che più mi eccita è il taglio appena accennato della tua fica rasata che si intravede nel mezzo delle gambe.
“
Stai ferma così!”
Non è una preghiera, ma un ordine. Anche se impartito con voce dolce da parte mia.
Mi avvicino a te, restando seduto. Ho il viso all’altezza del tuo pube. Mentre ti accarezzo le gambe sento la pelle ancora umida per la doccia. Scorro le mani sulle tue gambe, senza premere, con dolcezza. Quando ti arrivo ai fianchi scivolo dietro, sulle natiche, e avvicino la mia faccia al tuo pube.
Mi lascio solleticare a turno il naso e le labbra dai peli appena rispuntati, è umida, bagnata .Ti bacio sotto l’ombelico, scendendo piano verso la vagina. La mano che tengo nel mezzo delle tue gambe sale e si intrufola alla ricerca delle labbra. Le dischiudo, sento che inizia a bagnarsi, allora la divarico con tutte e due le mani per fare spazio alla mia lingua.Tu fremi, spingi in avanti il pube allargando ulteriormente le gambe. Mi accarezzi i capelli, premendo dolcemente il mio viso contro di te.
Continuo la mia opera per un tempo sufficientemente lungo da indurti un tremore nelle gambe.
Con le labbra appoggiate sul monte di venere, accarezzo le tue natiche.
Non resisto e ti stringo forte, mi piacciono i tuoi glutei che si contraggono sotto le mie mani. Ti traggo a me, tu intuisci che io ti voglio e sali sul divano inginocchiandoti sopra le mie gambe.
Che bello sentire il mio pene avvolto dal calore della tua vagina.
Ti succhio le tette e ti stringo le natiche in un attimo raggiungi l’orgasmo inarcando la schiena all’indietro. Resti quasi accasciata, vorresti riprendere fiato ma non te ne do il tempo, ti faccio sdraiare al mio fianco. Ti bacio a lungo mentre cerco tra i cuscini la sciarpa di seta che avevo nascosto prima. Mentre la mia mano vaga alla ricerca, tu intuisci qualcosa e la tua lingua si muove incerta nel bacio. Trovo la sciarpa, la faccio scivolare sul tuo corpo, dal pube al seno. A te piace quella carezza leggera, i tuoi occhi si dilatano quando la stoffa solletica i capezzoli inturgidendoli ancora di più.
Hai capito che ti voglio bendare e mi offri il viso.
Una volta privata della vista i suoi sensi sono tutti all’erta, userai l’udito per avere la percezione di cosa le succede intorno e il corpo amplificherà ogni minimo contatto.Mi alzo e mi spoglio mentre ti osservo, seduta molto in avanti, il pube a filo del sedile del divano, le gambe un po’ aperte e la labbra socchiuse in attesa.Mi inginocchio davanti a te facendomi spazio fra le tue gambe, ti appoggio il pene alla vagina spingendo piano. Tu sollevi il bacino ad invitarmi.
 Strofino il membro sulle labbra, ormai umidissime, le tue mosse lo attirano dentro di te. Sento la tua vagina aprirsi e risucchiarmelo dentro, fatico a resistere alla tentazione di spingertelo dentro. Ma voglio darti ancora qualcosa, voglio portarti più in là con l’eccitazione; dopo una serata come questa è il minimo che posso fare per te.Mi tiro indietro chinandomi a baciare i tuoi capezzoli, un leggero gemito di delusione esce da sotto la benda, ma ti tranquillizzo sommergendoti di carezze.

Mi cade l’occhio sulla bottiglia di champagne!La apro, , il suono attira la sua attenzione.
Bevo, poi mi chino a leccarti la vagina versandoti il liquido. La mia lingua, ora fredda, ti stimola oltre ogni limite. Gemi e contrai il ventre ritmicamente, è chiaro che cerchi l’orgasmo. Spingi in alto il seno, inarcando la schiena, e gemi di piacere. I capezzoli sembrano esplodere, ravvivati dal contatto freddo. Sono perso nella contemplazione del tuo splendido corpo.
Sono colto da un’altra fantasia , che devo assolutamente soddisfare, da anni tengo un fallo di lattice , è sempre stata una delle mie fantasie introdurlo nella vagina ma non l’ho mai fatto
Ora è l’occasione giusta , tu sei disposta a tutto , lo prendo , lo ungo con crema idratante. lo punto all’ingresso della tua accogliente vagina, lo strofino sulle grandi labbra . Lo ruoto, puntandolo all’ingresso. Lo senti e le tue mosse si fanno attente e mirate alla penetrazione.Il fallo sintetico entra nel tuo corpo, risucchiato dal tuo desiderio. Ha dimensioni importanti ma tu lo prende con gioia. Una volta entrato di parecchi centimetri, ti chiedo di sdraiarti sul divano, senza farlo uscire.
Ti muovi.

Una gamba sullo schienale e una in terra, il ventre incavato nello sforzo di spingere in fuori il seno, la testa appoggiata sul cuscino rivolta verso di me. E’ un’immagine fantastica!Prendo in mano l’oggetto che hai dentro e lo muovo lentamente ma inesorabilmente sempre più in profondità, nel frattempo ti appoggio il pene alle labbra. Lo ingoi, mugolando di soddisfazione.L’azione della tua bocca, unita alla lingua, è stupenda. Ti guardo, è tutto eccitante, il fallo nella tua fica , la tua bocca che mi spompina . rischio di venire immediatamente.
Mi sottraggo dalle tua bocca quando sento che il mio piacere sta per esplodere, per un istante temo di non riuscire a controllarmi.Rimango immobile, anche con la mano, per fare ricorso a tutte le mie facoltà mentali. Tu capisci e mi sussurri:


“Lasciati andare, ridammelo in bocca…dai…fammelo ingoiare!”
Non ti rispondo. Riprendo a muovere il fallo e tu a spompinarmi. In breve perdi del tutto il controllo, è bello sentire con una mano sul ventre le sue contrazioni, ascoltare la tua voce che chiama il mio nome!
Ti sta avvicinando al punto oltre il quale interrompere la stimolazione sarebbe una tortura per te.
Rallento la mano che guida il fallo fino a fermarla, estraggo l’oggetto da te , ti bacio, ti sbendo, i tuoi occhi mi implorano di continuare. Come risposta riprendo a baciarti.
Ti invito ad alzarti.
Prendendoti per mano ti guido in camera. Mi siedo sul letto per accarezzarti, baciarti su tutto il corpo. Quindi mi sdraio, invitandoti a salirmi sopra.Tu sali a cavallo mentre guido il pene in direzione della vagina tu ti sistema sopra di me; inizi a muoverti selvaggiamente. Ti fermo traendoti a me,.Viene prima tu, lentamente, intensamente, con un urlo soffocato dal mio abbraccio. Io ti seguo quasi subito stimolato dal tuo piacere.


Lasciamelo ancora dentro un po’ – mi preghi
Siamo sfiniti e dopo poche carezze ci addormentiamo.

 
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