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Marta

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Aragorn
view post Posted on 30/7/2009, 14:16




Le giornate in ufficio passavano velocemente correndo dietro alle mille situazioni aperte, ma c'era un pensiero che anche nei momenti di maggior trambusto faceva breccia nella mia mente insinuandosi in maniera prepotente e non permettendomi di pensare ad altro.
Non era più un semplice pensiero era diventata un'ossessione, un ossessione dolce ma al tempo stesso dolorosa in quanto non riuscivo a trovarvi soluzione.
L'ossessione di vedere Marta godere, l'ossessione di poterle donare tutto il godimento che lei potesse provare.
Volevo che lei potesse diventare il centro dell'universo dove tutto e tutti avrebbero dovuto concorrere a farla godere; in quel momento l'universo intero avrebbe dovuto fermarsi ad ascoltare il suo godimento e a compiacersene per lei.
Il mio obbiettivo era riuscire ad entrare nei suoi pensieri per poterle carpire la sua fantasia più segreta e potergliela realizzare.Non mi interessava e non mi preoccupava in quel momento chi fosse nella sua fantasia, uomo o donna non aveva importanza, volevo solo conoscere per porgliela donare.
Decisi che era giunto il momento di passare ai fatti, era troppo tempo che ormai continuavo ad assillarmi senza fare nulla, decisi allora di organizzare ciò che secondo me Marta desiderava veramente.
Decisi che il tutto si sarebbe svolto il sabato seguente, stavo organizzando il tutto quando il mio cellulare si mise a squillare, era Marta.

Mi disse che si trovava a casa e di raggiungerla immediatamente, ma non mi disse null'altro adducendo la scusa che in quel momento non poteva parlare.
Nella mia mente iniziarono a correr pensieri di ogni tipo in quanto lei doveva trovarsi al lavoro:
Non mi spiegavo il perché fosse tornata a casa e di cosa fosse successo che richiedesse la nostra presenza.

Uscii immediatamente dall'ufficio e appena fui in macchina richiamai Marta per avere spiegazioni, il suo telefono squillava ma non ebbi nessuna risposta.
Nella mia testa iniziarono a prendere il sopravvento i pensieri più disparati, fortunatamente il mio ufficio distava soli pochi minuti da casa.

Appena arrivato corsi immediatamente su per le scale, arrivai alla porta d'ingresso e trovai Marta che mi aspettava seduta sulla poltrona del salotto.

Mi colpii immediatamente il fatto di vederla vestita in maniera diversa da come l'avevo vista uscire di casa la mattina, ora portava una gonna nera con un lungo spacco che lasciava intravedere i fermagli del reggicalze e una maglia di lycra aderente che esaltavano i suoi capezzoli turgidi.

Mi stupii nel vederla cosi vestita lei che solitamente indossava sempre abiti molto casual, le chiesi il motivo della telefonata e il perché eravamo dovuti tornare a casa con cosi tanta urgenza.
Le mi fisso negli occhi e mi disse di non preoccuparmi ed il motivo era semplicemente che stava arrivando a casa nostra una persona e avremmo dovuto essere presenti entrambi al suo arrivo.
Nella mia testa iniziarono a correre i pensieri, non capivo cose stesse accadendo e la cosa mi metteva ansia, io una persona abituata a pianificare e dirigere mi trovavo attore-spettatore di una situazione che non potevo gestire.
Non ebbi molto tempo per pensare perché immediatamente suonò il citofono, Marta mi chiese se per cortesia le prendessi la sua borsa appoggiata sul nostro letto, io mi recai nella nostra camera e notai che Marta mi seguiva, entrò con me nella stanza prese dalle mie mani la sua borsa e accelerando il passo uscì prima di me dalla stanza, richiuse la porta alle sue spalle e chiuse la porta a chiave, ero stato chiuso dentro la camera.

Iniziai a chiamare Marta ad alta voce, ma sentii aprirsi la porta d'ingresso di casa nostra e la sentii scendere le scale, poi il silenzio per alcuni interminabili minuti.
La testa mi stava esplodendo, perché Marta era vestita cosi? Perché mi aveva rinchiuso? Chi aveva suonato alla porta? Dov'era adesso Marta e con chi?

Finalmente udii la porta d'ingresso aprirsi nuovamente per poi richiudersi, sentii che qualcuno aveva acceso lo stereo di case e messo la musica ad un volume tale da non permettere di capire chi ci fosse in casa, se era Marta da sola o ci fosse qualcun'altro con lei.

Passarono tre o quattro minuti o forse di più, non capivo più nulla la testa mi scoppiava.
Finché sentii la chiave girare nella serratura della porta della camera, entrò Marta indossando una guepiere di raso nero con un perizoma di pizzo, aperto sul davanti.
Camminò verso di me fissandomi con sguardo malizioso, mi si avvicinò prese la mia mano e se la passo sulla sua figa, facendomi sentire quanto fosse eccitata.
Dentro di me sentii salire immediatamente l'eccitazione, ma mi chiedevo perché Marta fosse così eccitata, dove era stata fino a quel momento e con chi?

Non capivo più nulla, so solo che mi ritrovai bendato, Marta mi teneva per mano e mi stava accompagnando in un'altra stanza e chiedendomi di non fare domande e non togliermi la benda, io acconsentii.

Sentivo il cazzo diventare sempre più duro ogni istante che passava, entrammo in bagno o almeno lì mi sembrava di essere, lei prese nuovamente la mia mano la passò prima sui suoni seni poi sulla sua figa sempre più bagnata poi mi disse che qualsiasi cosa fosse accaduto non dovevo dire nulla.

Mi fece aprire la mano poi mi disse di richiuderla, avevo in mano un cazzo in tiro!
Tacqui per la promessa fatta a Marta, ma dentro di me si scatenò l'inferno.
Eravamo in tre io lei e un altro cazzo!

A quel punto Marta iniziò a slacciarmi i pantaloni, mi abbasso gli slip e prese in bocca tutto il mio cazzo duro come non mai.

Iniziò a succhiarmelo su e giù fermandosi ogni tanto per percorrerlo per tutta la sua lunghezza con la punta della lingua, arrivando fino alle palle.
Mi succhiava le palle poi riprendeva a spompinarmelo, creando un effetto di sottovuoto con la bocca che mi faceva impazzare.

Nel mentre la sentii abbassarli per poter prendere da dietro l'altro cazzo, la sentivo che si muoveva avanti e indietro su un cazzo non mio.

Non riuscivo più a trattenermi, stavo per sborrarle in viso, ma lei si fermò e riuscii a trattenermi.
Lei prese la mia mano e l'appoggiò sul suo clitoride, voleva che la masturbarsi mentre un altro cazzo la stava penetrando.

Lei era sempre più vogliosa e bagnata, io sempre più eccitato e poi c'era lui, lui che si stava godendo la figa di Marta.
Marta era ormai al culmine dell'eccitazione sentivo la sua figa pulsare come non mai, il suo clitoride gonfio sotto le mie dita, e lei muoversi avanti e indietro sull'altro cazzo.
Lei a quel punto mi prese il cazzo in mano e mi masturbò, venimmo entrambi.
Ma l'altro? Dov'era finito?
Marta a quel punto mi abbracciò mi baciò con passione, poi mi tolse la benda e mi disse: " Amore ti piace il giochino che mi sono regalata? Arrivava oggi con il corriere non potevo non provare subito il mio nuovo dildo con ventosa, cosi quando vorrai fare l'amore in tre basterà che me lo dici!
 
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